Complesso nebuloso molecolare di Gemini OB1 Regione H II | |
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Il complesso nebuloso molecolare di Gemini OB1 | |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Gemelli |
Ascensione retta | 06h 15m : |
Declinazione | 22° 41′ 31″ |
Coordinate galattiche | l = 189; b = 0 |
Distanza | 4900-6500[1] a.l. (1500-2000[1] pc) |
Magnitudine apparente (V) | - |
Dimensione apparente (V) | 5,7° x 5,7°[1] |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Regione H II |
Dimensioni | 577 x 720[1] a.l. (177 x 221[1] pc) |
Altre designazioni | |
Gem OB1 (associazione OB) IC 443/444 - NGC 2174/5 - Sh2-247/9 | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di regioni H II |
Il Complesso nebuloso molecolare di Gemini OB1 (o Complesso Gem OB1) è una vasta regione di formazione stellare situata in direzione della parte occidentale della costellazione dei Gemelli; è formata da un insieme di nubi molecolari giganti, regioni di gas ionizzato e stelle brillanti come giganti blu e azzurre, facenti parte dell'associazione stellare Gem OB1.[1]
Alcune delle regioni del complesso si estendono fino alla parte settentrionale di Orione, come nel caso di NGC 2175 (Sh2-252); i numerosi studi condotti in quest'area di cielo mostrano che i fenomeni di formazione stellare sono tuttora in atto in alcune delle nubi più dense, in parte favoriti dall'azione del vento stellare delle stelle più massicce dell'associazione Gem OB1.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]La regione di Gem OB1 occupa la parte più occidentale della costellazione dei Gemelli, sconfinando per una piccola parte nelle contigue costellazioni di Orione e del Toro. Gli oggetti di questo complesso più facilmente osservabili sono le associazioni stellari, formate da stelle a partire dalla settima magnitudine e comprese negli ammassi aperti NGC 2129 e forse Cr 89; quest'ultimo ammasso in particolare si trova in direzione della regione centrale dell'associazione ed è composto da stelle di colore blu ben riconoscibili anche con un binocolo, sebbene non mostri una concentrazione particolarmente evidente. Attraverso un telescopio amatoriale di buona potenza, anche munito di filtri, è possibile individuare e fotografare anche le regioni nebulari associate, fra le quali spicca IC 443, nota anche come Nebulosa Medusa, un resto di supernova la cui individuazione è facilitata dalla presenza della stella η Geminorum, una gigante rossa posta molto in primo piano rispetto alla nube, essendo a soli 349 anni luce dal sistema solare. Nello stesso campo visivo, in piccoli strumenti, viene a trovarsi anche l'ammasso aperto M35, il quale però non è fisicamente legato al complesso trovandosi anch'esso in primo piano.
La regione passa il meridiano locale attorno alle dieci di sera a fine gennaio, pertanto il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi che nell'emisfero boreale sono quelli tardo-autunnali e invernali, fino alla metà della primavera; grazie alla declinazione settentrionale, la regione è maggiormente visibile dall'emisfero nord, mentre osservatori posti a latitudini australi hanno delle difficoltà maggiori. La regione resta comunque visibile da tutte le aree popolate della Terra, fino alle coste dell'Antartide.[2] L'eclittica passa solo un grado a nord del complesso, pertanto capita frequentemente che nella sua direzione si osservino i pianeti del sistema solare e la Luna, i quali possono disturbarne anche notevolmente l'osservazione; il Sole vi transita nei giorni compresi fra il 24 e il 27 giugno.
Struttura e ambiente galattico
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso di Gem OB1 si trova nella parte più prossima del Braccio di Perseo, il braccio di spirale della Via Lattea immediatamente più esterno del Braccio di Orione, in cui è incluso il sistema solare. La linea di vista nella sua direzione incrocia un gran numero di oggetti celesti, fra cui ammassi di stelle più o meno giovani e nebulose di varia natura; molti di questi oggetti non sono in realtà connessi fisicamente col complesso vero e proprio, ma vi si trovano vicini solo per un effetto prospettico.
