--Diesis 11:35, 2 ott 2007 (CEST)
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Ho iniziato a rivedere i contenuti; la parte "elementi teorici" sarebbe forse da riscrivere, perchè mi sembra poco chiara nell'esposizione (oltre che molto stringata). Veneziano 23:49, 29 lug 2007 (CEST)
- Continua pure e poi vediamo, ma alcuni tuoi interventi mi lasciano perplesso. La gestalt era già sviluppata concettualmente prima che i suoi esponenti si trasferissero negli USa. L'approccio cognitivo in psicologia nasce in Europa nei primi decenni del 900 con Vigotskij e Piaget e viene riscoperto decenni dopo negli USA. La frase sulla difficoltà della Gestalt a confrontarsi con il metodo sperimentale la consideravo più riferita ai decenni di predominio del comportamentismo.Truman 12:02, 30 lug 2007 (CEST)
Ciao Truman,
guarda che ho solo iniziato a rivedere quanto avevo trovato... l'avessi scritta da zero avrei avuto mano più libera... adesso pian piano correggiamo il tutto. I contributi Piagetiani e Vigotskijani sono stati ricompresi nel mainstream del cognitivismo solo a partire dagli anni '50-'60 (del resto il "cognitivismo" come tale parte solo dalla metà degli anni '50 nella concettualizzazione classica, con i precursori tra metà degli anni '30 e la fine dei '40); Piaget ha operato in un settore intermedio, perchè all'inizio (anni '30) l'epistemologia genetica non veniva concettualizzata come parte integrante del movimento cognitivo (anche se, ovviamente, a posteriori possiamo dire che lo era); Vigotskij in particolare è stato "sdoganato" solo verso i '70. Storicamente, i contributi percettologici (K-K-W) sono quasi tutti precedenti al trasferimento negli USA (anche qui, il testo l'avevo già trovato); quelli Lewiniani sono invece successivi. Sono d'accordo invece sul fatto che la Gestalt non avesse particolari problemi a confrontarsi con il metodo sperimentale (se si pensa a certi studi di Koffka, o Köhler...); è anche vero che gli approcci psicometrici ricevettero forte impulso negli anni '60 dallo sviluppo dei metodi relativi alla processazione dell'informazione, e quindi - indirettamente - dal cognitivismo. La mia frase voleva solo essere un miglioramento di quella che avevo già trovato, e che era ancor più imprecisa. Si può riscrivere del tutto, a questo punto. Ciao, Veneziano 12:24, 30 lug 2007 (CEST)
- Lavora tranquillo e poi eventualmente discutiamo i punti controversi. ciao Truman 01:14, 2 ago 2007 (CEST)
Perché non si nomina David Katz e la sua opera, assieme a Kohler, Koffka e Wertheimer ?--Diesis 11:35, 2 ott 2007 (CEST)
- Per quanto mi riguarda non se ne parla perchè non lo conoscevo. Se riesci a scrivere qualcosa mettilo e poi diamo una risistemata. saluti Truman 18:38, 3 ott 2007 (CEST)
Caro Truman, raccolgo il tuo invito, ma non ho tempo ora di buttar giù qualcosa di accettabile su David Katz. Per il momento cito solo le scarne notizie di copertina presenti nel testo di Katz "Gestaltpsychologie" Benno Schvabe,Basilea 1948 (2°), tradotto in italiano "La psicologia della forma" ed edito da Boringhieri nel 1960 con prefazione di Musatti: "David Katz (Kassel 1884 - Stoccolma 1953) ha lasciato una traccia profonda negli studi di psicologia, ove vastissimo fu il suo campo di interesse. Summa del suo lavoro è quel Trattato di psicologia da lui diretto (pubblicato in Italia nel 1960 da Boringhieri). Formatosi a Gottinga, Monaco e Berlino, prima nelle scienze naturali e nella matematica, poi in psicologia, fu assistente universitario a Gottinga, finché divenne professore di psicologia nell'Università di Rostock (1919 - 1933). Dal 1937 al 1951 ebbe la cattedra a Stoccolma." Per ora è tutto, vedremo in futuro. Ciao,--Diesis 18:18, 19 nov 2007 (CET)
Forse andrebbe fatta una distinzione iniziale con la gestalt di Fritz Perls. Stefano. 04/11/08
- Perls è trattato nella voce Psicoterapia della Gestalt, che fa riferimento alla voce corrente. Se hai proposte un po' più dettagliate le puoi fare qui.Truman (msg) 14:46, 5 nov 2008 (CET)