Demania cultripes (Alcock, 1898) è un granchio marino della famiglia Xanthidae.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Presenta un carapace moderatamente convesso e tubercoloso, più largo che lungo. I tubercoli sono presenti anche sui chelipedi e sono più prominenti sulla chela; quelli nella parte anteriore del carapace assumono invece un aspetto simile a scaglie.[2]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Proviene dall'oceano Pacifico occidentale, dove vive fino a 84 m di profondità.[3] È diffuso dalle Filippine e Taiwan[4] alla Nuova Caledonia e al Mar degli Alfuri.[5]
Tossicità
[modifica | modifica wikitesto]Non rara nel bycatch della pesca dei gamberi,[5] questa specie è mortale se ingerita in quanto contiene tetradotossina.[4][6] È possibile che la tossina sia endogena, ma è più probabile che il granchio la acquisisca alimentandosi di organismi che la contengono.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Demania cultripes, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 30 marzo 2020.
- ^ A. Alcock, p. 116.
- ^ (EN) Demania cultripes, su SeaLifeBase. URL consultato il 9 dicembre 2020.
- ^ a b (EN) Y.H. Tsai, P. H. Ho, C.C. Hwang, P.A. Hwang, C.A. Cheng e D.F. Hwang, Tetrodotoxin in several species of xanthid crabs in southern Taiwan, in Food Chemistry, vol. 95, n. 2, 2006, pp. 205-212, DOI:10.1016/j.foodchem.2004.12.032.
- ^ a b P.J.F. Davie, 1989, p. 126.
- ^ a b (EN) M. Asakawa, G. Gomez-Delan, S. Tsuruda, M. Shimomura, Y. Shida, S. Taniyama, M. Barte-Quilantang e J. Shindo, Toxicity Assessment of the Xanthid Crab Demania cultripes from Cebu Island, Philippines, in Journal of Toxicology, vol. 2010, n. 4, Hindawi Publishing Corporation, 2010, DOI:10.1155/2010/172367.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) A. Alcock, The Brachyura Cyclometopa. Part I. The family Xanthidae, in Materials for a carcinological fauna of India, vol. 67, n. 2, 1898, pp. 67-233.
- (EN) P.J.F. Davie, New records of Demania (Crustacea: Decapoda: Xanthidae) from Australia, in Memoirs of the Queensland Museum, vol. 27, n. 2, 1989, pp. 123-128.
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