Chiesa di San Jacopo al Tempio | |
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Esterno | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | San Gimignano |
Coordinate | 43°28′13.93″N 11°02′44.72″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Giacomo il Maggiore |
Arcidiocesi | Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino |
Completamento | Inizio XIII secolo |
La chiesa di San Jacopo al Tempio si trova a San Gimignano, in provincia di Siena, arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo un'antica tradizione venne fondata nel 1096 da alcuni sangimignanesi reduci dalla prima crociata[1][2]. Questo però non è possibile in quanto il primo insediamento in Toscana dei templari risale alla prima metà del XII secolo[3] mentre di un hospitale de Templo costruito in contrada San Matteo nei pressi di porta San Jacopo (demolita ai primi del XX secolo[4]) si hanno documenti soltanto a partire dal 30 luglio 1221[3]. Sicuramente l'edificio era già stato costruito il 12 settembre 1257 quando risulta rogato in atto notarile al suo interno[3].
Alla metà del XIII secolo la situazione economica dell'ospedale era in cattive acque[5]; infatti risalta che il 10 luglio 1261 l'ospedale ricevette un prestito di 10 lire d'argento da Richardino fu Scotto e l'ospedale si impegnò a restituirlo entro 11 mesi e dando come garanzia se et suos successores et bona omnia dicte domus predicte[6].
L'ospedale annesso alla chiesa fu spesso beneficiato da numerosi lasciti testamentari: come, ad esempio quello datato 28 dicembre 1262 fatto da Noccio di Guicciardo che lasciò 3 soldi per operi ecclesia de Templo de S. Geminiano[3]; inoltre fu sede di magistrature come il 5 maggio 1274 quando vi si riunirono gli allibratori guelfi[7] e spesso ottenne dei finanziamenti pubblici come quelli stanziati il 22 agosto 1308 per poter riparare e completare la chiesa e che probabilmente vennero usati per pagare gli affreschi di Memmo di Filippuccio, il pittore civico di San Gimignano[8].
La chiesa di San Jacopo risultava tra gli istituti religiosi della diocesi di Volterra esenti dalle decime e al tempo stesso era una di quelle dotate del maggior reddito[9]; come tutte le altre magioni templari nel 1311 passò all'ordine Gerosolimitano[10] e ciò comportò la sua annessione con l'ospedale di San Giovanni[11], pur mantenendo fino al 1356 il titolo di Mansione Templare e un buon reddito esente dalle tasse[8].
Nel 1576 venne data allo spedale S.Sepulcri Pisarum fratris religionis Hierosolimitane e in occasione delle visita apostolica di quell'anno venne trovata devastata[8]. Dal 1599 divenne di proprietà della commenda di Poggibonsi ed era officiata dalle vicine monache del convento di San Girolamo[12] le quali, ancora oggi proprietarie dell'immobile, nel 1657, ottennero di poter costruire un cavalcavia che mettesse in comunicazione il loro convento con la chiesa[13].
In seguito la chiesa venne intonacata e a partire dal 26 luglio 1942 venne sottoposta a restauri che comportarono la rimozione della tettoia posta sulla facciata[8].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio presenta un'unica navata rettangolare, senza abside, coperta a volta.
Esterno
[modifica | modifica wikitesto]Il paramento murario è composto da conci di travertino disposti a corsi orizzontali e paralleli nella parte inferiore mentre la parte superiore è stata realizzata mediante l'uso di mattoni zigrinati disposti in maniera irregolare.
La facciata è a capanna e nell'ordine inferiore è aperta da un portale con arco estradossato a tutto sesto e ghiera di stile pisano; nell'architrave, su cui poggia la lunetta monolitica, è scolpito una croce dell'Ordine Templare in rilievo e le mensole sono decorate con figure antropomorfe (una cariatide è riconoscibile in quella di sinistra). L'ordine superiore della facciata presenta un rosone a ruota di carro posto sopra al portale e perfettamente inserito nella muratura; la ghiera di questo rosone è decorata con un motivo ad arcatelle cieche, caso unico nelle chiese valdelsane[8], mentre la cornice interna presenta una modanatura a gola sul tipo di quella visibile nella bifora della pieve di Coiano e un giro di foglioline arcuate simili a quelle visibili nella canonica di Monteriggioni. Al culmine della facciata si trova una cornice a mensole scolpite che continua per tutto il sottogronda anche sulla altre pareti, sempre come a Monteriggioni, e una serie di mattoni disposti a dente di sega. Appena sotto la cuspide della facciata sono inseriti tredici bacini ceramici dipinti a monocromo in verde o smaltati di verde-blu di provenienza magrebina e siriana (luoghi che ebbero contatti con lo spedale) databili tra la fine del XII secolo e i primi del XIII e simili a quelli posti nella chiesa di Sant'Andrea a Pisa e nella chiesa di Santa Maria a San Miniato[8].
Per quanto riguarda le fiancate laterali, l'unica visibile è quella meridionale. Nell'ordine inferiore il basamento in pietra è su un livello altimetrico più basso rispetto a quello della facciata ed è privo di qualsiasi decorazione mentre l'ordine superiore, in mattoni, è aperto da quattro monofore a doppio sguancio ricassato con archivolto monolitico. Nella tribuna si trova un'apertura ad occhio originale che presenta gli stessi disegni del rosone in facciata e sotto di esso si trova una monofora simile a quelle delle fiancate.
