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[modifica wikitesto]COMUNE DI SAN GIORGIO IN BOSCO
Provincia di Padova tel. 049/9453261
Abbiamo visto la pagina dedicata al nostro Comune. Vorremmo proporre alcune notizie da inserire.
Grazie e cordiali saluti.
Il bibliotecario - Francesco Mazzonetto
COMUNE DI SAN GIORGIO IN BOSCO Provincia di Padova
VIE DI ACCESSO:
Viabilità principale:
- A4 – Casello Padova Ovest (18 Km) - A31 – Casello Vicenza nord (18 km) - Strada Statale n. 47 della Valsugana - Strada Provinciale n. 27 “di Giarabassa” - Strada Provinciale n. 58 “del Ghebo” - Strada Prov.le n. 58 dir. “dei Morosini”
Servizi pubblici:
Autobus SITA - Linea Padova, San Giorgio in Bosco, Cittadella, Bassano del Grappa - Linea Padova, Arsego, Sant’Anna Morosina, Onara
SAN GIORGIO IN BOSCO Profilo storico delle località che formano il comune:
San Giorgio in Bosco
Il territorio doveva essere abitato già in epoca romana essendo attraversato dal tracciato viario che univa Padova alla Valsugana, più tardi costeggiato, presso il fiume Brenta, da una via romana, detta “la strada del Cogno” che si congiungeva con la via Postumia, costruita nel 148 a.C., che correva a nord di Cittadella Altra testimonianza dell’occupazione romana sono i ritrovamenti di monete di quel periodo. Più tardi, la presenza duratura di popolazioni Longobarde è probabilmente all’origine del toponimo “San Giorgio” a cui è dedicata la parrocchiale; questi era infatti uno dei santi maggiormente venerati da quel popolo. Elemento importante nella caratterizzazione del sito è la vicinanza del fiume Brenta, un tempo via di comunicazione privilegiata per i traffici, ma portatore anche di grandi pericoli e talvolta di devastanti inondazioni. Il nome San Giorgio in Bosco appare per la prima volta, assieme al nome delle località che formano il Comune, negli statuti padovani del XIII secolo. In età medioevale la storia di San Giorgio è strettamente legata a quella della vicina e più importante Cittadella. Anche qui, dunque, nel 1405 subentrò al governo della Signoria carrarese la dominazione veneziana e, soprattutto a partire dal 1500, in zona dominarono alcune famiglie del patriziato lagunare (i Bembo, i Marcello, i Morosini, questi ultimi legati alla frazione di S. Anna) che a condizioni particolarmente vantaggiose acquistarono in zona vasti possedimenti terrieri. La caratteristica rurale, in spazi molto aperti, attirò queste famiglie a costruire le loro residenze, lontano dalle città, in ambiente senz’altro più salubre di quanto non potesse essere Venezia, specialmente in periodo estivo. Le ville rappresentavano amene oasi di tranquillità, dalle quali i proprietari potevano controllare il lavoro nel loro fondi, circondandosi nello stesso tempo di amici, artisti e personalità di spicco dell’epoca. Molte sono le ville esistenti, alcune recentemente restaurate, altre che richiedono massicci interventi di recupero, altre ancora purtroppo scomparse sotto i colpi del tempo e per l’incuria degli uomini. Ancor oggi San Giorgio in Bosco resta un comune caratterizzato da un’economia in parte rurale, dove la piccola proprietà ha frammentato i grandi fondi di un tempo, rendendo le terre molto più produttive e sostituendo in buona parte la necessità di forte manodopera con l’utilizzo di moderni sistemi meccanici. Nel territorio sorgono inoltre nuove zone artigianali e industriali che hanno richiamato mano d’opera dai paesi limitrofi e anche dall’estero. La chiesa di San Giorgio fu riedificata nella prima metà del XVIII secolo. L’intitolazione a San Giorgio fa pensare come detto all’origine longobarda, un tempo cappella della pieve di S. Donato di Cittadella ed in seguito parrocchiale già alla fine del 1200. Sulla facciata reca un affresco raffigurante “San Giorgio che uccide il drago” e, sempre a San Giorgio è dedicata la tela attribuita a Jacopo da Bassano, mirabile all’interno assieme agli altari in marmo policromo. La parrocchia di San Giorgio in Bosco fa parte della diocesi di Vicenza.
