Cranchia scabra | |
---|---|
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Mollusca |
Classe | Cephalopoda |
Sottoclasse | Coleoidea |
Superordine | Decabrachia |
Ordine | Teuthida |
Sottordine | Oegopsina |
Famiglia | Cranchiidae |
Sottofamiglia | Cranchiinae |
Genere | Cranchia Leach, 1817 |
Specie | C. scabra |
Nomenclatura binomiale | |
Cranchia scabra Leach, 1817 |
Cranchia scabra Leach, 1817 è una specie di molluschi cefalopodi appartenente alla famiglia Cranchiidae, unica appartenente al genere Cranchia[2][3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]In Cranchia scabra il mantello è fusiforme ma tozzo e termina posteriormente con un punta larga e ottusa. L'epidermide del mantello è ricoperta di tubercoli cartilaginosi di varia dimensione che portano delle spine superiormente. Le pinne sono ovoidali e hanno un ampio lobo libero posteriore. Sul globo oculare sono presenti 14 fotofori. Le femmine nache immature hanno un fotoforo all'apide di ogni braccio. Nel maschio il quarto braccio destro è ectocotilizzato ma ha comunque delle ventose in quattro serie nella parte mediana[4]. L'animale vivo è quasi completamente trasparente[1].
La lunghezza del mantello raggiunge 15 cm[4].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]C. scabra è presente in tutti gli oceani nelle fasce tropicali e subtropicali tra i 45* nord e i 35* sud[4]. Un individuo è stato catturato nel mar Mediterraneo nelle acque delle isole Baleari nel 1998[5].
Come nella generalità dei Cranchiidae le paralarve e i giovanili si trovano in acque poco profonde della zona epipelagica fino a circa 400 metri. Gli individui più grandi discendono a maggiori profondità nella zona mesopelagica e gli adulti si trovano nella zona batipelagica a circa 2000 metri[4].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Sembra che la crescita della fase giovanile epipelagica sia molto veloce e che dopo soli 4-5 mesi C. scabra possa raggiungere dimensioni prossime a quelle dell'adulto abbandonando le acque superficiali per spingersi in profondità[1].
Predatori
[modifica | modifica wikitesto]Viene consumato da numerosi predatori pelagici[4] tra i quali il cetaceo odontoceto Globicephala macrorhynchus e il pesce osseo Thunnus obesus[1]. Se minacciata è in grado di retrarre testa è braccia all'interno dela cavità del mantello e di produrre inchiostro all'interno della stessa[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e (EN) Cranchia scabra, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) MolluscaBase eds. (2024), 'Cranchia scabra, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 22/12/2024.
- ^ (EN) MolluscaBase eds. (2024), 'Cranchia, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 22/12/2024.
- ^ a b c d e Jereb e Roper, 2010, pp. 151-152
- ^ (EN) Quetglas A., Alemany F., Carbonell A. e Sánchez P., First record of Cranchia scabra Leach, 1817 (Cephalopoda: Cranchiidae) in the Mediterranean Sea, in Bollettino Malacologico, vol. 35, 2000, pp. 1-4. URL consultato il 22 dicembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jereb P. e Roper C.F.E. (a cura di), Cephalopods of the world. An annotated and illustrated catalogue of cephalopod species known to date. Vol 2. Myopsid and oegopsid squids. (PDF), collana FAO Species Catalogue for Fishery Purposes, vol. 1, n. 2, Roma, FAO, 2010.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cranchia scabra