Chiesa della Beata Vergine di Monserrato | |
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Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Località | Bari Sardo |
Coordinate | 39°50′32.98″N 9°38′25.65″E |
Religione | cattolica |
Diocesi | Lanusei |
Inizio costruzione | XVII secolo |
Completamento | 1790 |
La chiesa della Beata Vergine di Monserrato è la parrocchiale di Barisardo. Sorge nel centro storico del paese.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La parrocchiale di Barisardo, la cui mole è segnalata dall'alto campanile e da un'ampia cupola, si distingue per le dimensioni (notevoli in rapporto al piccolo centro abitato)[1] e per la ricchezza dei marmi che costituiscono gli arredi interni.
I lavori di costruzione del tempio iniziarono nel XVII secolo, in sostituzione di un edificio più antico e in rovina.[1] L'opera venne completata solo nel 1720.[1] Nel 1749 venne realizzata la sacrestia. Nella seconda metà del XVIII secolo, in vista della possibilità per Barisardo di ospitare la sede vescovile d'Ogliastra,[1] per volere del rettore Bernardino Pes, l'interno della chiesa venne impreziosito da pregiati arredi marmorei e si affidò il progetto della costruzione del campanile all'architetto piemontese Giuseppe Viana.[1] La torre venne completata intorno al 1790, anno in cui fu collocato l'orologio del mastro Gaetano Pintus di Cagliari.[1]
L'edificio presenta la facciata semplice, sviluppata su due livelli separati da una cornice, con un unico portale e un finestrone nella parte superiore. Il terminale è a doppia inflessione, con la caratteristica sagoma a "lucerna di carabiniere". A destra si innalza il campanile, con i suoi 35 metri di altezza, in stile barocchetto piemontese.
L'interno è a pianta a croce latina, con unica navata in cui si affacciano tre cappelle per ciascun lato, transetto e cupola su tamburo ottagonale all'incrocio dei bracci. Il presbiterio, completato nel 1777,[1] realizzato su modello del duomo di Cagliari, sopraelevato per ospitare la sottostante cripta e cinto da una balaustra marmorea, sorretta da quattro leoni di marmo. L'altare maggiore in stile barocco è un'opera di Michele Spazzi del 1760,[1] realizzata in marmi policromi. Di particolare rilievo anche il monumentale altare della Madonna del Rosario, fatto erigere dall'omonima confraternita; le parti che lo compongono furono acquistate a Napoli in due momenti, tra il 1760 e il 1777.[1] Opera del marmoraro Giovanni Battista Franco, sono invece l'altare del transetto destro, dedicato a san Giovanni Battista e altri due altari collocati nelle cappelle laterali, realizzati nel primo Ottocento.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Salvatore Naitza. Architettura dal tardo '600 al classicismo purista. Nuoro, Ilisso, 1992. ISBN 88-85098-20-7