I luoghi. Sempre sulla statale, vicino alla chiesa, si trova Villa Bembo, acquisita dal Comune, le cui splendide barchesse recentemente restaurate, sono oggi sede municipale. Il complesso, costituito dalla residenza dominicale, due barchesse porticate laterali e altri annessi, fu edificato tra la seconda metà del 1500 e la prima del 1600, non sappiamo se dalla famiglia veneziana del Bembo o semplicemente acquistata. Il palazzo padronale a pianta quadrata è caratterizzato da un porticato incorporato; l’interno presenta la tipica disposizione veneziana, con il grande salone centrale e le stanze che si aprono a lato. In località Ramusa sorge Villa Ramusa, costruita dalla ricca famiglia veneziana dei Ramusii, che aveva grandi proprietà terriere in zona. Per questo accanto alla casa dominicale, si trovano diversi annessi ad uso rurale. La prima documentazione relativa alla costruzione risale al 1560.
Paviola Sembra che il toponimo significhi “piccola Padova”. La chiesa di S. Giacomo è citata come parrocchia nella decima papale del 1297; successivamente appare curazia dipendente della pieve di San Giorgio in Bosco. Ritornò ad essere parrocchia indipendente con decreto (25 giugno 1928) del vescovo Ridolfi. L’edificio sacro risale agli inizi del XIV secolo. Due ville si fronteggiano, la Marcello e la Contarini, una nascosta dalla vegetazione, l’altra prospicente la strada. I Giara furono i primi proprietari, ai quali subentrarono i Marcello (1641), poi i Cittadella. Circa la datazione relativa alla costruzione della villa, gli studiosi sono discordi: taluni parlano del 1500, altri del 1600, altri ancora del 1700. Si tratta comunque di una bella costruzione a due piani con sopraelevazione centrale terminante con timpano. Vi sono annesse le scuderie, la barchessa, un’antica colombaia e una chiesetta padronale con semicolonne ioniche. Recentemente tutto il complesso è stato oggetto di un attento restauro ad opera degli attuali proprietari. Lungo la strada Villa Contarini presenta la sobria ed elegante facciata. L’edificio inizialmente apparteneva alla famiglia Foscarini; arrivò ai Contarini come dote di Agnesina agli inizi del 1600; tra l’800 e il ‘900 fu trasformata in albergo e trattoria. Ora è abbandonata. A Paviola si trova ancora il bel complesso di aziende agricole Rossato.
Sant’Anna Morosina Il nome deriva dalla santa titolare della chiesa, cui successivamente è stato aggiunto quello della famiglia nobiliare veneziana che dal 1508, per secoli, ebbe un ruolo si potrebbe dire sovrano nel territorio. I Morosini furono tanto potenti da ottenere da papa Giulio II lo smembramento del territorio sotto la loro giurisdizione da Onara, facendone una parrocchia indipendente. Nel 1509 i signori del luogo vollero la costruzione della chiesa, intitolata a Sant’Anna e l’abitato stesso prese il loro nome. La parrocchiale rimase sotto il loro patronato fino al 1824, quando passò, con le proprietà, ai conti Vigodarzere; quindi un decennio dopo, ai Cittadella-Vigodarzere. Nel 1891 subì un rifacimento assumendo l’aspetto attuale a tre navate. Nel 1945-46 fu completata anche la facciata, mentre il campanile fu ricostruito nel 1936-39. Un altro luogo di culto è rappresentato dall’oratorio di S. Nicolò, citato già nella visita pastorale del 1826. La parrocchia di Sant’Anna Morosina appartenne alla diocesi di Vicenza fino al 1818, quando con decreto di papa Pio VII fu incorporata alla diocesi di Padova. I Morosini legarono il loro nome ad un grandioso palazzo che purtroppo non esiste più: se ne può comprendere la maestosità da un’incisione del 1683. Si trattava di un grande edificio dominicale con due facciate e altrettante logge, chiuso da torreselle laterali, con barchesse e altre adiacenze, immerso in un esteso e ricercato parco,
Lobia di Persegara Nei secoli, il territorio fu più volte soggetto alle terribili inondazioni del Brenta, che ne cambiarono l’aspetto stesso. Del resto, dal Brenta la popolazione traeva il suo sostentamento, sia con la pesca che con i trasporti fluviali, E qui sorgeva uno dei “passi” di transito da un argine all’altro fino alla metà dell’ottocento. La chiesa di S. Bartolomeo, di origini antichissime, appartenne alla pieve di S. Donato di Cittadella; appare già nella decima papale del 1297. Ricostruita nel 1664, fu più volte restaurata fino a giungere alla necessità di una nuova riedificazione, che avvenne nei primi decenni di questo secolo. Nel 1955 l’edificio ebbe la consacrazione. La parrocchia fa parte della diocesi di Vicenza.
