Codice ipaziano | |
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Titolo originale | Ипатьевская летопись |
Autore | ignoto |
1ª ed. originale | 852-1292 |
Genere | poesia |
Lingua originale | Slavo ecclesiastico antico |
Il codice ipaziano,[1][2][3] noto anche come cronaca ipaziana,[4][5] codice d'Ipazio o codice d'Ipatiev[6] (in russo Ипатьевская летопись?, Ipat'evskaja letopis'; in ucraino Іпатіївський літопис?, Ipatiïvs'kyi litopys; in latino Codex Hypatianus), è una raccolta di tre cronache copiata intorno al 1420.[7] Costituisce una delle testimonianze letterarie più importanti sugli eventi storici verificatisi in Europa orientale nel Basso Medioevo.
Analisi dell'opera
[modifica | modifica wikitesto]Ripartito in Cronaca degli anni passati (storia della Rus' di Kiev fino al 1110), Cronaca di Kiev (dal 1110 al 1200) e Cronaca di Galizia e Volinia (dal 1201 al 1292),[8][9] il codice Ipaziano si è rilevato particolarmente funzionale per ricostruire le vicende storiche verificatesi nel sud della Rus' di Kiev e delle popolazioni dei territori che vivevano nelle odierne Moldavia e Ucraina dall'852, primo anno citato nell'opera, quando Hoskuld e Dyri partirono con un'armata alla volta di Bisanzio per assediarla e Oleg di Novgorod espugnò Kiev,[10] fino al 1292. Vanno considerati anche sporadici riferimenti alla storia polacca[11][12] e a quella del Granducato di Lituania.[13] In totale si contano 407 fogli redatti intorno al 1425 da cinque copisti (secondo l'opinione del filologo Aleksej Šachmatov),[14] probabilmente nella città di Pskov.[1]
Ritrovamento
[modifica | modifica wikitesto]Il codice fu ritrovato a Kiev nel 1617: una copia fu trascritta nel 1621 dai monaci del monastero delle Grotte di Kiev, mentre l'originale andò di nuovo perduto fino a quando lo storico russo Nikolaj Karamzin lo trovò per la seconda volta nel XVIII secolo presso la biblioteca del monastero Ipat'ev a Kostroma.[15]
Il codice raccoglie il secondo più antico manoscritto della Cronaca degli anni passati, dopo il codice Laurenziano.[15] Compilato intorno al 1420[7] (ma vi è chi propone datazioni anteriori[16]), il manoscritto contiene molte informazioni tratte dalle cronache galiziane del XII e XIII secolo andate perdute.
Dal 1810, il codice è conservato presso la Biblioteca nazionale russa di San Pietroburgo.[15][8] Le cronache che lo compongono sono scritte in slavo ecclesiastico antico con molti slavismi delle lingue orientali.[14]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Aldo Ferrari, Dal segno al suono. Per una preistoria del linguaggio, Sandro Teti Editore, 2015, p. 295, ISBN 978-88-88249-62-9. URL consultato il 25 marzo 2024.
- ^ Oxana Pachlovska, Civiltà letteraria ucraina, Carocci, 1998, p. 266, ISBN 978-88-430-1138-4. URL consultato il 25 marzo 2024.
- ^ La cronaca degli anni passati, su bifrost.it. URL consultato il 25 marzo 2024.
- ^ Enrico Morini, La chiesa ortodossa: storia, disciplina, culto, Edizioni Studio Domenicano, 1996, p. 174, ISBN 978-88-7094-237-8. URL consultato il 25 marzo 2024.
- ^ Silvana De Vidovič, Letteratura russa, Vallardi, 2011, p. 18, ISBN 978-88-7887-897-6. URL consultato il 25 marzo 2024.
- ^ (EN) Ol'ga Pas'ko, History in Documents and a Document in History, Litres, 2019, ISBN 978-5-04-150640-7. URL consultato il 25 marzo 2024.
- ^ a b (EN) Charles Moser, The Cambridge History of Russian Literature, Cambridge University Press, 1992, ISBN 978-05-21-42567-4, p. 12.
- ^ a b (EN) The Precious Knowledge of the Hypatian Codex: Detailed Chronicle of the Southern Rus, ancient-origins.net, 14 settembre 2015, link verificato il 14 giugno 2020.
- ^ (EN) Serhii Plokhy et al.,, Unmaking Imperial Russia: Mykhailo Hrushevsky and the Writing of Ukrainian History, University of Toronto Press, 2005, ISBN 978-08-02-03937-8, p. 153.
- ^ Lev Aleksandrovič Dmitriev, A History of Russian Literature: 11th-17th Centuries, Raduga Pub., 1989, ISBN 978-50-50-01715-4, p. 78.
- ^ Come ad esempio il caso delle lotte avvenute nel 1283-1285 tra Corrado II di Masovia e Leszek II il Nero: (EN) Milokaj Gladysz, The Forgotten Crusaders: Poland and the Crusader Movement in the Twelfth and Thirteenth Centuries, BRILL, 2012, ISBN 978-90-04-18551-7, p. 376.
- ^ Un altro caso riguarda la nuova città fondata da Danilo di Galizia Chełm, in cui il principe di Galizia-Volinia vi morì nel 1264: (EN) Andrzej Buko, The Archaeology of Early Medieval Poland: Discoveries, Hypotheses, Interpretations, BRILL, 2008, ISBN 978-90-04-16230-3, p. 277.
- ^ Il codice si è rivelato utile per assemblare in parte un corretto albero genealogico del casato di Mindaugas, primo granduca di Lituania: (EN) Lars Ulwencreutz, The Royal Families in Europe V, Lulu.com, 2013, ISBN 978-13-04-58135-8, p. 79.
- ^ a b La cronaca degli anni passati (formazione del testo), bifrost.it, link verificato il 14 giugno 2020.
- ^ a b c (EN) Olga Pashko, History in Documents and a Document in History, Litres, 2019, ISBN 978-50-41-50640-7, p. 173.
- ^ (EN) Martin Dimnik, The Dynasty of Chernigov 1054-1146, Toronto (Ont.), Pontifical Institute of Mediaeval Studies, 1994, ISBN 0-88844-116-9, p. 485.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Codice Ipaziano, Enciclopedia dell'Ucraina