Il campanile a vela e il cavalcavia, entrambi in mattoni, furono realizzati in epoche successive.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]L'interno ad aula unica è suddiviso in cinque campate scandite da arconi trasversali che si appoggiano alternativamente su semicolonne e semipilastri e coperte da una volta a crociera in mattoni. Questa suddivisione dell'aula è praticamente unica in Toscana: soluzioni simili si trovano nell'eremo di Montespecchio dove è presente l'aula voltata mentre le volte a crociera costolonate si trovano solo nel duomo di Sovana e gli archi trasversali si trovano nella pieve vecchia di Radicondoli[8].
La controfacciata presenta un matroneo realizzato nel XVII secolo. Interessanti sono i semicapitelli lapidei che coronano le lesene per le forme che presentano: sono scolpiti con rosette a sei petali e a gigli, ad ampi fogliami d'acqua, a vortici oppure sono ungulati con collarino a cordone e corpo a denti, altri invece sono semplicemente squadrati
Sulla parete di fondo sono tre affreschi trecenteschi: una Madonna col Bambino fra i santi Giacomo maggiore e Giovanni evangelista di Memmo di Filippuccio posto sotto l'occhio; in basso, una Crocifissione e una Deposizione nel Sepolcro, attribuiti al Maestro della Madonna Strauss. Sul pilastro sinistro è un San Giovanni Battista dello stesso maestro, su quello di destra un San Jacopo maggiore di Pier Francesco Fiorentino; anticamente era decorata anche la lunetta della facciata con una Madonna col Bambino.
Al centro della campata orientale è collocato l'altare originale che si presenta simile a quello della Magione di Poggibonsi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Storia della terra di san Gimignano, pag.437.
- ^ Moretti Stopani 1968, pag. 182.
- ^ a b c d AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa, pag.168.
- ^ San Gimignano dalle belle torri, pag. 95.
- ^ Storia della terra di san Gimignano, pag.438.
- ^ La donazione fu fatta a: frater Rugerius rector et administrator ecclesie seu domus Sancti Jacobi de Templo in Sancto Geminiano sitae, pro bono et utilitate dicte domus, Gli spedali dell'antica Diocesi di Volterra, pag. 98
- ^ Storia della terra di san Gimignano, pag.96.
- ^ a b c d e f g AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa, pag.169.
- ^ Giusti-Guidi 1942, pag. 201 n. 3020.
- ^ Repetti 1833, Volume V, pag 45.
- ^ Gli spedali dell'antica diocesi di Volterra, pag. 116 n. 50.
- ^ Già nel 1370 le monache avevano fatto una permuta con i gestori dell'ospedale per poter ampliare il monastero Gli spedali dell'antica Diocesi di Volterra, pag. 109
- ^ Repetti 1833, Volume V, pag 44.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Anton Filippo Giachi, Saggio di ricerche storiche sopra lo stato antico e moderno di Volterra dalla sua origine fino ai giorni nostri, Firenze, Tipografia Pellegrini, 1786.
- Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
- Luigi Pecori, Storia della terra di San Gimignano, Firenze, Tipografia Galileiana, 1853.
- Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. Relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
- Antonio Canestrelli, Architettura medievale a Siena e nel suo antico territorio, Siena, Tipografia Sordomuti, 1904.
- Michele Cioni, La Valdelsa: guida storico-artistica, Firenze, Lumachi, 1911.
- Mario Salmi, Architettura romanica in Toscana, Milano-Roma, Bestetti&Tumminelli, 1927.
- Pietro Toesca, Storia dell'arte italiana. Il Medioevo, Torino, UTET, 1927.
- Mario Battistini, Gli spedali dell'antica Diocesi di Volterra, Pescia, Tipografia Franchi, 1932.
- Paolo Guicciardini, Antiche strade della Valdelsa, Firenze, Tipografia Classica, 1939.
- Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
- Enrico Fiumi, Storia economica e sociale di San Gimignano, Firenze, Olschki editore, 1961.
- Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
- Jole Vichi Imberciadori, San Gimignano dalle belle torri, San Gimignano, Boldrini.
- Italo Moretti, Renato Stopani, Italia romanica. La Toscana, Milano, Jaca Book, 1982.
- Renato Stopani, Storia e cultura della strada in Valdelsa nel medioevo, Poggibonsi, Centro Studi Romei, 1986.
- Franco Cardini, Alta Val d'Elsa: una Toscana minore?, Firenze, SCAF, 1988.
- Renato Stopani, La Via Francigena. Una strada europea nell'Italia del medioevo, Firenze, Le Lettere, 1988.
- Renato Stopani, Le vie di pellegrinaggio nel medioevo Gli itinerari per Roma, Gerusalemme, Compostella, Firenze, Le Lettere, 1991.
- AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell'Acero, 1996, ISBN 88-86975-08-2.
- AA. VV., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-46794-0.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Jacopo al Tempio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.