Dómaldi | |
---|---|
Il sacrificio di Dómaldi, di Halfdan Egedius. | |
Re mitologico della Svezia | |
In carica | II secolo |
Predecessore | Vísburr |
Successore | Dómarr |
Signore di Uppsala | |
Nome completo | Dómaldi Vísbursson |
Morte | Gamla Uppsala, II secolo |
Dinastia | Yngling |
Padre | Vísburr |
Figli | Dómarr |
Religione | norrena |
Dómaldi, Domald, Domalde o Dómaldr (dal norreno: "Potere al giudice"[1]; ... – Gamla Uppsala, II secolo), è stato un re leggendario sueone della casata dei Yngling, di Uppsala.
Era figlio di Vísburr e a lui succedette Dómarr.
Ynglinga saga
[modifica | modifica wikitesto]La Saga degli Ynglingar (Ynglinga saga) racconta come sia morto sacrificato dalla sua stessa gente in seguito ad un lungo periodo di carestia:
«Dómaldi tók arf eptir föður sinn Vísbur, ok réð löndum. Á hans dögum gerðist í Svíþjóð sultr mikill ok seyra. Þá efldu Svíar blót stór at Uppsölum; hit fyrsta haust blótuðu þeir yxnum, ok batnaði ekki árferð at heldr. En annat haust hófu þeir mannblót, en árferð var söm eða verri. En hit þriðja haust kómu Svíar fjölment til Uppsala, þá er blót skyldu vera. Þá áttu höfðingjar ráðagerð sína; ok kom þat ásamt með þeim, at hallærit mundi standa af Dómalda konungi þeirra, ok þat með, at þeir skyldu honum blóta til árs sér, ok veita honum atgöngu ok drepa hann, ok rjóða stalla með blóði hans. Ok svá gerðu þeir.[2]»
«Dómaldi ricevette l'eredità dopo suo padre Visburr, e governò sulla terra. E in quel tempo ci fu fame e disperazione, gli svedesi fecero grandi offerte in sacrificio a Uppsala. Il primo autunno sacrificarono buoi, ma la stagione successiva non migliorò comunque. L'autunno successivo sacrificarono uomini, ma l'anno successivo fu persino peggio. Il terzo autunno, quando le offerte di sacrificio stavano per iniziare, una moltitudine di svedesi vennero a Uppsala; e ora i capi tennero consulto uno con l'altro, e tutti furono d'accordo che nei tempi di ristrettezze erano da imputare al loro re Dómaldi, e risolsero di offrire lui per le buone stagioni e assalirono lui e lo uccisero, e sparsero il piedistallo degli dei col suo sangue. E così fu.»
Si noti come vi fosse una forte relazione tra il re e il suo comportamento con le sorti della gente che governa e persino col tempo e l'abbondanza o le ristrettezze nei raccolti. Una relazione che si avvicina all'identificazione tra re e regno e con la quale si possono tracciare parallelismi col ruolo del re sacro come sposo della Dea Terra presso alcune popolazioni celtiche[3] ed in quanto tale col dovere di assicurarsi che la divinità provvedesse al popolo[4][5]. Analogamente, presso diverse culture orientali era stato elaborato il concetto del mandato del cielo, per cui i cataclismi come alluvioni e carestie potevano essere interpretati come il suo ritiro in favore di un sovrano più meritevole che, nel Tengrismo poteva comportare il sacrificio del re perdente delle battaglie, non più benvoluto dal "Cielo blu eterno".
Come descritto nel brano precedente, Dómaldi da piccolo fu colpito da un Seiðr emesso dalla matrigna, che lo rese malaticcio. La carestia che seguì con la sua età adulta potrebbe essere vista anche come la gracilità che dal corpo del re si trasmette al suo regno.
Ynglingal
[modifica | modifica wikitesto]La versione nell'Ynglingatal non presenta particolari difficoltà di interpretazione, a parte forse un kenning presente nel testo.
(NON)
Hitt var fyrrv
at fold ruðu
sverðberendr
sínum drótni,
ok landherr
af lífs vönum
dreyrug vápn
Dómalda bar,
þá er árgjörn
Jóta dolgi
Svía kind
of sóa skyldi[6]
(IT)
Accadde un tempo
che i portatori d'arme
con il loro regnante
arrossarono la terra,
e il popolo del paese
lasciando Dómaldi
senza vita,
le loro armi insanguinate
quando i sueoni
cercando buoni raccolti,
offrirono
il nemico degli Jótar.
(EN)
Once it was
weapon-bearers
with their ruler
reddened the ground,
and the land's people
left Dómaldi
without life,
their weapons bloody,
when the Svíar
seeking good harvests
offered up
the enemy of Jótar.[7]
Il nemico degli Jótar ("Jóta dólgr"), ossia dei Goti (Jóti, norreno antico: Jo'tar, Jótskr), è Dómaldi.
Historia Norvegiæ
[modifica | modifica wikitesto]L'Historia Norvegiæ presenta una versione chiara e concisa del'Ynglingatal.
«Cujus [Wisbur] filium Domald Sweones suspendentes pro fertilitate frugum deæ Cereri hostiam obtulerunt. Iste genuit Domar […]»
«Suo [di Visbur] figlio Dómaldi fu elevato dagli svedesi come offerta sacrificale a Ceres per assicurare raccolti abbondanti. Dómaldi generò Domar, […]»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ McKinnell, p.70.
- ^ Saga degli Ynglingar - 15. Dauði Dómalda
- ^ Ad esempio l'uomo di Croghan, l'uomo di Clonycavan e l'uomo di Cashel, tutti in Irlanda.
- ^ Si veda il concetto di re sacro analizzato ne Il ramo d'oro di James George Frazer.
- ^ Eliseo Ferrer, About the «Sacrifice of the Sacred King». Myth, Ritual and Meaning, 4 marzo 2023, DOI:10.2139/ssrn.4378332.
- ^ Ynglingatal, Stanze VIII e IX
- ^ Ynglingatal, Stanze VIII e IX
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (NON) Ynglinge-saga, opera in prosa di Snorri Sturluson, 1225 circa (traduzione in inglese)
- (NON) Ynglingatal, poema scaldico di Þjóðólfr da Hvinir, IX secolo
- (LA) Historia Norvegiæ, opera in prosa, anonimo, XII secolo circa
- Fonti moderne
- (EN) John McKinnell, Meeting the Other in Norse Myth and Legend, DS Brewer, 2005, p. 70, ISBN 978-1-84384-042-8.
- (EN) Shami Ghosh, II -Skaldic verse saga prose: transmission and reliability, in Kings' Sagas and Norwegian History: Problems and Perspectives, BRILL, 23 settembre 2011, pp. 27-29, ISBN 90-04-20989-1.
- Birger Nerman, Det svenska rikets uppkomst, Generalstabens Litografiska Anstalt, 1925.
- Theodor Wisén, Carmina norrœna, Libreria Gleerupiana, 1886.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (NON, IT) Biblioteca - Progetto Bifröst, a cura di Stefano Mazza.
- (NON, EN) Mitologia germanica - Raccolta completa con traduzioni in inglese
- (NON, SV, EN) Open Library, raccolta delle opere di Viktor Rydberg