Il Cinevillaggio o anche Cineisola[1] fu una struttura per la produzione cinematografica, sorta a partire dall'autunno del 1943, dopo l'Armistizio di Cassibile, per iniziativa del Ministero della cultura popolare della Repubblica Sociale Italiana (RSI), diretto da Ferdinando Mezzasoma come alternativa al complesso romano di Cinecittà.
La storia
[modifica | modifica wikitesto]«Quel che vedete non è certo Cinecittà: chiamiamolo pure un Cinevillaggio: ma il piano urbanistico ne è stato così ben tracciato da consentire domani ogni più ampio sviluppo. Anche Roma, che è grande, nacque dal piccolo solco quadrato. E valga l'augurio.»
Il Cinevillaggio ebbe sede principalmente a Venezia, con allestimenti di fortuna, nella zona della Giudecca e nei locali della Biennale di Venezia, ma anche negli studi della Fert di Torino, del Kursaal di Montecatini Terme ed anche in alcuni stabilimenti allestiti a Budrio.
Nelle intenzioni dei suoi promotori la nuova struttura doveva ospitare nel territorio della RSI le maestranze e le apparecchiature degli stabilimenti romani di Cinecittà, danneggiati dai bombardamenti alleati e trasformati in campo di concentramento. Il Cinevillaggio avrebbe consentito la continuazione della produzione cinematografica, anche in un'ottica di propaganda e costruzione del consenso. A questo riguardo è necessario ricordare che lo stesso Mussolini manifestò sempre grande interesse, utilizzandoli abilmente, verso i nuovi mezzi di comunicazione (radio, cinema e cinegiornali).
Il Cinevillaggio aveva l'obiettivo di realizzare circa venti film all'anno, obiettivo che nella pratica fu impossibile raggiungere per le vicende belliche: strutture non adeguate, carenza di materiali (come la stessa pellicola cinematografica), difficoltà nei trasporti e nell'approvvigionamento energetico[2] e la riluttanza della maggior parte dei registi e degli attori italiani che, sollecitati a trasferirsi nelle nuove strutture del Nord, preferirono rendersi irreperibili in attesa di tempi migliori.
Fra quelli che aderirono vi furono gli attori Osvaldo Valenti, Luisa Ferida, Mino Doro, Salvo Randone, Emma Gramatica, Doris Duranti, Roberto Villa e i registi Giorgio Ferroni, Francesco De Robertis, Piero Ballerini, Mario Baffico.[1]
Dall'autunno del 1943 alla caduta della Repubblica Sociale Italiana nella primavera del 1945 furono prodotti diciassette film a Venezia (altri sette furono prodotti a Torino e quattro in altre località)[1][3] mentre altri, iniziati, videro interrotta la loro lavorazione con la fine del conflitto, senza essere più ripresa.
La produzione
[modifica | modifica wikitesto]Film prodotti completati (elenco parziale)[1][4][5]:
- Enrico IV, di Giorgio Pàstina, con Clara Calamai e Osvaldo Valenti, 1943;
- Marinai senza stelle, di Francesco De Robertis, con Antonio Gandusio, 1943;
- Fiori d'arancio, di Hobbes Dino Cecchini, con Luigi Tosi, Andreina Carli, Carlo Micheluzzi, Giuliana Pinelli, Gianni Cavalieri, Bianca Doria 1944[6];
- La locandiera, di Luigi Chiarini, con Luisa Ferida, Osvaldo Valenti, Paola Borboni, 1944;
- Aeroporto, di Piero Costa, con Armando Ferrara, Anna Arena, Elio Steiner, Luisa Cei, 1944;
- Fatto di cronaca, regia di Piero Ballerini, con Osvaldo Valenti, Luisa Ferida, Attilio Dottesio, Cesco Baseggio, Milena Penovich 1944[7];
- Senza famiglia - Ritorno al nido, di Giorgio Ferroni, con Luciano De Ambrosis, Elio Steiner, Erminio Spalla, Bianca Doria, Mariù Pascoli, 1944[8];
- Peccatori, di Flavio Calzavara, con Memo Benassi, Renato Bossi, Anna Capodaglio, Elena Zareschi, 1944;
- Il processo delle zitelle, di Carlo Borghesio, con Roberto Villa, Carlo Dapporto, 1944;
- Ogni giorno è domenica, di Mario Baffico, con Giuliana Pinelli, Renato Bossi, Emilio Baldanello, Olga Solbelli, 1944[9];
- Vivere ancora, di Francesco De Robertis, con Nuto Navarrini, Tito Schipa, Carlo Dapporto, 1944[10];
- L'ultimo sogno, di Marcello Albani, con Luisella Beghi, Memo Benassi, Piero Carnabuci, Nada Fiorelli, 1944[11];
- Rosalba, di Max Calandri e Ferruccio Cerio, con Doris Duranti, Tito Schipa, Giorgio Piamonti, Silvia Manto, 1944[12];
- La gondola del diavolo, di Carlo Campogalliani, con Alfredo Varelli, Loredana, Erminio Spalla, Flora Marino, 1944[13];
