Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo | |
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Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Castiglione in Teverina |
Indirizzo | piazza Maggiore[1] |
Coordinate | 42°38′41.57″N 12°12′14.35″E |
Titolare | Santi Filippo e Giacomo |
Consacrazione | 1630 |
Architetto | Ippolito Scalza |
Inizio costruzione | 1583 |
La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo è la parrocchiale di Castiglione in Teverina, in provincia e diocesi di Viterbo[2][3][4]; fa parte della zona pastorale di Bagnoregio[5].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nella primavera del 1566 il vescovo di Bagnoregio Gallesio Regard, durante la sua visita, avendo rilevato che la chiesa di San Giovanni Battista era insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli, esortò i castiglionesi a edificare un nuovo luogo di culto; nel 1568, tuttavia, in seguito alla rinuncia all'incarico pastorale da parte del prelato, l'idea fu accantonata[2].
Il progetto venne ripreso nel 1582 e nel dicembre dicembre di quell'anno il vescovo Tommaso Sperandio Corbelli diede il suo benestare; il medesimo presule presenziò poi nel 1583 alla cerimonia di posa della prima pietra[2].
Nel 1590, tuttavia, il disegno dell'edificio, realizzato da Ippolito Scalza, dovette essere rivisto a causa di alcuni cedimenti nel terreno; negli anni successivi l'opera proseguì solo a rilento, tanto che il vescovo Carlo Trotta per due volte, nel 1603 e nel 1605, ordinò di portare a compimento il luogo di culto[2].
La chiesa poté dirsi terminata appena nel 1616, allorché il vescovo Pietro Ruina decretò lo spostamento delle suppellettili sacre e delle funzioni nella nuova chiesa; la consacrazione venne impartita però vari anni più tardi, nel 1630[2].
Il presbiterio fu dotato nel 1633 del coro composto da stalli lignei e nel 1638 si procedette all'ampliamento dell'originario campaniletto a vela in modo da farvi stare pure una seconda campana[2].
Nel 1702 la parrocchiale fu danneggiata da un terremoto e l'anno successivo si provvide ad eseguire i necessari lavori di consolidamento sotto la direzione dell'architetto Francesco Sforzini; la riapertura al culto avvenne nel 1706 con una solenne celebrazione alla presenza del vescovo bagnorese Onofrio Elisei[2].
In seguito a una nuova scossa sismica verificatasi il 14 giugno 1759 le strutture della navata centrale furono rinforzate con delle catene[2].
Nel 1800 iniziarono i lavori di costruzione della torre campanaria; l'opera, sospesa quasi subito a causa della scarsità di fondi, fu ripresa nel 1809 e terminata nel 1811[2].
Tra il 1948 e il 1953 la parrocchiale venne interessata da un restauro in occasione del quale si procedette alla posa del nuovo pavimento alla veneziana e alla risistemazione degli altari; tra il 1981 e il 1982 la chiesa fu adeguata alle norme postconciliari mediante la realizzazione del nuovo altare rivolto verso l'assemblea riutilizzando parti dell'altare maggiore[2].
La facciata del luogo di culto venne restaurata nel 1990, mentre tra il 1996 e il 1999 fu ricostruita la volta del presbiterio[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterno
[modifica | modifica wikitesto]La facciata a salienti della chiesa, rivolta a occidente, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da lesene d'ordine tuscanico; quello inferiore, presenta centralmente il portale d'ingresso, sormontato dal frontoncino spezzato, mentre quello superiore è caratterizzato da una finestra e coronato dal timpano di forma triangolare[2].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a pianta quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora affiancata da lesene sorreggenti un timpanetto[2].
Interno
[modifica | modifica wikitesto]L'interno dell'edificio si compone di tre navate, separate da pilastri sorreggenti quattro arcate a tutto sesto per lato e abbelliti da paraste con capitelli tuscanici sorreggenti la trabeazione aggettante e modanata sopra la quale si eleva un registro attico, su cui s'impostano a loro volte le volte a botte rinforzate da catene metalliche, mentre le due navate minori presentano delle volte a crociera; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di un gradino, coperto da una volta a botte con testata a padiglione e chiuso dalla parete di fondo piatta[2].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'altare maggiore, progettato da Ippolito Scalza[6], le due teli che rappresentano la Madonna col Bambino ed i santi Andrea e Lorenzo e la Madonna col Bambino in braccio ed i Santi Domenico e Caterina[7] e la pala ritraente la Madonna della Neve con i Santi Giacomo e Filippo, eseguita da Pietro Papini nel XIX secolo[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ “SANTI FILIPPO E GIACOMO” – Castiglione in Teverina, su diocesiviterbo.it. URL consultato il 16 aprile 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo <Castiglione in Teverina>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 16 aprile 2024.
- ^ BeWeB.
- ^ (EN) Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, su GCatholic.org. URL consultato il 16 aprile 2024.
- ^ Organizzazione Pastorale della Diocesi, su diocesiviterbo.it. URL consultato il 16 aprile 2024.
- ^ a b Chiesa Collegiata di SS. Filippo e Giacomo, su muvis.it. URL consultato il 16 aprile 2024.
- ^ La storia del Comune, su halleyweb.com. URL consultato il 16 aprile 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Parrocchie della diocesi di Viterbo
- Diocesi di Viterbo
- Castiglione in Teverina
- Regione ecclesiastica Lazio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, su orarimesse.net. URL consultato il 16 aprile 2024.
- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, su discovertuscia.it. URL consultato il 16 aprile 2024.