Classe U-214 | |
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Il sottomarino greco Papanikolis (S-120) in costruzione a Kiel, 2010 | |
Descrizione generale | |
Tipo | sottomarino diesel-elettrico |
Numero unità | 15 |
Utilizzatore principale | Marinha Portuguesa Daehanminguk Haegun Polemikó Nautikó |
Costruttori | Howaldtswerke-Deutsche Werft Hellenic Shipyards Co. Hyundai Heavy Industries Daewoo Shipbuilding & Marine Engineerin |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 1.860 t |
Dislocamento in emersione | 1.690 t |
Lunghezza | 65 m |
Larghezza | 6,3 m |
Altezza | 6 m |
Profondità operativa | fino a 250 m ufficiali, stimati 400 m |
Propulsione | 1 Gruppo Diesel-generatore 1 motore elettrico a magneti permanenti SIEMENS (2,85 MW) sistema A.I.P. |
Velocità in immersione | 20 nodi |
Velocità in emersione | 12 nodi |
Autonomia | in superficie: 12.000 mn in immersione: 420 mn a 8 nodi fino a 3 settimane in immersione o fino a 12 settimane con navigazione a snorkel |
Equipaggio | 5 ufficiali 22 tra sottufficiali e comuni |
Equipaggiamento | |
Sensori di bordo | SPHINX-D con sensore 4KW e sensore radar tattico LPI |
Sistemi difensivi | Sistema antisiluri TAU 4 lanciatori, 40 jammers/decoys |
Armamento | |
Siluri | 8 tubi lanciasiluri da 533 mm |
dati tratti da[1][2] | |
voci di classi di sottomarini presenti su Teknopedia |
La classe U-214 è una classe di sottomarini a propulsione diesel-elettrica sviluppata dalla ditta tedesca Howaldtswerke-Deutsche Werft (HDW).
Tecnica
[modifica | modifica wikitesto]La classe è dotata di propulsione diesel con un sistema di propulsione indipendente dall'aria (Air-Independent Propulsion o AIP) utilizzando celle a combustibile a idrogeno a membrana elettrolitica (PEM) prodotte dalla Siemens. Il progetto della classe deriva da quello della classe U-212, ma in quanto variante destinata all'esportazione manca di alcune delle tecnologie classificate adottate sui suoi predecessori più piccoli, la più importante delle quali è probabilmente lo scafo in acciaio amagnetico, caratteristica che rende gli U-212 difficili da rilevare utilizzando un rilevatore di fenomeni magnetici.
A causa di miglioramenti nei materiali a pressione dello scafo, gli U-214 possono immergersi per quasi 400 metri. Possono anche trasportare cibo, acqua fresca e carburante per 84 giorni di funzionamento.
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Il 15 febbraio 2000 venne firmato un contratto per la costruzione di tre battelli per conto della Marina ellenica, e nel giugno 2002 venne ordinata una quarta unità. La prima nave fu costruita all'HDW di Kiel, in Germania, e le restanti dalla Hellenic Shipyards Co. a Skaramangas, in Grecia. Presso la marina ellenica la classe è nota come "classe Papanikolis".
La Marina della Repubblica di Corea ha ordinato nove sottomarini U-214, designati come "classe Son Won-Il", costruiti in Corea del Sud dalla Hyundai Heavy Industries e dalla Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering; tre modelli di primo lotto sono entrati in servizio dal 2007 e sei modelli di secondo lotto sono entrati in servizio dal 2012.
La Marina militare portoghese ha ordinato due battelli consegnati tra il 2010 e il 2011, designati come "classe Tridente".
La Marina militare turca ha ordinato la costruzione di 6 battelli che costituiranno la classe Reis. La versione è: Type-214TR AIP (air-independent propulsion). Il primo battello, già costruito e in fase di allestimento, denominato TCG Piri Reis, è stato messo in acqua nel 2019. Il secondo chiamato Hizir Reis, dovrebbe entrare in servizio nel 2023. Ogni anno fino al 2027 verrà prodotto un battello presso i cantieri navali di Gölcük Naval Shipyard. A sostegno di quanto detto, il 23 maggio 2022 il presidente turco Erdogan ha partecipato alla cerimonia per la conclusione dei lavori del secondo battello e la prima saldatura del sesto chiamato Selman Reis[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Type 214 / Type 209PN, su globalsecurity.org. URL consultato il 2 dicembre 2017.
- ^ (EN) U212 / U214 Submarines, su naval-technology.com. URL consultato il 2 dicembre 2017.
- ^ Renato Scarfi, SOTTOMARINI TURCHI ED EQUILIBRI NEL MEDITERRANEO ORIENTALE, su difesaonline.it, 1º giugno 2022. URL consultato il 1º giugno 2022.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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