- Posto di blocco, di Ferruccio Cerio, con Nada Fiorelli, Franco Castellani, Angelo Dessy 1945[14];
- L'angelo del miracolo, di Piero Ballerini, con Emilio Baldanello, Milena Penovich, Attilio Dottesio, Emma Gramatica, Cesco Baseggio, Luciano De Ambrosis 1945[15];
- Casello n. 3, regia di Giorgio Ferroni, con Luigi Tosi, Luciano De Ambrosis, Emilio Baldanello, Emilio Micheluzzi 1945;[15]
- Si chiude all'alba, regia di Nino Giannini, con Mino Doro, Germana Paolieri, Romolo Costa, Maria Luisa Reda 1945;[16]
- Il tiranno di Padova, di Max Neufeld, con Carlo Lombardi, Clara Calamai, Elsa De Giorgi, Alfredo Varelli, 1945[17];
- La vita semplice, di Francesco De Robertis, con Giulio Stival, Anna Bianchi, Luciano De Ambrosis, Maurizio D'Ancora, 1945[13][18];
- Trent'anni di servizio di Mario Baffico, con Emilio Baldanello, Bianca Doria, Cesco Baseggio, Margherita Seglin, Andreina Carli, 1945[15];
- Sangue a Ca' Foscari, di Max Calandri, con Massimo Serato, Inge Borg, Silvia Manto, Loredana, Carlo Micheluzzi, Carlo Lombardi, 1945[19].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Il cinema della Repubblica Sociale Italiana di Alberto Rosselli Archiviato il 5 dicembre 2010 in Internet Archive. Dal sito "Tutto Storia".
- ^ a b Vedi: Franco Montini, Enzo Natta, Una poltrona per due. Cinecittà tra pubblico e privato, Effatà Editrice, Torino, 2007.
- ^ Lamberto Antonelli, nel suo articolo su Stampa Sera, elencato nei Collegamenti esterni, scrive "vennero realizzati 28 film di cui 17 a Venezia, 7 a Torino e altri 4 in diverse località del Nord".
- ^ Pino Farinotti, Il Farinotti 2009 : Dizionario di tutti i film, Roma, Newton Compton Editori, 2008. ISBN 978-88-541-1250-6.
- ^ I grandi dizionari del cinema on line Dal sito Mymovies.it.
- ^ distribuito nelle sale solo nel 1947
- ^ film perduto
- ^ Presentato nelle sale solo nel 1946 e diviso in due parti a causa dell'eccessiva lunghezza.
- ^ Presentato nelle sale solo nel 1946
- ^ Rielaborazione di Dieci minuti di vita, iniziato a Cinecittà nel 1943 da Leo Longanesi
- ^ Distribuito nelle sale solo nel 1946
- ^ Distribuito brevemente nei primi mesi del 1945 è in seguito andato perduto
- ^ a b Presentato nelle sale solo nel 1946.
- ^ Conosciuto anche con il titolo Povera gente.
- ^ a b c Film perduto
- ^ Considerata a lungo come perduta, la pellicola è stata invece trasmessa in prima visione TV assoluta su Rete 4 il 14 febbraio 2024, a 79 anni dalla sua uscita al cinema
- ^ Distribuito nelle sale solo alla fine del 1946.
- ^ conosciuto anche con il titolo I figli della laguna
- ^ Presentato nelle sale solo nel 1947.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Aristarco, Il cinema fascista: il prima e il dopo, Dedalo, Bari, 1996.
- Gian Piero Brunetta, Guida alla storia del cinema italiano: 1905-2003, Einaudi, 2003.
- Roberto Chiti, Enrico Lancia, Roberto Poppi, I film: Tutti i film italiani dal 1930 al 1944, Gremese editore.
- Pino Farinotti, Il Farinotti 2009 : Dizionario di tutti i film, Newton Compton Editori, Roma, 2008. ISBN 978-88-541-1250-6
- Ernesto G. Laura, L'immagine bugiarda : Mass-media e spettacolo nella Repubblica di Salò, 1943-1945, Roma, ANCCI, 1986.
- Umberto Lenzi, Morte al cinevillaggio, Coniglio editore, 2008. ISBN 978-88-6063-252-4
- Lino Miccichè, Storia del cinema italiano: 1954, Edizioni di Bianco & nero, 2004.
- Franco Montini, Enzo Natta, Una poltrona per due. Cinecittà tra pubblico e privato, Effatà editrice, Torino, 2007. ISBN 9788874022731
- Sergio Raffaelli, Cinema, film, regia: saggi per una storia linguistica del cinema italiano, Bulzoni, 1978.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Il cinema della Repubblica Sociale Italiana di Alberto Rosselli dal sito "Tutto Storia"
- La violenza occultata nel cinema di Salò di Paola Olivetti Archiviato il 29 ottobre 2007 in Internet Archive. dal sito "Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli"
- Nell'«Immagine bugiarda». Mass media e spettacolo della Repubblica di Salò articolo di Lamberto Antonelli, Stampa Sera, 3 luglio 1987, Supplemento spettacoli, p. 5, Archivio storico. URL visitato il 15/07/2012