Il condono edilizio, è una particolare tipo di condono, che permette di sanare le opere edilizie in contrasto con le norme urbanistiche e di conseguenza di eliminare i possibili provvedimenti sanzionatori. Con il condono edilizio è possibile sanare fenomeni di abusivismo compiuti nell'ambito delle regole di costruzione, di ampliamento o di modifiche di natura edilizia. La durata temporale del condono è limitata nel tempo, ossia sottoposta a un termine iniziale e un termine finale entro il quale aderire su base non obbligatoria.
Condoni edilizi in Italia
[modifica | modifica wikitesto]In Italia sono state emanate tre leggi di condono edilizio[1][2]:
- Legge n. 47 del 28 febbraio 1985, art. 13 (Governo Craxi I) [3]
- Legge n. 724 del 23 dicembre 1994, art. 39 (Governo Berlusconi I) [4]
- Legge n. 326 del 24 novembre 2003 (Governo Berlusconi II) [5]
A questi si aggiunge una serie di condoni introdotti tramite Decreto-legge, molti dei quali poi decaduti per mancata conversione in legge da parte del Parlamento.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Condono edilizio, su Altalex, 24 marzo 2020. URL consultato il 5 dicembre 2022.
- ^ a b Corriere della Sera - La storia dei condoni in Italia, su corriere.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.
- ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.
- ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.
- ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.