Chiesa di San Giulio | |
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Stato | Italia |
Località | Cravegna (Crodo) |
Coordinate | 46°14′13.13″N 8°18′50.47″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Giulio di Orta |
Diocesi | Novara |
La chiesa di San Giulio è un edificio religioso situato a Cravegna, frazione di Crodo, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Si trova nel territorio della diocesi di Novara e fa parte dell'unità pastorale di Domodossola.
La chiesa si trova nella parte meridionale del centro abitato situato sulla costa del monte Cistella,[1] vi si arriva percorrendo un viale alberato. Dietro la chiesa si trova il cimitero di Cravegna. La chiesa e il cimitero sono citati in un documento del 1291.[2]
Accanto alla chiesa è situato l'oratorio di San Giovanni Battista, risalente al XVII secolo. Alla destra del sagrato si trova un ossario del XVII secolo, cui rimangono le mura e il tetto.[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la Vita di San Giulio del canonico Antonio Maria Bonino, pubblicata nel 1721, la chiesa di Cravegna fu la prima chiesa edificata in Ossola delle cento chiese che i santi Santi Giulio e Giuliano costruirono complessivamente nell'area del Cusio e dell'Ossola.[4] I due si recarono successivamente a Santa Maria Maggiore in Val Vigezzo dove eressero la Chiesa di Santa Maria Assunta. Questa versione venne messa in discussione da successive biografie dei due santi e anche dal fatto che la chiesa di Santa Maria Maggiore è sempre stata definita chiesa matrice dell'Ossola.
Tralasciando la leggenda, certo è che l'insediamento di Cravegna ha origini antiche e che è presumibile il passaggio dei primi evangelizzatori costruttori di chiese e cappelle, l'edificio originale aveva probabilmente una titolazione diversa della quale si sono perse le tracce, la presenza di un altare dedicato a San Pietro e il culto locale intorno al santo potrebbero far presumere che la prima dedicazione della chiesa fosse a San Pietro[5] ma di ciò non rimangono prove.
La dedicazione a San Giulio riguardava probabilmente l'edificio romanico costruito intorno al XI-XII secolo del quale rimangono pochissime tracce. La chiesa romanica era probabilmente orientata in modo diverso rispetto all'attuale nord-sud, ne rimangono alcuni elementi decorativi come i 34 archetti ciechi utilizzati nel timpano della facciata della chiesa attuale edificata nel XVI secolo.[6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La facciata ricorda, soprattutto nella parte mediana, quella della vicina Chiesa monumentale di San Gaudenzio a Baceno dalla quale si distingue per la presenza di un piccolo protiro, sull'architrave della porta principale è incisa una data, 1516, contemporanea alla chiesa di Baceno. Del San Cristoforo, opera di Antonio Zanetti, affrescato sulla facciata a sinistra dell'ingresso rimangono poche tracce.[7]
La muratura in serizzo è a blocchi regolari e segue le linee delle tre navate, nel timpano spiccano tre corsi di archetti ciechi, i due superiori sono sovrastati da una cornice a denti di sega, le due aperture cruciformi, una delle quali murata con pietra più chiara, richiamano la tradizione romanica anche se la datazione della facciata è di molto successiva al periodo romanico, la costruzione venne infatti completata nel 1523.[2]
Tra gli elementi di recupero dell'edificio originario spiccano due protomi nella parasta sinistra che la tradizione vuole essere ritratti di due feudatari dell'epoca, i De Rhodis, finanziatori dell'edificio. Il protiro venne aggiunto nel 1596 a protezione del portale in marmo di Crevola, dello stesso materiale è anche il rosone il cui inserimento successivo ha causato dei danni, mai rimediati, alla muratura.
A sinistra dell'ingresso la muratura è interrotta e la parasta appare ricostruita, sono le tracce dell'antico campanile romanico, di dimensioni modeste venne danneggiato nel 1796 da un fulmine e ne venne decisa la demolizione e la costruzione di un nuovo campanile appena fuori dal sagrato, la costruzione iniziò nel 1771, in una parete si trova un busto di bronzo di papa Innocenzo IX.[8]
L'interno è a tre navate separate colonne in serizzo con archi a sesto acuto, i decori dei soffitti riprendono la vita di papa Innocenzo IX, al secolo Giovanni Antonio Facchinetti, nato a Bologna da una famiglia originaria di Cravegna.
Tra gli affreschi del coro, a sinistra una scena della Passione, nella parete di fondo una Crocifissione e a destra un’altra Crocifissione, di qualità migliore sono gli ornati che inquadrano gli affreschi, a decoro della rosa, delle finestre e dei costoloni della volta a crociera.
Nella parete di destra, sotto la finestra, si trova un'iscrizione, non tutta comprensibile, col nome di un Battista da Legnano al quale vanno attribuiti probabilmente tutti gli affreschi del coro.[7]
Nella navata di sinistra un affresco della Madonna con bambino che un tempo decorava la facciata della chiesa romanica, il dipinto fu protagonista di documentati fatti miracolosi avvenuti nel 1492 e divenne in passato oggetto di devozione e pellegrinaggi.
Di pregio il fonte battesimale in marmo di Crevola datato 1564 e un armadio di legno in sacrestia decorato con motivi nordici.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Errera, L'Ossola, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, 1908.
- Tullio Bertamini, Fede ed arte a Cravegna, in Oscellana, n. 1, Domodossola, 1981, pp. 7-12.
- Alessandro Chiello, Il romanico in Ossola - II parte, in Oscellana, n. 3, 2008, pp. 147-151.
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