Appartengono alla parrocchia di Lobia le località di Girabassa e Cogno La prima è dominata dalla grandiosità di Corte Busetto, recentemente restaurata. Casa padronale ottocentesca, vero centro di un’economia autosufficiente, con la chiesa e poco lontano la scuola, che gravitava sulla grande proprietà terriera.
In località Cogno come detto passava un’antica strada romana che si univa alla Via Postumia; la località è caratterizzata dalla bella chiesetta dalle forme semplici e slanciate.
RICORRENZE E MANIFESTAZIONI
Ricorrenze: San Giorgio (23 aprile), San Bartolomeo (Lobia di Persegara, 24 agosto); San Giacomo (Paviola 25 luglio); Sant’Anna (Sant’Anna Morosina, 26 luglio).
Manifestazioni: Festa del patrono di Lobia: (seconda settimana di luglio) e Paviola (terza di luglio); Festa di Sant’Anna (quarta settimana di luglio); Festa dell’assunta (S. Giorgio in Bosco, seconda e terza settimana di agosto).
Itinerario di Visita di San Giorgio in Bosco
- Paviola -
Il territorio comunale di San Giorgio in Bosco si presenta ad una visita tranquilla e rilassante tra il verde della sua campagna con i numerosi corsi d’acqua, tra le testimonianze storiche del passato, ville, fattorie, mulini e capitelli fino alle suggestive rive del fiume Brenta che portano i segni delle cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia.
Fissiamo il punto di partenza a PAVIOLA (da Pataviola - Piccola Padova), antica località nominata già nel XIII secolo. la Chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giacomo dalle semplici ed eleganti proporzioni, in stile classico, è affiancato da un grazioso campanile. Proseguiamo lungo via Ramusa (dei Ramusio, nobili veneziani) e nella semi curva all’incrocio con via Ronco possiamo vedere l’agglomerato da cui emerge, imponente VILLA RAMUSA, eretta interno al 1560 di belle forme classiche espressione dell’architettura nobiliare veneta.
Seguiamo ora via Ronco e nei pressi del cimitero svoltiamo in via Papa Luciani da dove notiamo le rovine di VILLA CONTARINI, degli inizi del 1600 con la facciata a ridosso della statale Valsugana.
Tra il 1800 e il 1900 fu trasformato in albergo e trattoria; nelle adiacenze vi erano varie attività commerciali.
Nei pressi, a lato della statale, sorge la splendida VILLA MARCELLO – GIUSTI di architettura classica con il suo grande parco.
Proseguendo sulla Valsugana troviamo sulla destra, l’elegante VILLA ROSSATO, costruita agli inizi del 1800 in stile neoclassico, su progetto dell’architetto Giuseppe Japelli, e quasi di fronte, nell’altro lato della strada, un grande complesso agricolo con un selese (aia) in mattoni ormai raro.
Più avanti ancora all’incrocio con via Pozzo notiamo un bel capitello con cupola, dedicato alla Madonna.
