Dunedin sound | |
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Origini stilistiche | Indie pop, jangle pop, post-punk, new wave, psychedelic pop, punk rock, garage rock, lo-fi |
Origini culturali | 1980 |
Strumenti tipici | Chitarra, basso, tastiere, batteria |
Popolarità | Nuova Zelanda |
Il Dunedin sound è uno stile musicale dell'Indie pop originato in Nuova Zelanda, nella città universitaria di Dunedin alla fine degli anni settanta.[1][2][3][4] Caratterizzato dall'uso dello stile jingle-jangle nel suonare chitarra e bassi e dall'uso di tastiere; l'uso di tecniche di registrazione domestiche fornisce al genere un sound lo-fi.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'origine del dunedin sound può essere fatta risalire alla nascita del punk rock in Nuova Zelanda alla fine del 1970. Diverso dal punk di Auckland – influenzato da band punk quali gli inglesi Buzzcocks e gli The Enemy (più tardi noti come Toy Love ) e The Same (poi The Chills ) – il genere dunedin si presenta più psichedelico nell'esecuzione della chitarra ed è influenzato da band protopunk come The Velvet Underground, The Stooges e anche da band degli anni sessanta come Beatles e Byrds.
Sicuramente la metà degli anni '80 fu il tempo d'oro di tale genere esso è riuscito a sopravvivere ai nostri giorni.Ne sono testimonianza l'esibizione di varie band del dunedin sound a Dunedin nel 2000 (dove si sono esibiti Clean, Chills, Dead C, Renderes, Verlaines, Snapper e Alastair Galbraith) e la diffusione nella San Francisco Bay e in Internet del dunedin sound grazie alla stazione radio californiana KFCC 87.6 FM
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ The Clean, The Bats, … - Flying Nun Records e il Dunedin sound | Monografia, su sentireascoltare. URL consultato il 23 gennaio 2020.
- ^ You're just too obscure for me: An introduction to the Dunedin Sound, su RateYourMusic. URL consultato il 23 gennaio 2020.
- ^ (EN) Flying Nun Records, the Dunedin Sound and the myth of isolation - AudioCulture, su audioculture.co.nz. URL consultato il 23 gennaio 2020.
- ^ (EN) Dunedin Sound - the sound of honesty? - AudioCulture, su audioculture.co.nz. URL consultato il 23 gennaio 2020.