Buddha che salta il muro | |
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Origini | |
Altri nomi | in Cina: fó tiào qiáng; in Corea: Buldojang |
Luogo d'origine | Cina |
Regione | Fujian |
Diffusione | Cina, Corea |
Dettagli | |
Categoria | piatto unico |
Ingredienti principali |
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Varianti | zuppa di pinne di squalo |
Il Buddha che salta il muro (佛跳墙S, fó tiào qiángP) è una zuppa cinese tradizionale della provincia del Fujian.[1][2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Esistono varie leggende narranti l'origine del piatto. Secondo una tradizione, il Buddha che salta il muro fu ideato da uno studioso viaggiatore vissuto durante la dinastia Qing che, quando mangiava, era solito cuocere gli alimenti che conservava in un barattolo di creta per il vino. Una volta giunto con gli amici a Fuzhou, la capitale del Fujian, egli preparò il pasto e il profumo emanato dall'alimento attirò la curiosità di un monaco che decise di scavalcare il muro del monastero buddista in cui si trovava per andare incontro al viaggiatore (questo sebbene ai monaci sia imposta una dieta vegetariana e la suddetta zuppa contenesse anche carne). Un poeta che faceva parte della comitiva dello studioso errante disse che anche Buddha sarebbe giunto a saltare un muro pur di mangiare quel delizioso piatto.[1][3][4]
Nel 1987, l'alimento venne popolarizzato in Corea grazie allo chef dello Shilla Hotel di Seul Hu Deok-juk.[5] Tuttavia, l'Ordine Jogye, rappresentante del buddismo tradizionale coreano, si oppose all'utilizzo del nome che giudicava blasfemo. La controversia contribuì a rendere noto l'alimento nella nazione coreana.[6][7]
Ingredienti
[modifica | modifica wikitesto]Il Buddha che salta il muro è una zuppa saporita composta da trenta ingredienti diversi fra cui uova di quaglia, germogli di bambù, capesante, cetriolo di mare, abalone, pinna di squalo, vesciche natatorie, pollo, prosciutto di Jinhua, tendini di maiale, ginseng, funghi e taro. L'alimento necessita da uno a due giorni per essere preparato[2][3] ed è ricco di calcio e proteine.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Shidao Xu; Chunjiang Fu, Origins of Chinese cuisine, Asiapac, 2003, pp. 7–16.
- ^ a b (EN) Hanchao Lu, Street criers: a cultural history of Chinese beggars, Stanford University, 2005, pp. 73-4.
- ^ a b Damian Harper, Cina, EDT, 2007, p. 364.
- ^ (EN) Leap of taste, su theage.com.au. URL consultato il 16 ottobre 2019.
- ^ (EN) The Cuisine of Ching Dynasty Imperial Household Visit to Seoul, su donga.com. URL consultato il 16 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2019).
- ^ (KO) [제철맛집] '桃里'의 불도장 .. 참선스님도 유혹한 맛, su hankyung.com. URL consultato il 16 ottobre 2019.
- ^ (KO) "요리는 내 인생" 신라호텔 요리명, su mt.co.kr. URL consultato il 16 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2011).
- ^ (KO) 호텔신라, 불도장과 제주 한라산 김치 신상품 출시, su newswire.co.kr. URL consultato il 14 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2011).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Buddha che salta il muro