La Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone di Marino (in lingua latina Venerabilis Archiconfraternita Vexilliferororum Mareni[1]) è stata una confraternita cattolica con sede presso la basilica di San Barnaba a Marino, in provincia di Roma, nell'area dei Castelli Romani.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]San Bonaventura da Bagnoregio, teologo e dottore della Chiesa, tra il 1273 ed il 1274 fu cardinale vescovo della sede suburbicaria di Albano: durante una sua visita a Marino, si recò in preghiera presso il santuario di Santa Maria dell'Acquasanta. La leggenda, narrata da Carlo Bartolomeo Piazza ne La gerarchia cardinalizia, è la seguente[1]:
«In una di quelle sue visite, s. Bonaventura, meditando il modo acciò i secolari con particolar ossequio onorassero la Madre di Dio, credette gradito le riuscirebbe il redimere dalle mani degl'infedeli i cristiani fatti schiavi, l'erezioni di ospedali, l'accompagnare i defunti alla sepoltura e suffragarne le anime; vide in visione che molti angeli in candide vesti stavano riverenti intorno alla sacra immagine, e dopo aver egli orato avanti la medesima, rivolse i suoi passi a Marino, ed incontrò alcuni fanciulli marinesi, con camiciette in luogo di cotte sui loro abiti, che imitando le processioni del clero, cantavano laudi spirituali. Allora il santo si unì con essi, e con loro s'inviò all'antica chiesa di s. Lucia, di gotica bellissima struttura, di marmi, pitture e mosaici adorna [...]; ivi giunto encomiando lo zelo di que' giovinetti, invitò i signori di Marino ad unirsi insieme per l'effetto di tali opere pie, ad imitazione del terzo ordine secolare di s. Francesco.»
La Confraternita ebbe inizialmente per sede la chiesa di Santa Maria delle Grazie, situata fuori dalla cerchia muraria nell'attuale quartiere Borgo Garibaldi. Nel 1580 tuttavia i confrati cedettero la chiesa ai padri Agostiniani, che vi si installarono fino al 1954. Con ogni probabilità, i confrati fondarono in seguito un nuovo oratorio come propria sede presso l'antica parrocchiale di Santa Lucia, oggi adattata a Museo Civico Umberto Mastroianni; infine, dopo la costruzione della basilica di San Barnaba (1640-1662) nel 1698 i confrati incaricarono l'architetto Girolamo Fontana di costruire l'Oratorio del Gonfalone, che rimase la sede definitiva della Confraternita.[1] In aggiunta alla bolla di erezione canonica della Confraternita, papa Paolo V nel 1607 confermò l'istituzione della pia associazione con il grado di arciconfraternita, ovvero capo e madre di altre confraternite.[1]
La Confraternita del Gonfalone di Marino ha sempre sostenuto la propria primazia sull'omonima confraternita di Roma[2]: Lo storico ecclesiastico Gaetano Moroni individua i seguenti punti che potrebbero far supporre questa primizia:
«1° L'antichità degli oratorii del sodalizio di Marino [...]»
«2° Diversi autori asseriscono l'antichità e la primazia dell'arciconfraternita del Gonfalone di Marino e fra gli altri il francescano fr. Flaminio da Latera, che dice che vari autori l'affermano, ed il citato Piazza.»
«3° L'avere l'arciconfraternita fondato le altre confraternite della Carità e del ss. Sagramento in Marino prima del 1500 [...]»
«4° Ad onta che [...] sieno periti i più antichi libri dell'arciconfraternita, non ostante nei superstiti del cinquecento s'incontrano alcune memorie della primazia e dei diplomi che si danno in antico latino, mentre la romana li concede in volgare.»
«5° Nel passato secolo [...] quantunque vi dosse l'arciconfraternita di Roma, quella di Marino ebbe la precedenza, ed altrettanto si pratica ogni anno santo quando il sodalizio portasi in Roma.»
Ancora, riguardo alla primazia della Confraternita di Marino sull'omonima romana, si afferma che durante la processione al santuario della Madonna del Divino Amore tenutasi nel 1744 in occasione della traslazione dell'immagine della Madonna nell'attuale collocazione[3], la Confraternita di Marino tenne la precedenza su quella di Roma[4]; lo stesso accadde durante le processioni per il giubileo del 1825.[5][4] Il 29 giugno 1839 infine alcuni confrati romani vennero a Marino e celebrarono una funzione assieme ai confrati marinesi, vestendo i loro stessi abiti e riconoscendo così la primazia dei marinesi.[4]
Il cardinale Mario Mattei, protettore della città di Marino sotto il pontificato di papa Gregorio XVI, fu anche protettore della Confraternita del Gonfalone.[4]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La Confraternita del Gonfalone venne istituita come associazione di pii individui che dovevano operare del bene alla comunità: così rientrava nelle sue competenze l'assistenza ai moribondi, la gestione delle strutture sanitarie -in seguito a Marino devoluta alla Confraternita della Carità-, opera di apostolato e di predicazione.
In un documento redatto dal governo repubblicano del 24 ottobre 1799 si asserisce che la Confraternita era divenuta molto ricca, e già dal Cinquecento i suoi beni furono devoluti nella fondazione di un convento di padri Agostiniani -presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie- e di diverse confraternite filiali, come la Confraternita del Santissimo Sacramento, quella del Crocifisso o della Buona Morte e quella delle Anime del Purgatorio.[4]
Tutti i documenti della Confraternita erano redatti in lingua latina: in particolare, all'inizio e alla fine erano contenute due formule fisse:
«Nos praesides Ven. Archiconfr. Vexilliferorum Mareni sub invocatione Deiparae de Mercede primum a s. Bonaventura fundatae.»
«Noi presidi della Venerabile Arcoconfraternita del Gonfalone di Marino sotto l'invocazione di Santa Maria delle Grazie fondata per prima da San Bonaventura.»
«Oramus itaque universas urbis et orbis archiconfr., confrat., sodalitia, congregationes, piosque uniones, ut se in talem recipiant et agnoscant.»
«Preghiamo e così tutte le arciconfraternite, confraternite, sodalizi, congregazioni, e pie unioni, perché si contengano e riconoscano in questo.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XLIII p. 43.
- ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XLIII pp. 43-44.
- ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XVII pp. 8-9.
- ^ a b c d e Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XLIII p. 44.
- ^ Diario di Roma, n° 77 - 1825.