Confine tra l'Armenia e la Turchia | |
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Dati generali | |
Stati | Armenia Turchia |
Lunghezza | 328 km |
Dati storici | |
Istituito nel | 1991 |
Il confine tra Armenia e Turchia (in armeno Հայաստան–Թուրքիա սահման?, in turco Ermenistan–Türkiye sınırı) è lungo 311 km e parte dalla triplice frontiera con la Georgia a nord fino alla triplice frontiera con l'Azerbaigian a sud.[1]
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]Il confine inizia a nord alla triplice frontiera con la Georgia, poco più a ovest del Lago Arpi e procede verso sud attraverso una serie di linee irregolari attraverso gli altopiani armeni. Una volta raggiunto il fiume Akhurian, segue quest'ultimo verso sud fino alla confluenza con il fiume Aras, seguendone il corso verso est e poi sud-est, fino alla triplice frontiera con la Repubblica Autonoma di Naxçıvan, in Azerbaigian. Le antiche rovine di Ani si trovano direttamente adiacenti al confine sul lato turco.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Durante il XIX secolo la regione del Caucaso fu contesa tra l'Impero ottomano in declino, la Persia e la Russia, che si stava espandendo verso sud. La Russia aveva conquistato la maggior parte delle terre caucasiche della Persia nel 1828, compresa l'attuale Armenia (chiamata Armenia orientale), e poi rivolse le proprie mire all'Impero ottomano.[2] Con il Trattato di Adrianopoli del 1829, che pose fine alla guerra russo-turca del 1828-1829, la Russia ottenne la maggior parte dell'attuale Georgia e gli ottomani riconobbero la sovranità russa sull'Armenia orientale.[3][4][5]
Con la Pace di Santo Stefano, che pose fine alla guerra russo-turca (1877-1878), la Russia ottenne considerevoli territori in quella che oggi è la Turchia orientale (chiamata Armenia occidentale), estendendo la frontiera ottomano-russa a sud-ovest.[3][6][7] Le conquiste della Russia di Batumi, Kars e Ardahan furono confermate dal Trattato di Berlino (1878), anche se fu poi costretta a restituire parte dell'area intorno a Bayazid (l'attuale Doğubayazıt) e la valle di Eleşkirt.[7]
Durante la prima guerra mondiale la Russia invase le aree orientali dell'Impero ottomano. Nel caos che seguì la rivoluzione russa del 1917, il nuovo governo comunista cercò frettolosamente di porre fine al suo coinvolgimento nella guerra e firmò nel 1918 il trattato di Brest-Litovsk con la Germania e l'Impero ottomano.[2] Con tale trattato, la Russia restituì le aree acquisite dai precedenti trattati di Santo Stefano e di Berlino.[3]
Cercando di ottenere l'indipendenza da entrambi gli imperi, i popoli del Caucaso meridionale dichiararono la Repubblica Federativa Democratica Transcaucasica nel 1918 e avviarono colloqui di pace con gli ottomani.[8][9] Disaccordi interni portarono la Georgia a lasciare la federazione nel maggio 1918, seguita poco dopo da Armenia e Azerbaigian. Con gli ottomani che avevano invaso il Caucaso e guadagnato rapidamente terreno, le tre nuove repubbliche furono costrette a firmare il Trattato di Batumi il 4 giugno 1918, con il quale riconoscevano il confine antecedente al 1878.[10][11] L'Armenia, in particolare, stava vacillando per le conseguenze del genocidio armeno guidato dagli ottomani, che portò un gran numero di rifugiati a fuggire dall'Armenia occidentale.[12][13]
Con l'Impero ottomano sconfitto in Europa e in Arabia, le potenze alleate pianificarono di dividerlo tramite il Trattato di Sèvres del 1920.[3][14] Il trattato riconosceva l'indipendenza georgiana e armena, concedendo a entrambe le vaste terre nella Turchia orientale (nel caso dell'Armenia questa è stata soprannominata "Armenia wilsoniana'', dal nome del presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson), con un confine esteso tra Armenia e Georgia da decidere in un secondo momento.[15] I nazionalisti turchi, indignati per il trattato, contribuirono allo scoppio della guerra d'indipendenza turca; il successo turco in questo conflitto rese il trattato di Sèvres obsoleto.[2] Le conquiste ottomane in Armenia furono consolidate dal Trattato di Alessandropoli del 1920.