Fra questi oggetti il più notevole è il brillante ammasso aperto M35, uno degli oggetti più facilmente osservabili in quest'area di cielo; trovandosi a una distanza di circa 860 parsec (2600 anni luce), quest'ammasso viene a trovarsi all'interno del Braccio di Orione, seppur nelle sue regioni più esterne. L'ammasso contiene alcune stelle di classe spettrale B e oltre un migliaio di stelle, la cui età, stimata attorno ai 180 milioni di anni,[3] rappresenta un'ulteriore prova che ammasso e complesso sono oggetti completamente distinti.
Il piano galattico lungo la linea di vista fra il Sole e il complesso sembra essere particolarmente libero, al punto che le sue componenti sono ben visibili senza segni apprezzabili di oscuramento ad opera di nubi oscure; le uniche aree nebulose visibili in questa direzione e appartenenti al Braccio di Orione sono le piccole nubi molecolari BFS48, BFS49 e BFS50, la prima associata a una nube molecolare gigante e le altre due a degli ammassi aperti oscurati e visibili agli infrarossi, catalogati rispettivamente come [BDS2003] 76 e [BDS2003] 77.[4]
Poco ad ovest di M35 si trova un piccolo ammasso aperto catalogato come NGC 2129; secondo alcuni studi la sua distanza sarebbe di 1515 pc e la sua età attorno ai 12 milioni di anni,[5] mentre secondo altri la distanza sarebbe sui 2200 pc e l'età attorno ai 10 milioni di anni.[6] In entrambi i casi l'ammasso sembrerebbe direttamente collegato con l'associazione Gem OB1; al suo interno sono presenti due supergiganti blu di classe spettrale B2I (HD 40003 e HD 250290) e una gigante blu di classe B3III catalogata come HD 250241.[7]
Collinder 89 (Cr 89), infine, è un ammasso molto disperso la cui distanza è talvolta oggetto di dibattito; secondo alcuni studi viene dato un valore della distanza pari a circa 2480 pc[8] e viene considerato come un probabile membro dell'associazione, nonché legato fisicamente a una nube di gas ionizzato, mentre una delle sue stelle, la supergigante blu HD 255055, farebbe direttamente parte dell'associazione ed è considerata come una delle principali stelle ionizzatrici delle nubi di gas circostanti.[9] Secondo altri studi invece l'ammasso sarebbe posto a una distanza di appena 800 pc.[5]
Regioni di formazione stellare
[modifica | modifica wikitesto]Regioni interne
[modifica | modifica wikitesto]Sh2-249 è una regione H II a forma di fiamma posta in direzione della stella μ Geminorum, la cui luce ne disturba l'osservazione; il fonte di ionizzazione che provoca l'illuminazione della nube proverrebbe dal vento stellare di tre stelle massicce di classe spettrale B, catalogate come HD 43753, HD 43818 e HD 255091,[10] a cui si aggiungerebbe secondo altri studi la stella blu di classe O HD 255055, un membro dell'ammasso Cr 89.[5] A seconda della determinazione delle stelle ionizzatrici, si ottengono diverse distanze: nello studio in cui è stata inclusa HD 255055 il valore di distanza diventa di soli 800 pc, mentre in quelli che hanno teso a escluderla questo valore si sposta a circa 1250 pc o 1600 pc;[7][10] in particolare questi ultimi collocano Sh2-249 nella regione di Gem OB1, in associazione alla regione H II catalogata come BFS51, ad alcune nebulose a riflessione, fra cui spicca vdB 75, e a delle nebulose oscure, catalogate come LDN 1564, LDN 1567 3 LDN 1568.[11] Altri ancora aggiungono a queste nebulose associate pure LBN 845 e IC 444.[10]