Chiesa parrocchiale di Paviola
L’agglomerato di Paviola compare dal 1218 negli Statuti Padovani e la sua cappella di S. Giacomo è documentata fin dal 1297. Poco si sa dei secoli successivi, fino al 1556 in cui vi sono notizie sul comune rurale di Paviola e la sua chiesa, che era soggetta a S. Giorgio in Bosco. Successivamente Paviola divenne curazia autonoma fino al 1928 quando venne proclamata parrocchia. La chiesa attuale fu edificata tra 1842 e il 1847; di forme classiche semplici ed armoniose. A fianco il campanile della seconda meta del 1800.
Villa Ramusa di Paviola
Eretta nel XVI secolo dalla famiglia veneziana dei Ramusio, era un grosso complesso edilizio con casa padronale ed adiacenze. E’ legata soprattutto al nome di Giovanni Battista Ramusio che qui amava soggiornare. Con la sua opera “Navigationi et Viaggi” viene considerato il fondatore della geografia. Attorno al Ramusio si raccoglievano artisti, letterati e uomini politici in vere e proprie accademie culturali.
Villa Marcello - Giusti
Costruita nel secolo XVI dalla nobile famigli veneziana dei Marcello, di architettura geometrica ed equilibrata è inserita nel verde di un vasto parco. Accanto al corpo centrale scandito in basso da un liscio bugnato sta una barchessa di struttura grandiosa abilita ad abitazione e deposito.
- San Giorgio in Bosco –
Ci troviamo a San Giorgio in Bosco, capoluogo e maggior centro del comune, dove possiamo ammirare VILLA ANSELMI, sede municipale dal 1924 che ora ospita la Biblioteca comunale; palazzo ottocentesco, con le caratteristiche torrette merlate agli angoli, di gusto romantico, che si affaccia su piazza Manzoni al centro del paese.
La chiesa parrocchiale settecentesca, ha una bella ed elegante facciata con a fianco lo svettante campanile eretto nel 1900.
Nei pressi notiamo il complesso di VILLA – BEMBO dimora nobiliare veneziana del XVIII° secolo, le cui imponenti barchesse, restaurate dall’Amministrazione comunale, dal 2001 ospitano il municipio.
Di fronte alla chiesa, piazza Roma, con il monumento ai caduti e la “pompeta” del 1901 in stile liberty, da cui sgorga acqua di risorgiva, divenuta un simbolo per il paese di S. Giorgio.
Alla fine del viale alberato di Via Dante si trova il più importante dei capitelli sangiorgesi: quello della “Madonna Mora”, monumentale e di pregio architettonico, posto al centro del bivio con Via Cogno e Via Valli in cui proseguiamo fino ad immetterci in via Terraglione.
Chiesa parrocchiale di San Giorgio in Bosco
La prima chiesa di S. Giorgio fu probabilmente, una delle cappelle soggette alla Pieve di S. Donato di Cittadella (VI – VII secolo). Il primo documento che parla del paese risale al 1265 e sul luogo dell’antica cappella vi era la parrocchiale dedicata a S. Giorgio, che rimaneggiata giunse fino al 1700, quando fu sostituita dall’attuale chiesa, consacrata nel 1752. Verso la fine del 1800 fu ingrandita con lavori di sistemazione del presbiterio assumendo l’odierno aspetto. Nella sua struttura si riconoscono le precedenti costruzioni. Ha una bella facciata elegante, con in alto un affresco raffigurante S. Giorgio e il drago, mentre nel suo interno vi sono pregevoli altari ed una preziosa pala con S. Giorgio e il drago di Jacopo da Ponte detto il “Bassano”.
Villa Bembo di San Giorgio in Bosco
Situata a lato della chiesa parrocchiale, mostra ancora di essere stata un bel complesso edilizio di notevole rilievo architettonico, costruito nel XVII° secolo. Distribuiti nell’ampio spazio, un tempo recintato da muretta, restano il palazzo con loggia centrale al piano terra, ai lati due barchesse porticate ed altre adiacenze. Vi era pure un’oratorio scomparso già verso la fine del 1800 e di cui non si sa l’ubicazione. Le barchesse, dopo un attento intervento di restauro a cura dell’Amministrazione comunale, sono divenute dal 2001 sede del municipio.