Nel 1920 l'Armata Rossa russa invase l'Azerbaigian e l'Armenia, ponendo fine all'indipendenza di entrambe, seguite poco dopo dalla Georgia. Per evitare una guerra russo-turca su larga scala, le due nazioni firmarono il Trattato di Mosca nel marzo 1921, che creò un confine sovietico-ottomano modificato.[2][3][16][17] Tuttavia, ulteriori combattimenti ebbero luogo sul terreno e le trattative si bloccarono; le disposizioni del trattato furono successivamente confermate dal Trattato di Kars dell'ottobre 1921, definendo ciò che è l'odierno confine tra Armenia e Turchia nella sua posizione attuale. Il confine fu poi delimitato sul terreno tra marzo 1925 e luglio 1926 da una Commissione turca. L'indipendenza della Turchia fu riconosciuta dal Trattato di Losanna del 1923.[18]
L'Armenia fu inizialmente incorporata insieme all'Azerbaigian nella RSFS transcaucasica all'interno dell'URSS, prima di essere scissa come Repubblica Socialista Sovietica Armena nel 1936. Il confine tracciato dal Trattato di Kars rimase intatto, nonostante si presentassero occasionali proteste sovietiche che ne chiedevano la revisione, in particolare nel 1945.[2][19][20] La Turchia, sostenuta dagli Stati Uniti, si rifiutò di discuterne, e i sovietici, cercando di migliorare le relazioni con il loro vicini meridionali, abbandonarono la questione.[3][21]
In seguito al crollo dell'URSS nel 1991, l'Armenia ottenne l'indipendenza ed ereditò la sua sezione di confine turco-sovietico. Sebbene la Turchia avesse riconosciuto l'indipendenza dell'Armenia, le relazioni tra i due paesi si inasprirono quasi immediatamente e il confine venne chiuso: la Turchia si oppose alle rivendicazioni irredentiste alla Turchia orientale da parte dei nazionalisti armeni che sostenevano un'"Armenia Unita", così come il riconoscimento internazionale del genocidio armeno. La Turchia sostenne anche il suo stretto alleato, l'Azerbaigian, nella prima guerra del Nagorno Karabakh,[22] interrompendo le sue relazioni commerciali e diplomatiche con l'Armenia e chiudendo unilateralmente i suoi confini terrestri dal 1993.
Le relazioni si sono leggermente scongelate negli anni 2000, portando alla firma dei Protocolli di Zurigo nel 2009, in cui si prevedeva l'apertura del confine.[23] I colloqui però sono falliti e il confine rimane chiuso.[24][25]
Attraversamento del confine
[modifica | modifica wikitesto]Fino al 1993 c'erano tre valichi lungo tutto il confine, due per il traffico veicolare e uno per il traffico veicolare e ferroviario; tuttavia sono tutti chiusi.
Nel luglio del 2022, con un comunicato del Ministero degli Esteri turco, è stato annunciato che i due Paesi hanno in programma di consentire nuovamente l'attraversamento del confine, anche se solo ai cittadini di Paesi terzi.[26] Non sono state comunicate né la data di tale riapertura, né la denominazione del/dei posto/i che si prevede di riaprire.
Frontiera
turca |
Provincia | Frontiera
armena |
Provincia | Apertura | Strada in Turchia | Strada in Armenia | Status |
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Akyaka | Kars | Akhurik | Shirak | 4 settembre 1953 -
11 luglio 1993 |
Chiusa | ||
Alican | Iğdır | Margara | Armavir | 1993 | Chiusa |
Insediamenti vicino al confine
[modifica | modifica wikitesto]Armenia
[modifica | modifica wikitesto]Turchia
[modifica | modifica wikitesto]Galleria d'immagini
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Confine recintato vicino Ani
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Il confine lungo il fiume Arkhurian
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Confine recintato vicino a Yereruyk
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Ponte distrutto sul fiume Arkhurian
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Confine vicino Ani
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Posto di frontiera armeno
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Copia archiviata. URL consultato l'11 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2017).