Sh2-247 è una piccola regione H II del diametro di circa 8'; contiene al suo interno una stella bianco-azzurra di sequenza principale di classe B0V e presenta delle strutture a filamenti spazialmente distinte, uno dei quali ha una velocità radiale di circa 2 km s−1 e si estende sul bordo orientale della nube ed è quasi certamente fisicamente legato alla regione H II, mentre un secondo filamento dalla velocità di circa 10–12 km s−1 si estende verso sud in direzione di Sh2-252. Vi è poi un ulteriore filamento, dalla velocità radiale simile a quella del primo, che si protrae verso l'esterno. Nella parte settentrionale il confine della nebulosa si fa netto, indice del fatto che vi è un punto di contatto con una nube non illuminata molto densa.[12]
Sh2-252
[modifica | modifica wikitesto]Sh2-252, nota anche come Nebulosa Testa di Scimmia o con la sigla W13, è una grande regione H II estesa per circa 25' situata entro i confini della costellazione di Orione; talvolta viene anche identificata con la sigla NGC 2175, facendo riferimento ad un ammasso aperto che però potrebbe non esistere fisicamente, dato che le stelle visibili nella parte centro-meridionale della nebulosa apparterrebbero a dieci distinti agglomerati posti a distanze comprese fra 410 e 8100 parsec.[13] In questa direzione si trova una stella blu catalogata come HD 42088, di magnitudine 7,55, che sarebbe una delle principali responsabili della ionizzazione dei gas della nebulosa; la sua posizione fisica sarebbe in una regione di intersezione fra due o forse tre nubi di idrogeno neutro atomico (H2).[14] Oltre a questa stella ve ne sarebbero altre che concorrono alla ionizzazione, fra le quali spicca la nana bianco-azzurra LSV+20 16, di classe spettrale B1V, probabilmente una stella Be di Herbig.[15]
All'interno della nebulosa sono note un gran numero di stelle giovani; fra queste vi sono sorgenti IRAS, fra cui spicca 06055+2039, che contiene un ammasso di stelle dall'età di appena 2-3 milioni di anni, profondamente immerso in una nube molecolare molto densa, la cui massa si aggira fra 7000 e 9000 masse solari. Sono inoltre note 5 sorgenti di onde radio, catalogate con le lettere dalla A alla E, di cui 4 sono sorgenti compatte (Sh2-252A, Sh2-252B, Sh2-252C ed Sh2-252E) e una (Sh2-252F) più dispersa e ionizzata dalla stella HD 42088; a queste si aggiunge una sorgente catalogata come Sh2-252D, ma che potrebbe corrispondere a un oggetto posto all'esterno della Via Lattea.[16][17] Sh2-252E è associata a un ammasso contenente 21 stelle immerse nella regione più brillante della nebulosa Sh2-252, fra le quali spiccano due stelle di classe B e una di classe A.[18] In aggiunta a questi oggetti, sono stati scoperti anche dei maser ad acqua e a OH.[19]
Le misurazioni della distanza di questa nebulosa variano a seconda degli studi, e sono generalmente comprese fra i 2000 pc[12] e i 2200 parsec;[20] in entrambi i casi la regione viene a trovarsi all'interno del settore occupato dall'associazione Gem OB1.
IC 443
[modifica | modifica wikitesto]IC 443 (la Nebulosa Medusa) è un grande resto di supernova con un diametro di circa 45', situato nei pressi della regione che ospita l'associazione Gem OB1; data la sua distanza pari a circa 1500 pc, si pensa che la stella progenitrice sia stata una dei membri più massicci dell'associazione, il cui nucleo collassato è ora la pulsar CXOU J061705.3+222127. La nebulosa, sia nel visibile che nelle onde radio, possiede una forma a guscio, consistente in due metà con raggio e centro differenti; un terzo guscio nebuloso, inizialmente attribuito a IC 443, è ora riconosciuto come un resto di supernova più antico, forse di 100.000 anni, chiamato G189.6+3.3[21]. L'età dell'oggetto resta incerta; c'è un certo accordo sul fatto che l'evento che creò la nebulosa sia avvenuto fra 3000 e 30.000 anni fa.[22] Tramite le osservazioni condotte col Chandra X-ray Observatory[23] e col XMM-Newton[24] è stata identificata la pulsar nei pressi dell'anello meridionale.
