Copiaincolla testo da Discussione:Inceneritore#certificati_verdi

Grazie ad Utente:Demostene119 x la stesura del testo :)

Grazie per l'attenzione. Ho modificato la sezione conseguenze, sperando di renderla più neutrale, del resto non pensavo di pubblicare la voce così com'era, ma vedendola così e con l'integrazione di "certificati bianchi" potrebbe andare. --Demostene119 15:05, 14 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Per Nemo: Un mercato dove qualcuno deve comprare l’equivalente del 2% di quello che produce da altri concorrenti si definisce “assistito” o “distorto” non “corretto” perchè un mercato si dice corretto quando si istituiscono delle norme atte a garantire la concorrenza ed il libero scambio (tipo anti-trust). In My Humble Opinion, la tua dissertazione “l'incentivazione deve quindi essere calibrata” mi sembra più “politica” della versione precedente, considerando che la versione precedente parlava di fatti e invece tu parli di ipotesi, dato che l’ultimo piano energetico nazionale è del 1991 e le varie amministrazioni locali , navigando a vista, non fanno niente di quello che tu auspichi.--Demostene119 11:49, 17 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Demostene, il tuo punto di vista mi pare alquanto discutibile: il mercato viene regolato dalla politica a seconda delle proprie visioni e degli obiettivi: vi sono così sistemi di controllo della concorrenza e antitrust per evitare posizioni dominanti, e anche sistemi di incentivi (come questi, ma anche i finanziamenti per il fotovoltaico ad esempio) per promuovere tecnologie che dal mercato sarebbero schiacciate, ma che si vuole in un vicino futuro far prosperare per garantire interessi ambientali che dal mercato oggi non sono considerati. Questo si chiama "mercato assistito"? Non credo proprio, o dovremmo chiamare "mercato ostacolato" quello regolato dall'antitrust? Che manchi una politica energetica ce ne dispiaciamo tutti, ma questo non significa che il giudizio sui certificati verdi debba essere così negativo: moltissimi sono i paesi che si avvalgono dei certificati verdi per mettere in pratica politiche moderne e ambientaliste (come i Paesi Bassi).

La versione attuale della voce mi pare equilibrata. --L'uomo in ammollo 13:02, 17 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Vedi, Biopresto, i certificati verdi non fanno niente di tutto questo:"l'incentivazione deve quindi essere calibrata sulla base del territorio che si vuole assegnare a questo settore, della produzione che si vuole raggiungere, dei costi che si vogliono sostenere, per evitare conseguenze indesiderabili, a partire dalla degradazione di territori o paesaggi di grande valore (molto diffusi in Italia), a danno del settore culturale e turistico": Quindi, che ci fanno questi commenti su questa pagina? Potrebbero invece ben figurare in consumo di energia nel mondo al paragrafo “politica energetica”. --Demostene119 13:34, 17 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Scrivo dalla Svizzera dove i Certificati verdi non esistono per chiedervi se questi certificati non siano dei paliativi per produrre il 98% di energia fossile. In particolare vengono fatte domande per costruire piccole centrali idroelettiche corrispondenti al 2% del potenziale per realizzare poi centrali fossili a carbone, gas o in altre nazioni EU addirittura nucleari. In Italia sono pendenti molte domande per minicentrali idroelettriche proprio per sfruttare il 98% restante. L'esempio che più mi stà a cuore è la perforazione dei Bagni di Craveggia che svuoterà il fiume Isorno in territorio svizzero per creare una minicentrale in Val Vigezzo. In conclusione questi certificati sono tutto meno che "Verdi". Cordiali saluti Alberto Benzoni

ai comuni che hanno stipulato degli accordi prima del 2007, e nei quali non erano presenti i certificati verdi, possono richiedere alla ditta proprietaria dell'impianto eolico parte dei profitti dei certificati verdi visto che il comune percepisce solo 1,5% sulla produzione???

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