Chinelli (inizialmente Del Chino[1]) è una famiglia italiana di archibugiari, originaria di Gardone Val Trompia, i cui membri furono attivi dal XVI secolo al XIX secolo, ottenendo notorietà e fama nel settore della fabbricazione delle armi da fuoco.[2]
Storia e componenti
[modifica | modifica wikitesto]Il capostipite della famiglia fu Apollonio; il suo nome è menzionato per la prima volta in un documento del 1594 riguardo ad una fornitura di armi alla Repubblica di Venezia.[2]
Paolo, uno dei più celebri componenti della famiglia, inventò nel 1615 un moschetto che venne utilizzate dall'esercito veneto e per il quale ricevette un premio dal governo della Serenissima.[2][3]
Tra gli altri membri della famiglia Chinelli che si misero in evidenza, si possono ricordare nel XVII secolo Bartolomeo e i suoi fratelli Pietro e Gabriele, e nel XVIII secolo, Paolo e Tommaso.[2][3]
Le armi da fuoco prodotte dalla bottega del Chinelli ebbero grande successo per la perfezione tecnica delle canne, magistralmente forgiate e decorate, e per la finezza delle casse e dei fornimenti traforati, incisi e lavorati a cesello ed in rilievo.[2] Oltre alle armi, i Chinelli diventarono abili produttori di munizioni d'artiglieria e si ricorda un'importante partita di bombe da 500 e 1.000 libre vendute alla Serenissima per la guerra di Morea. Curiosamente, sembra che furono proprio le bombe prodotte da loro a colpire il Partenone di Atene nel 1687.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ateneo di Brescia-Accademia di Scienze Lettere Arti, Armi e cultura nel bresciano 1420-1870, Brescia, Tipo-Lito Fratelli Geroldi, 1981.
- (EN) Charles Oman, A History of the Art of War in the Sixteenth Century, Londra, 1937.
- Montù, Storia dell'artiglieria italiana, V, p. 2634.
- Cominazzo, Fabbrica d'armi in Gardone, p. 10.