I gas che la compongono sono in interazione con una nube molecolare e con una regione H I posta nelle vicinanze; il mezzo interstellare circostante, a causa dell'urto con l'espansione della bolla creata dall'esplosione della supernova, produce delle deboli emissioni nei raggi X, che corrispondono ai filamenti ben visibili invece alle onde radio.[25]
L'esplosione della supernova e la conseguente onda d'urto che interessa i gas delle nubi circostanti potrebbe far avviare all'interno di esse dei fenomeni di formazione stellare; le giovani stelle presenti nella regione tuttavia sono antecedenti all'evento dell'esplosione, pertanto si evince che ancora tali fenomeni non si sono avviati.[26]
Regioni minori
[modifica | modifica wikitesto]Sh2-254, Sh2-255, Sh2-257 e Sh2-258 costituiscono un gruppo di piccole regioni H II compatte facenti parte della stessa nube molecolare e in interazione con la regione di Gem OB1; l'emissione al 13CO identificata dal Palomar Sky Survey delimita i bordi della regione maggiore, Sh2-254 ed è più forte fra questa e le altre nubi. Inoltre, mentre le emissioni al 12CO sono distribuite in modo graduale e sfumato all'esterno delle regioni H II visibili otticamente, le emissioni 13CO evidenziano delle strutture filamentose di gas molecolare.[12]
Uno dei segni più evidenti dell'espansione della nube molecolare di Gem OB1 è rappresentato da una struttura ad arco che si estende per circa 1,5° sul bordo sudorientale della regione che racchiude le nubi Sh2-254/258, la cui velocità radiale è pari a circa -12 km s−1 ed è connessa alla regione BFS 52.[12]
L'associazione Gemini OB1
[modifica | modifica wikitesto]L'associazione Gem OB1 è una associazione OB la cui distanza si aggira sui 1500-1900 pc; non vi è accordo sulla sua reale distanza esatta, dato che nel corso del tempo sono stati presentati diversi valori. L'unico punto su cui c'è accordo è sul fatto che l'associazione e le nubi di gas visibili nella sua direzione sono fisicamente connessi e si trovano dunque indicativamente nella medesima regione.[27] L'associazione è composta da 20 stelle di grande massa, di cui 4 di classe O, 13 di classe B e 3 di classe M; queste ultime sono delle supergiganti rosse, le prime ad essersi evolute a causa della loro grande massa, superiore a quella delle altre stelle di Gem OB1.[7]
Uno studio presentato nel 1995 sulla regione mise in evidenza il fatto che sebbene le nubi associate a Gem OB1 contengano diversi siti di formazione stellare, fra i quali quelli esposti sopra, la gran parte delle nubi ad essa associate non è al momento attiva da questo punto di vista; la struttura delle nubi osservata a varie lunghezze d'onda fa però pensare che le bolle in espansione originatesi dalle regioni H II e causate dal vento stellare delle stelle più calde e massicce dell'associazione hanno creato una nube molecolare ad alta densità in cui si sono verificati dei fenomeni di formazione stellare: ciò è testimoniato dalla presenza di sorgenti IRAS associate a stelle giovani.[12]
Note
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- ^ Una declinazione di 23°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 67°; il che equivale a dire che a nord del 67°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 67°S l'oggetto non sorge mai.
- ^ Kalirai, Jasonjot Singh; Fahlman, Gregory G.; Richer, Harvey B.; Ventura, Paolo, The CFHT Open Star Cluster Survey. IV. Two Rich, Young Open Star Clusters: NGC 2168 (M35) and NGC 2323 (M50), in The Astronomical Journal, vol. 126, n. 3, settembre 1993, pp. 1402-1414, DOI:10.1086/377320. URL consultato il 19 ottobre 2009.
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- ^ a b c Kharchenko, N. V.; Piskunov, A. E.; Röser, S.; Schilbach, E.; Scholz, R.-D., Astrophysical parameters of Galactic open clusters, in Astronomy and Astrophysics, vol. 438, n. 3, agosto 2005, pp. 1163-1173, DOI:10.1051/0004-6361:20042523. URL consultato il 19 ottobre 2009.
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Bibliografia
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- (EN) Thomas T. Arny, Explorations: An Introduction to Astronomy, 3 updatedª ed., Boston, McGraw-Hill, 2007, ISBN 0-07-321369-1.
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Testi specifici
[modifica | modifica wikitesto]Sull'evoluzione stellare
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Sulla regione di Gemini OB1
[modifica | modifica wikitesto]- Reipurth, B.; Yan, C.-H., Star Formation and Molecular Clouds towards the Galactic Anti-Center (PDF), Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, Bo Reipurth, dicembre 2008, p. 869, ISBN 978-1-58381-670-7.
Carte celesti
[modifica | modifica wikitesto]- Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume I - The Northern Hemisphere to -6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-14-X.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0, 2ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
- Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sky-Map.org - Sharpless Catalogue (from 241 to 250) and [collegamento interrotto]
- (EN) Descrizione della regione su Sky-Map.org, su galaxymap.org.
- (EN) Gemini OB1 finder chart, su home.comcast.net.