La cheilofagia (conosciuta anche come morsicatio labiorum) è un disturbo che consiste nel procurarsi autonomamente delle lesioni alle labbra, talvolta in modo compulsivo. Le lesioni sono dovute a frequenti morsi che spesso si manifestano come tic nervosi. Le ferite provocate in questo modo possono essere molto dolorose e la reiterazione dell'atto di mordersi le labbra porta un ritardo nella guarigione delle lesioni stesse.[1][2] Molti pazienti sono a conoscenza di questa abitudine mentre altri tendono a negarla, oppure si infliggono le lesioni senza averne consapevolezza.
Epidemiologia
[modifica | modifica wikitesto]Questo disturbo è relativamente frequente, sia pure meno rispetto ad un comportamento per certi versi simile, l'onicofagia. La cheilofagia è decisamente più comune nelle persone che soffrono di stress o si trovano in condizioni emotivamente impegnative. Non sembra esistere una prevalenza di genere. La prevalenza sembra essere più elevata in soggetti di età maggiore di 35 anni.[3]
Cause
[modifica | modifica wikitesto]Alla base del disturbo possono esservi problemi di natura psicologica, situazioni di stress o ansia. Secondo alcuni la cheilofagia potrebbe essere un segno di atteggiamento autolesionista, un'espressione di aggressività autodiretta (rivolta contro se stessi) piuttosto che verso l'esterno.[4]
Segni e sintomi
[modifica | modifica wikitesto]La cheilofagia comporta cambiamenti delle caratteristiche della mucosa delle labbra (e talvolta della lingua o della mucosa buccale), dovute ad irritazione cronica dei tessuti. L'alterazione tipica della mucosa appare una lesione macerata di colore grigio-biancastro (meno frequentemente tendente al giallastro),[5] in cui talvolta, ma non sempre, è possibile rilevare una colonizzazione batterica.[6] Nei soggetti affetti sono spesso rilevabili lesioni biancastre, ruvide, spesso bilaterali, della mucosa buccale anteriore che sono particolarmente presenti nell'area in cui si incontrano i denti superiori e inferiori. Occasionalmente possono essere identificate aree più o meno estese di eritema, erosione o vere e proprie ulcere traumatiche.[7][8] È pure possibile un'evoluzione verso piccole ferite frastagliate.[9] I soggetti con il disturbo possono mostrare anche tendenza al bruxismo, dolore mandibolare disfunzionale oppure altre caratteristiche orali di disturbi psicologici.
Diagnosi
[modifica | modifica wikitesto]La diagnosi è clinica e si basa sull'anamnesi e sull'esame obiettivo con il riscontro delle caratteristiche lesioni. Le lesioni non sono tuttavia patognomoniche, pertanto nei casi dubbi è possibile eseguire biopsie delle lesioni da inviare al laboratorio di anatomia patologica.
Diagnosi differenziale
[modifica | modifica wikitesto]La diagnosi differenziale dovrebbe includere altre patologie della mucosa della cavità orale, che tendono ad apparire in modo simile biancastre o giallastre: tra queste il lichen planus orale, la candidosi, la leucoplachia,[10] il leucoedema orale e l'ustione chimica.[11]
Trattamento
[modifica | modifica wikitesto]Le lesioni a carico delle labbra sono innocue e non richiedono alcun particolare trattamento. Il paziente necessita di rassicurazione psicologica da parte del curante e, se possibile, è opportuno rimuovere eventuali situazioni di stress che possono essere alla base, o comunque accentuare il disturbo. Nei casi più gravi può essere opportuno uno specifico intervento di tipo psicologico o psicoterapeutico, ma in letteratura vi è carenza di studi a sostegno di questa scelta.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dizionario medico, A-Mec, La biblioteca di Repubblica, 2004
- ^ Sonkodi I, Bánóczy J, [Chewing on one's cheek and lipbiting (morsicatio buccarum et labiorum)], in Fogorv Sz, vol. 67, n. 6, giugno 1974, pp. 165–9, PMID 4527174.
- ^ Brad Neville, Douglas D. Damm Carl Allen Jerry Bouquot, Oral and Maxillofacial Pathology - 3rd Edition, 3rd, Saunders, 2008, ISBN 978-1-4557-7702-0.
- ^ Woo SB, Lin D, Morsicatio mucosae oris--a chronic oral frictional keratosis, not a leukoplakia, in J. Oral Maxillofac. Surg., vol. 67, n. 1, gennaio 2009, pp. 140–6, DOI:10.1016/j.joms.2008.08.040, PMID 19070760.
- ^ Sewerin I, A clinical and epidemiologic study morsicatio buccarum-labiorum, in Scand J Dent Res, vol. 79, n. 2, 1971, pp. 73–80, PMID 5280249.
- ^ Glass LF, Maize JC, Morsicatio buccarum et labiorum (excessive cheek and lip biting), in Am J Dermatopathol, vol. 13, n. 3, giugno 1991, pp. 271–4, PMID 1867357.
- ^ Kang HS, Lee HE, Ro YS, Lee CW, Three cases of 'morsicatio labiorum', in Ann Dermatol, vol. 24, n. 4, novembre 2012, pp. 455–8, DOI:10.5021/ad.2012.24.4.455, PMC 3505778, PMID 23197913.
- ^ Wang JY, Liu WZ, Li XY, Li ZW, Zeng X, [Morsicatio buccarum et labiorum: two cases report], in Hua Xi Kou Qiang Yi Xue Za Zhi, vol. 27, n. 6, dicembre 2009, pp. 681–2, 685, PMID 20077911.
- ^ Allen AM, Camisa C. Oral disease. In: Callen JP, Horn TD, Mancini AJ, Salasche SJ, Schaffer JV, Schwarz T, et al., editors. Dermatology. 2nd ed. Spain: Mosby Elsevier; 2008. p. 1044.
- ^ Tomás Carmona I, Cameselle Tejeiro J, Diz Dios P, Seoane Lestón J, Castro Ferreiro M, Limeres Posse J, Morsicatio linguarum versus oral hairy leukoplakia, in Dermatology (Basel), vol. 201, n. 3, 2000, pp. 281–2, DOI:10.1159/000018483, PMID 11096212.
- ^ Van Wyk CW, Staz J, Farman AG, The chewing lesion of the cheeks and lips: its features and prevalence among a selected group of adolescents, in J Dent, vol. 5, n. 3, settembre 1977, pp. 193–9, PMID 269143.