- Lobia –
Da qui, girando a sinistra arriviamo a LOBIA (da Laubia, pergola o tettoia), la cui attuale chiesa parrocchiale, dedicata a S. Bartolomeo, risale al 1905 e fu rimaneggiata nel 1945 dopo aver subito i danni di un violento fortunale, il campanile a torre è del 1879.
A Lobia si vedono ancora edifici di architettura veneta tradizionale: nei pressi della chiesa la bella canonica e un palazzo con barchessa porticata, cinto da mura; sparse nella campagna diverse case coloniche di pregevole fattura.
Svoltiamo ora per via Pozzo, quindi per via Rive e Via Persegara portandoci nell’antica località di PERSEGARA (così chiamata per le estese coltivazioni di pesche – “perseghi”, menzionata fino al XII sec., dove vi era una fortezza distrutta da Ezzelino e sulla riva del Brenta una chiesetta dedicata a S. Margherita, che fu la prima parrocchiale di Lobia (detta Lobia di Persegara), ed il palazzo dei nobili Grifalconi.
Nel corso del 1700 una paurosa inondazione distrusse la località lasciando solo poche macerie e nessuna traccia degli edifici. Attualmente vi sono solo alcune case sparse e un VECCHIO MULINO del XVIII secolo., ancora funzionante, in un angolo di paese saggio d’altri tempi.
Qui vi era uno dei numerosi “passi” (servizio di zattere) per attraversare il Brenta quando ancora non vi erano ponti.
Attraversato il ponte sulla roggia proseguiamo su via Persegara e quindi in via Carbogna dove le rive del Brenta lambiscono le coltivazioni, giungendo all’EX – MULINO BISCOTTO ormai in disuso dove possiamo ancora vedere i resti della ruota ad acqua.
Siamo ora in località GIARABASSA dominata dalla grandiosa CORTE BUSETTO, ora in via di restauro, casa padronale ottocentesca vero centro di un’economia autosufficiente, con la chiesa e poco lontano, la scuola che gravitava sulla grande proprietà terriera.
Ritorniamo verso Lobia lungo la Provinciale 27, girando poi per Via Basse, per la quale attraversando la Campagna si arriva alla “Colombara” un edificio con torretta facente parte di un piccolo borgo posto in un rialzo del terreno nei pressi di un suggestivo laghetto formato da una vecchia cava.
Poco oltre arriviamo nella storica località di COGNO, in cui passavano un’antica strada romana che si univa alla Postumia, caratterizzata dalla bella chiesetta, di forme semplici e slanciate.
Percorrendo ora via Bolzonella arriviamo nei paesi del grande complesso di VILLA BOLZONELLA, ai confini con il comune di Cittadella, le cui adiacenze ricadono in comune di S. Giorgio in Bosco.
Dopo un breve tratto sulla statale Valsugana, passando davanti agli stabilimento dell’Acqua Vera, giriamo per via S. Nicolo dove all’altezza di Ponte Sauro troviamo VILLA CITTADELLA – VIGODARZERE, un grande fabbricato a ridosso della strada, costruito nei primi anni del 1800 incentrato nel cortile interno e attorniato da un vasto parco. Vi è annesso, con la facciata verso la strada, l’ORATORIO DI SAN NICOLO, in stile Neoclassico, costruito nel 1838.
Poco più avanti, nei pressi del ponte sul Tergola, vediamo l’EX MULINO SCUDIERO, ora restaurato ed adibito ad abitazione privata.
Chiesa parrocchiale di Lobia
Riedificata nel 1664 e dedicata a S. Bartolomeo sul luogo di un’antica cappella fu abbattuta e nuovamente riedificata intorno al 1905 dall’architetto vicentino Vittorio Barichella, assumendo l’aspetto attuale, maestoso e solenne, di architettura neoclassica. Nel 1945 un fortunale distrusse parte del tetto e della navata centrale, quindi fu restaurata e consacrata nel 1955. Lo svettante campanile, a torre, è del 1879.
