Volevo inserire il seguente testo:
L'opera è caratterizzata dalla quasi totale assenza di riferimenti cronologici assoluti. Diacono scrive in un'età lontana dai fatti e fornisce un dettaglio crescente di informazioni via via che la narrazione si avvicina alla sua epoca, di maggiore interese per il pubblico di contemporanei e della quale l'autore stesso è testimone diretto dei fatti.[1]
Tuttavia, nè il paper nè l'autore sono citati altrove, pur essendo di semplice verifica l'affermazione circa l'assenza di date. Non saprei a questo punto se si possa integrare nella voce. Ogni suggerimento resta ben gradito. Saluti,--Micheledisaveriosp (msg) 22:59, 27 feb 2020 (CET)
- ^ Alberto Donadel, Paolo Diacono e l'Historia Langobardorum VI, su Academia.edu, p. 1 (archiviato il 27 febbraio 2020).
De quadam falso credita Pauli Diaconi editione
[modifica wikitesto]L'incunabolo senza note tipografiche, di cui all'immagine, che il Gesamtkatalog der Wiegendrucke (M30114) attribuisce a Paolo Diacono e che invece l'ISTC (il00280600) lascia giustamente adespoto, NON contiene una riduzione italiana della Historia Langobardorum di Paolo Diacono, ma una Historia de Longobardi scritta in volgare da un suo mediocre imitatore duecentesco, che si dichiara nel Prologo con le seguenti parole: «Nel tempo dunque di questo Pelagio [i.e. Pelagio II] li Longobardi vennero in Italia: et con cio sia che molti dicono di non sapere tale historia: et perho ho deliberato qui giu a scriverla si come nel historia de Longobardi: la qual Paulo historiografo de Longobardi compose et si lege i(n) diverse cronice» (c. a1v).
Anzi, l'opera è un'epitome storica composita, che inizia con la discesa di Alboino in Italia (c. a2r: «Albuino lassata la Panonia con li Longobardi intro in Italia nel anno dela incarnatione del Signor cinquecento sexanta octo») e finisce con la deposizione di Federico II da parte di Innocenzo IV al Concilio di Lione e con la vacanza del trono imperiale dopo la morte di Federico II il 13 dicembre 1250 (c. b4v: «el quale deposito e morto la sedia del imperio insino al di de hogi vacha»), riuscendo persino a parlare del matrimonio di Macometo con «una matrona chiamata Cadigan [i.e. Khadīja]» (c. a4r). --Frognall (msg) 18:02, 8 ott 2021 (CEST)