Colombari di Vigna Codini | |
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Lodovico Tuminello (1824-1907), Colombario dei familiari di Augusto, vigna Codini | |
Civiltà | romana |
Utilizzo | sepolcri |
Epoca | augustea/giulio-claudia |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Amministrazione | |
Ente | Parco Archeologico dell'Appia Antica |
Visitabile | Su richiesta |
Sito web | www.parcoarcheologicoappiaantica.it/luoghi/via-appia-antica/colombari-di-vigna-codini/ |
I Colombari di Vigna Codini sono tre colombari di età imperiale ubicati a Roma all'interno della Vigna Codini, tra il Parco degli Scipioni e le Mura Aureliane, nei pressi della Porta San Sebastiano, in un'area un tempo dedicata alle sepolture[1].
Essi furono scoperti e scavati a partire dal 1840 dall'antiquario e collezionista marchese Giampiero Campana nella vigna di Pietro Codini, da cui i colombari presero il nome[1][2].
Realizzati in età augustea/giulio-claudia, essi furono utilizzati fino al II secolo d.C.[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]I tre colombari, sepolcri ipogei costituiti da numerose cellette in cui erano riposte le urne cinerarie dei defunti, avevano diverse capienze[1].
Il "Primo Colombario" è costituito da una camera quadrangolare, realizzata in laterizio su un podio in opera reticolata[2], con copertura a volta, sorretta da un pilastro centrale[1]. In esso sono presenti su tutte le pareti, incluso il pilastro centrale, circa 500 cellette costituite da nicchie arcuate[1][2]. In parecchie cellette si è conservata la tabella di chiusura, su cui era dipinto o inciso il nome del defunto. Sulle pareti del pilastro sono raffigurate anche pitture di soggetto dionisiaco[1].
Anche il "Secondo Colombario" ha pianta quadrangolare ed è realizzato in opera reticolata, ma è più piccolo: le cellette, realizzate ad arco, sono infatti solo 300[1][2]. Sulle pareti sono ancora visibili tracce di decorazioni pittoriche e a stucchi policromi, raffiguranti tralci di vite, maschere e corni potori[1]. Una delle cellette è incorniciata da una piccola edicola realizzata in stucco policromo[1]. Nelle cellette erano alloggiate due olle cinerarie[2]. L'iscrizione di dedica del colombario effettuata da due membri del collegio funerario è presente sotto forma di mosaico pavimentale all'interno del pavimento realizzato in cocciopesto con inserti marmorei[1][2].
Il "Terzo Colombario", meno noto dei primi due, ma più ricco, era verosimilmente rivestito da lastre marmoree e decorato da pitture, nonché dotato di mensole in travertino che sostenevano il soppalco ligneo di accesso alle cellette superiori[1]. Il colombario ha pianta a U[1]. Associato ad esso, vi era anche un ustrino, in cui si cremavano i corpi dei defunti[1]. Rispetto ai primi due colombari, le celle sono più ampie e hanno forma rettangolare, idonee ad alloggiare urne marmoree e busti[2]. Sono più frequenti edicole, arcosoli e lastre marmoree con il nome del defunto[1]. Compare anche un avviso per i visitatori: Ne tangito, o mortalis, revere Mane deos ("non toccare, mortale, rispetta gli dei Mani")[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franco Astolfi, I colombari di Vigna Codini, III ed., Collana archeologica, Sydaco Editrice, 1998, pagg. 30.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Colombari di Vigna Codini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Colombari di Vigna Codini - Rome Guide
- Colombari di Vigna Codini - Roma Sotterranea
- Rita Paris, Per la rinascita dell'Appia Antica