Il cratoselache (Cratoselache pruvosti) è un pesce cartilagineo estinto, appartenente agli ctenacantiformi. Visse nel Carbonifero inferiore (circa 345 - 340 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Europa.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo pesce doveva essere lungo circa un metro e mezzo e doveva richiamare, nell'aspetto generale, lo "squalo" arcaico Cladoselache del Devoniano. Cratoselache possedeva numerose caratteristiche tipiche degli elasmobranchi nelle mascelle e nella struttura del cinto pettorale, ma era caratterizzato dalla presenza di placche ossee o calcificate che sembravano far parte della sommità del cranio; queste placche sono state descritte come non assimilabili a placche dermiche. Il cinto pettorale di Cratoselache era molto simile a quello di Cladoselache ma per alcuni versi anticipava quello dei successivi ctenacantiformi.
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]Descritto per la prima volta nel 1924 da Arthur Smith Woodward e Michel Legraye, Cratoselache pruvosti è noto per un esemplare rinvenuto in terreni del Carbonifero inferiore di Denée, in Belgio. I fossili sono stati attribuiti variamente ai placodermi artrodiri, ai placodermi stensioellidi o ai gemuendinidi a causa delle strane placche sul capo, ma fu Stensio nel 1963 a istituire l'ordine Cratoselachi e ad attribuire correttamente questo animale agli elasmobranchi. Più di recente Rainer Zangerl (1981) ha indicato che Cratoselache doveva essere un rappresentante aberrante degli ctenacantiformi.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Arthur Smith Woodward & Michel Legraye, 1924. «Un nouvel Elasmobranche (Cratoselache pruvosti gen. et sp. nov.) du calcaire carbonifère inférieur de Denée», Annales de la Société géologique de Belgique [En ligne], Mémoires in-4°, Tome 5: livre jubilaire du 50e anniversaire de la Société, 1874 - 1924, Volume 1 - fascicule 1, 57 - 62 URL : https://popups.uliege.be:443/0037-9395/index.php?id=5478.
- R. Zangerl. 1981. Chondrichthyes I: Paleozoic Elasmobranchii. In H.P. Schultze (ed.), Handbook of Paleoichthyology 3a