Un giudizio su G. Arpino
[modifica wikitesto]Un anonimo ha inserito la critica di Gilberto Finzi all'opera di Arpino. Mi chiedo: in un'enciclopedia neutrale si possono fare preferenze per un critico su tutti gli altri?
Nell'attesa di una risposta, ripropongo qui il paragrafo. Sentruper (msg) 12:48, 8 gen 2012 (CET)
Narratore di un tempo di transizione, fra realismo e post-realismo ha dato prove diverse della sua non particolarmente inventiva scrittura. Narrare per lui è creare un'architettura o una struttura portante di fatti, esemplari umani, movimenti d'anima attraverso cui riconoscere il mondo in cui vive. la sua indagine dei conflitti sociali e di tipo prevalentemente psicologico, nel senso che i dati della realtà societaria vengono intercettati, ordinati e restituiti dalle coscienze e dal privato. Questo è però in sostanza il primario atteggiamento dello scrittore, inteso a cogliere il fermento della libertà dei singoli e la loro onesta ribellione di fronte al divieto, come in La suora giovane che è il miglior risultato della sua narrativa; oppure a ripercorrere il recente passato e a tracciare il bilancio generazionale come con Un delitto d'onore,Una nuvola d'ira, L'ombra delle colline. Il distacco dal passato resistenziale, dalla Torino "rettilineare" e antiquatamente perbenistica e dalle Langhe, presenze irrinunciabili dei romanzi citati, diviene meno pressante nei libri successivi, che appariranno persino evasivi, o comunque costruiti per narrare divertendo con minori preoccupazioni ideologiche ma anche senza uscire da una genericità linguistica: due elementi che identificano una letteratura indifferenziata e una scrittura ormai post-realistica. A questo modo di narrare senza morali della favola appartengono sia i romanzi Un'anima persa, Il buio e il miele , Il fratello italiano , sia i numerosi racconti raccolti ora in due volumi. (Gilberto Finzi, da Novelle Italiane Ed. Garzanti)