Crapiata | |
---|---|
Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Basilicata |
Dettagli | |
Categoria | piatto unico |
Riconoscimento | P.A.T. |
La crapiata (crapiète) è un piatto tipico materano.[1]
È un piatto povero di origini molto antiche, risalente al periodo romano,[2] e consiste in un mix di legumi e cereali, in cui si assapora il nuovo raccolto della stagione, frutto del lavoro di tutti i contadini dei Sassi, unico condimento concesso era il sale. È anche un momento di solidarietà, perché tutti contribuiscono, in base alle proprie capacità. Questo rito collettivo viene celebrato ogni primo d'agosto, con musica, balli e allegria[3].
Oggi è possibile acquistarla in vasetti già confezionati.
Con decreto ministeriale del 25 febbraio 2022, la crapiata è entrata nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali lucani (PAT).[4]
Ingredienti
[modifica | modifica wikitesto]- Acqua
- Ceci
- Cicerchie
- Fagioli
- Fave
- Grano
- Lenticchie
- Patatine novelle
- Sale
Preparazione
[modifica | modifica wikitesto]In un capiente pentolone di rame si porta ad ebollizione l'acqua, sul fuoco vivo, poi si aggiungono i legumi messi a bagno la sera prima, il grano, poche patatine ed infine si aggiunge il sale. La si accompagna con un bicchiere di vino primitivo materano, del pane di Matera e la si mangia in compagnia all'aperto nei vicinati dei Sassi.
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Esiste una variante di questo piatto - detta "Crapiata di Pitagora" - dove fra gli ingredienti sono escluse le fave, essendo queste vietate dai precetti pitagorici.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La Crapiata, la zuppa di legumi della tradizione materana, su Sapori dei Sassi Blog. URL consultato il 29 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2015).
- ^ SAGRA DELLA CRAPIATA A MATERA, su guidematera.it. URL consultato il 29 giugno 2015.
- ^ La crapiata, su Matera. URL consultato il 29 giugno 2015.
- ^ Gazzetta Ufficiale, Supplemento ordinario alla “Gazzetta Ufficiale„ n. 67 del 21 marzo 2022 - Serie generale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 27 marzo 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lucilla Rami Ceci, Sassi e templi: il luogo antropologico tra cultura e ambiente, Roma, Armando Editore, 2003, pag. 67-68.
- Carlo Cambi, Le ricette d'oro delle migliori osterie e trattorie italiane del Mangiarozzo, Newton Compton Editori, 2010, ISBN 88-541-2724-8.