- ^ a b c d e The boundary between Turkey and the USSR (PDF) (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2017).
- ^ a b c d e f Copia archiviata (PDF). URL consultato l'11 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2020).
- ^ John Emerich Edward Dalberg Acton, The Cambridge Modern History, Macmillan & Co, 1907, p. 202.
- ^ Tucker (a cura di), A Global Chronology of Conflict: From the Ancient World to the Modern Middle East, ABC-CLIO, 2010, p. 1154, ISBN 978-1851096725.«"The Turks recognize Russian possession of Georgia and the khanates of Yerevan (Erivan) and Nakhichevan that had been ceded by Persia to Russia the year before."»
- ^ Map of Europe by treaty, vol. IV (1875-1891), First, 1891.
- ^ a b The European concert in the Eastern Question, 1885.
- ^ Richard Hovannisian, ISBN 978-0-333-61974-2, OCLC 312951712. (Armenian Perspective)
- ^ Ezel Kural Shaw, History of the Ottoman Empire and Modern Turkey, vol. 2, 1977, OCLC 78646544. (Turkish Perspective)
- ^ Charlotte Mathilde Louise Hille, 2010, ISBN 978-9-004-17901-1.
- ^ Alexander Mikaberidze, 2011, ISBN 978-1-598-84337-8.
- ^ 8 facts about the Armenian genocide 100 years ago, in CNN.com. URL consultato il 13 dicembre 2015.
- ^ 100 Years Ago, 1.5 Million Christian Armenians Were Systematically Killed. Today, It's Still Not A 'Genocide', su The Huffington Post. URL consultato il 13 dicembre 2015.
- ^ Paul C. Helmreich, From Paris to Sèvres: The Partition of the Ottoman Empire at the Peace Conference of 1919–1920, Columbus, Ohio, Ohio State University Press, 1974.
- ^ Richard G. Hovannisian, The Republic of Armenia, Vol. IV: Between Crescent and Sickle, Partition and Sovietization, Berkeley, California, University of California Press, 1996, pp. 40–44, ISBN 0-520-08804-2.
- ^ Arthur Tsutsiev, Atlas of the Ethno-Political History of the Caucasus, traduzione di Nora Seligman Favorov, New Haven, Yale University Press, 2014, p. 79, ISBN 978-0300153088.
- ^ Charles King, The Ghost of Freedom: A History of the Caucasus, Oxford, Oxford University Press, 2008, p. 189, ISBN 978-0195177756.
- ^ Treaty of Lausanne.
- ^ Nikita S. Khrushchev, Memoirs of Nikita Khrushchev: Reformer, 1945-1964, a cura di Sergei Khrushchev, traduzione di George Shriver, University Park, PA, Penn State University Press, 2006, p. 426, ISBN 978-0271058597.
- ^ Ronald Grigor Suny, Looking toward Ararat, Bloomington, Indiana University Press, 1993, pp. 165–169, ISBN 978-0253207739.
- ^ Yaacov Ro'i, From Encroachment to Involvement: A Documentary Study of Soviet Policy in the Middle East, 1945-1973, Transaction Publisher, 1974, pp. 106–107.
- ^ William M. Hale. Turkish Foreign Policy, 1774–2000, Routledge, 2000, ISBN 0-7146-5071-4, p. 273
- ^ Turkey, Armenia sign deal on normalising relations, su sofiaecho.com. URL consultato l'11 settembre 2020 (archiviato il 4 marzo 2016).
- ^ Gerard J. Libaridian. Modern Armenia: People, Nation, State, Transaction Publishers, 2004, ISBN 0-7658-0205-8, p. 245
- ^ The Ties That Divide, in Economist, Global Heritage Fund, 15 giugno 2006. URL consultato il 14 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2008).
- ^ No: 212, 1 July 2022, Press Release Regarding the Meeting of the Special Representatives for the Normalization Process Between Türkiye and Armenia, Ambassador Serdar Kılıç and Deputy Speaker of the Armenian Parliament Ruben Rubinyan / Rep. of Turkey Ministry of Foreign Affairs, su www.mfa.gov.tr. URL consultato il 2 luglio 2022.
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