- Sant’Anna Morosina – - Arriviamo ora a S. ANNA MOROSINA, che compare in un documento del 1508 in cui si concede la giurisdizione del lungo alla famiglia veneziana dei Morosini, i quali costruirono un grande complesso edilizio con palazzo, barchesse e chiesa di cui ora restano pochissime tracce.
La chiesa parrocchiale subì un rifacimento nel 1891 assumendo l’aspetto attuale; della stessa epoca è pure lo slanciato campanile.
Proseguendo su via Morosini, al trivio troviamo un altro bel capitello al centro della strada, dedicato alla Sacra Famiglia.
In via Sega, al confine con Villa del Conte, vi è un altro ex – mulino sul Tergola. Da qui proseguendo per via Sega (dalla presenza di segherie per il legname) attraversiamo un paesaggio che conserva ancora angoli di tipica campagna veneta; al bivio con via Roara un altro capitello testimonia la devozione popolare, arrivando infine a fianco della chiesa parrocchiale di S. Giorgio, dove si conclude il nostro itinerario
Chiesa di Sant’Anna Morosina
Anticamente a questa località già chiamata S.Anna, faceva parte della parrocchia di Onara, ma nel 1508 i nobili conti Morosini, veneziani, fecero edificare una chiesa dedicata a S.Anna ottenendo di staccarsi da Onara e chiamando il paese con il nome di S.Anna Morosina. La chiesa venne incorporata nel caseggiato che costruiva la grandiosa villa dei Morosini, fu ampliata tra il 1891 e il 1898 e la facciata ristrutturata assumendo l’aspetto attuale. All’interno vi sono pregevoli dipinti, tra cui una pala raffigurante il martirio di S. Sebastiano di Jacopo Parolari. Il Bel campanile agile e svettante è della fine del 1800
Villa Morosini di Sant’Anna Morosina
Costruita tra il XVI° e il XVII secolo, era un grande complesso urbanistico progettato con razionalità e composto da palazzo dominicale, barchesse, adiacenze rurali e chiesa; l’agglomerato era organizzato intorno alla piazza che si prolungava in uno stradone. Sul mezzo della piazza si innalzava un monumento a S. Michele Arcangelo, a destra della chiesa le scuderie di cavalli e di fronte ad essa vi era il cimitero. La piazza servì da mercato fino al 1849 e da Fiera che si svolgeva la 2° domenica di Ottobre. I Morosini misero all’asta i loro possedimenti nel 1824, che furono prelevati dai Cittadella – Vigodarzere e da allora iniziò un lento, ma progressivo decadimento del complesso fino ad un suo graduale abbattimento ed alla distruzione quasi completa della struttura. Fino agli anni 60 esistevano ancora parte dei “Portici” a sinistra della chiesa e all’imbocco dello stradone. Le uniche tracce superstiti le troviamo, ora nella disposizione della piazza attuale, nel fabbricato a ridosso della chiesa (le ex scuderie) che funge da canonica e strutture parrocchiali e negli edifici dell’altro lato della strada, disposti trasversalmente, che costituivano gli antichi portici in apertura allo stradone (l’attuale via Montegrappa). La grandiosità del complesso è testimoniata da un’incisione dell’1683, che documenta il suo passato splendore.
Links di associazioni sportive, culturali e sociali attive in San Giorgio in Bosco:
Sito dell'"Alleanza Rumena": http://www.gsalleanzaromena.com/
Sito della Pro Loco "Prosangiorgio" http://www.prosangiorgio.it/
Sito dell'associazione sportiva "Astra Volley" http://www.astravolley.it/
Sito dell'associazione umanitaria "UnaMano" http://www.tatare.it/Unamano/unamano_1.htm
Sito dell'associazione socioculturale "ConTesto" http://www.contesto.org/blog/index.php
Sito dell'associazione umanitaria "Associazione Erika Onlus" http://www.associazionerika.org/html/modules/news/