Camillo Torreggiani, talvolta indicato come Torregiani[1] (Ferrara, 19 marzo 1820[2] – Ferrara, 1896), è stato uno scultore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di estrazione povera, si dedicò sin da giovane alla scultura ma, a causa delle difficoltà economiche, lasciò Ferrara nemmeno ventenne recandosi in svariate città in cerca di lavoro. A Bologna lavorò alle decorazioni realizzando rosoni[3] nell'allora restaurando Palazzo del Podestà e a Livorno nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso modellando le mensole della cantoria,[3] senza perdere l'obiettivo di dedicarsi del tutto alla scultura figurativa.
A Ferrara seguì i corsi della Scuola di Ornato, ricevendo un premio nel 1847, stesso anno in cui espose il busto di Francesco Varano: vi aprì uno studio, dedicandosi a diverse commissioni.[4] Nel 1848 e 1849 partecipò alla Guerra d'Indipendenza nel Corpo Universitario ferrarese senza abbandonare del tutto Firenze, città in cui aveva preso domicilio.[3] Sempre nel '49 presentò istanza al Comune per la realizzazione dei busti a medaglione di monaci e santi ferraresi in Certosa, realizzandone una trentina nel corso di un anno.[3]
Raccomandato dallo scultore Luigi Pampaloni, si recò a Firenze, producendo sotto la sua guida svariati ritratti. Dopo undici anni nel capoluogo toscano, si recò a Napoli dove fu colpito dalle statue barocche nella Cappella Sansevero. Nel 1857 fu contattato nel suo studio di Firenze da Gerolamo Scutellari per la realizzazione della maschera funebre della prima moglie, Zaira Gulinelli (opera per la quale fu contattato anche Cesare Zocchi ma realizzata a Ferrara da Cesare Polloni, collaboratore di Torreggiani).[3] Tornò definitivamente nella città natale negli anni post-unitari, richiedendo nel 1860 e nuovamente nel 1878 il passaporto per lo Stato Italiano «per suoi affari portarsi altrove», definendosi «scultore, possidente e cavaliere».[3] Al 1858 e 1859 risalgono le proposte indirizzate a Ferrara per l'esecuzione in marmo del busto del cardinale Pietro Gramiccia e per un monumento all'Immacolata da erigersi dinnanzi alla chiesa di San Domenico. Nel 1861 diede vita all'associazione ferrarese che si proponeva di eseguire 12 ritratti in marmo di Carrara; talvolta assieme al marmista Beretta, eresse svariati monumenti in Certosa, perlomeno dal 1852 al 1888. Nel 1866 restaurò la facciata della propria casa in Corso della Giovecca, abbellendola con due sculture nelle lunette degli ingressi.[3]
Viaggiò e lavorò a Parigi, Londra, Vienna e Madrid.[4] In quest'ultima soggiornò sei mesi, lavorando per l'ex regina Isabella II scolpendone, tra l'altro,[5] il ritratto velato, ricevendo in cambio la Croce di cavaliere di Carlo III.[4] Le numerose commissioni e l'indefessa operosità, assieme al carattere mite, gli permisero di vivere poi in maniera agiata.[4]
Esposizioni
[modifica | modifica wikitesto]- 1854: Ferrara, Palazzo dei Diamanti (busti di Silvestro Camerini e della Regina Isabella II)
- 1870: Parma (busto di Rossini)
- 1873: Ferrara, esposizione della Società Benvenuto Tisi da Garofalo (ritratti in marmo di Cavalieri e Pareschi); Bondeno (busto di Cavour, ora al Municipio)
- 1882: Ferrara, esposizione della Società Benvenuto Tisi da Garofalo.[3]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Nella Certosa di Ferrara, i monumenti:[4][6]
- Busto di Francesco Bonaccioli, 1861[7]
- Famiglia Mantovani
- Famiglia Dotti, Filippo e figli[8][9]
- Lovel Putman[10]
- Famiglia del Cav. Santini
- Marcellino Lombardi
- Maragola
- Marcello Lombarda[11]
- Vincenzo e Giovanni Bonetti
- Tomba di Paolo Bergami
Altre opere funerarie:[3]
- Immacolata, tomba del cardinal Francesco Battaglini, 1894, cimitero di Mirabello
Decine di Busti-ritratti tra cui:[12][13]
- Cardinal Vannicelli Casoni, 1850; Francesco Bonaccioli, 1914, Ospizio[3]
- Regina Isabella, 1855, Museo d'Arte Moderna di Madrid[7][11][14]
- Cavour, 1860, marmo, per l'aula consiliare, Comune di Bondeno, ora nell'ingresso del palazzo comunale di Bondeno
- Vittorio Emanuele II, gesso (calco), 1862, Palazzo Reale, Torino[15], prescelto come il migliore ad un concorso presentato a Terni[16]
- Conte De Angelis, 1866, marmo, per il Comune di Rovigo
- Benvenuto Tisi da Garofalo, 1872, gesso,[17] per la Società Tisi,[18] Pinacoteca Nazionale Ferrara[19]
- Gioachino Rossini, Repubblica di San Marino[4]
- Gioacchino Rossini, Casa Rossini[1]
- Immacolata, statua, marmo di Carrara
- Erminia Frezzolini (opera dispersa)
- Avv. Carlo Mayr
- Vincenzo Pareschi
- Carlo Eppi, Ospedale Eppi, Portomaggiore
Altre sue opere sono in collezioni private di Ferrara e San Donato in Collina.[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Croce di Carlo III.[4]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Tomba di Vincenzo Bonetti (1873)
-
Tomba di Vincenzo Santini e consorte (1827)
-
Tomba del cavalier Zavaglia
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Panzetta.
