Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado è una delle fonti di maggiore rilevanza in particolare per la storia del Giudicato di Arborea nei secoli XII e XIII, ma anche per la Storia della Sardegna giudicale. Il documento ha anche un valore per gli studi glottologici e filologici. Il documento attesta la presenza della lingua dell'area arborense, una lingua dialettologicamente di cerniera,[1] tra il logudorese e il campidanese. Il monastero e la Basilica di Santa Maria di Bonarcado sono ubicati in regione di Milis. Il monastero camaldolese, affiliato all'abbazia di San Zeno di Pisa, era stato fondato per volere del judike arborense Costantino I.
Contenuto e storia del documento
[modifica | modifica wikitesto]L'atto di fondazione, risalente al 1110,[2] è il primo documento del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado.[3] Un altro documento riporta la memoria della consacrazione della clesia nuova[4] di Santa Maria (in riferimento al più antico santuario di Nostra Signora di Bonacattu), avvenuta tra il 1146 e il 1147[2], durante il regno di Barisone I de Lacon-Serra, alla presenza dell'arcivescovo di Pisa Villano, legato pontificio, di diversi presuli sardi, dello stesso Barisone e degli altri tre giudici sardi.[4]
La copia manoscritta del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado è custodita, dal 1936/7, presso la Biblioteca universitaria di Cagliari (ms. 277).[5]
Nel XIX secolo una serie di condaghi entrarono a far parte della collezione di manoscritti, documenti, stampe e libri relativi alla Sardegna, dei fratelli Simon di Alghero. Successivamente la collezione viene acquisita dal barone Matteo Maria Guillot, a titolo ereditario, dai fratelli Simon. Nel 1900, l'esistenza dei manoscritti viene resa nota, la Biblioteca universitaria di Cagliari ne deliberò quindi l'acquisto che si perfezionò nel 1936.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Maurizio Virdis, Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, Nuoro, 2003, p. 7
- ^ a b Bonarcado, Chiesa di Santa Maria, su sardegnacultura.it. URL consultato il 23 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2015).
- ^ CSMB, doc. 1.
- ^ a b CSMB, doc. 145.
- ^ M. Virdis, Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, Nuoro, 2003, p. 35
- ^ Istituto Centrale per il Catalogo Unico Cagliari, Biblioteca universitaria di Cagliari, Manoscritti, ms. 278 [1]
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enrico Besta, Condaghe di Santa Maria di Bonarcado. in Arrigo Solmi e A. Besta, (a cura di), I Condaghi di San Nicola di Trullas e Santa Maria di Binarcado Milano, Giuffrè, 1937;
- Raimondo Carta Raspi (a cura di), Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, Cagliari, Il Nuraghe, 1937;
- Olivetta Schena, Le scritture del Condaghe di S. Maria di Bonarcado, in Miscellanea di studi medioevali sardo-catalani, Cagliari, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centro di studi sui rapporti italo-iberici, 1981
- Maurizio Virdis, Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, Editore Ilisso, Nuoro, 2003 ISBN 88-87825-74-2
- Giulio Paulis, Studi sul sardo medievale, Ilisso, Nuoro. 1997 ISBN 88-85098-57-6
- V. Schirru, Le pergamene camaldolesi relative alla Sardegna nell'Archivio di Stato di Firenze, in Archivio storico sardo, vol. 40, 1999, pp. 9–223.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Condaghe di San Gavino
- Condaghe di San Pietro di Silki
- Condaghe di San Michele di Salvenero
- Condaghe di San Nicola di Trullas