- ^ Altrove indicata nel 1819 Scheda completa su catalogo.beniculturali.it (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2021). e culturaitaliana.it.
- ^ a b c d e f g h i j k Post_mortem.
- ^ a b c d e f g DeGubernatis.
- ^ (ES) A. P., Torreggiani, Camillo, su museodelprado.es. URL consultato il 28 gennaio 2021.
- ^ Certosa.
- ^ a b ar-tour.com, 8. Busto di Francesco Bonaccioli, su ar-tour.com. URL consultato il 28 gennaio 2021.
- ^ Tomba Filippo Dotti, in La Sacra Bellezza - Una selezione di sepolture preziose e altri elementi rilevanti di iconografia e iconologia funeraria e religiosa.
- ^ Citata come Botti in Angelo De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e architetti, su books.google.it, Firenze, Tipi dei Successori Le Monnier, 1889, pp. 523-524. URL consultato il 27 novembre 2023.
- ^ Qui indicato come Alfred Lowell Putnam.
- ^ a b Prado.
- ^ Non meno di 140 nel 1889, Angelo De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e architetti, su books.google.it, Firenze, Tipi dei Successori Le Monnier, 1889, pp. 523-524. URL consultato il 28 gennaio 2021.
- ^ Indicati 192 nel 1880 in Lucio Scardino e Antonio P. Torresi, Post Mortem - Disegni, decorazioni e sculture per la Certosa ottocentesca di Ferrara, Ferrara, Liberty house, 1998, p. 182.
- ^ (ES) Leticia Azcue Brea, Torreggiani, Camillo, su museodelprado.es. URL consultato il 28 gennaio 2021.
- ^ museireali.beniculturali.it, BUSTO DI VITTORIO EMANUELE II, su museireali.beniculturali.it. URL consultato il 26 novembre 2023.
- ^ Angelo De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e architetti, su books.google.it, Firenze, Tipi dei Successori Le Monnier, 1889, pp. 523-524. URL consultato il 26 novembre 2023.
- ^ Indicato come marmo in: Lucio Scardino, Gino Colognesi (1899-1972), Ferrara, Liberty house, 1992 in occasione della retrospettiva organizzata dal Comune di Fiesso Umbertiano, Palazzo Vendramin-Calergi, 12 settembre - 11 ottobre 1992, p. 17.
- ^ Neo_estense.
- ^ busto, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 28 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angelo De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e architetti, su books.google.it, Firenze, Tipi dei Successori Le Monnier, 1889, pp. 523-524. URL consultato il 28 gennaio 2021.
- Lucio Scardino e Antonio P. Torresi, Post Mortem - Disegni, decorazioni e sculture per la Certosa ottocentesca di Ferrara, Ferrara, Liberty house, 1998, p. 182.
- Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, Torino, Ad Arte, 2003, p. 907, ISBN 88-89082-00-3.
- Lucio Scardino, Neo-estense in scultura, Ferrara, Liberty house, 2006, p. 62.
- (ES) Torreggiani, Camillo, su museodelprado.es.
- certosadiferrara.it, La Sacra Bellezza, su certosadiferrara.it. URL consultato il 28 gennaio 2021.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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