Monticello è una frazione del comune di Todi in provincia di Perugia nella regione Umbria.
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]La località di Monticello dista 6,23 chilometri dal comune di Todi di cui essa fa parte. Rientra del Rione Porta Romana. È inserita nel circuito dei luoghi del silenzio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Alcuni cenni storici sull'abitato di Monticello: fu così chiamato in quanto si trovava sopra un piccolo colle (monticulus) un castello di antichissima proprietà della famiglia Astancolle, tenuto per tutto il sec. XV dagli Astancolle favorevoli ai ghibellini. Nel 1426 vi si rifugiarono i peggiori fra i ghibellini degli Astancolle, mentre nel 1499 ospitò i seguaci di Altobello Chiaravalle, rischiando così la distruzione da parte della città di Todi. La torre è ancora quella dell'epoca. Dell’antica chiesa parrocchiale, intitolata a San Nicolò, rimane soltanto qualche pezzo di muro accanto al sacro edificio più recente del 1700, che conserva lo stesso nome. Nei pressi di Monticello (sulla sinistra della Todi-Foligno) si trova il santuario di Sant'Arnaldo, la cui antichissima costruzione si fa risalire al periodo romanico. A cancellare ogni traccia della primitiva struttura (oltre ai continui rimaneggiamenti, cui la chiesa è stata sottoposta attraverso i secoli) hanno contribuito i goffi tentativi di ampliamento compiuti in questi ultimi tempi. La devozione degli abitanti del territorio di Todi e dei Comuni vicini verso Sant’Arnaldo ha origini molto lontane. Il Santo (che una pregevolissima statua, oggi scomparsa, raffigurava in veste dì pastore) è invocato contro l'ernia e i mali occulti. La sua festa si celebra nella seconda domenica di settembre.
Soprapponendo la mappa ottocentesca del Catasto Gregoriano raffigurante questa porzione di territorio tuderte con una cartografia recente, si vedrebbe come pochi siano stati i cambiamenti a Monticello e dintorni. Poche le case nel frattempo edificate, pressoché identica la viabilità di servizio. Nessuna variante stradale intervenuta ad allontanare dal perimetro del Castello il traffico veicolare, sempre molto modesto. Solo la costruzione della scuola elementare negli anni '60 in prossimità del borgo e quella del cimitero verso levante (dove riposa quel cantore del passato che ha nome Romelio Moracci) hanno mutato nel tempo lo skyline di Monticello.[¹]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Nucleo storico:
Castello: Cenni Storici: Il castello, antica proprietà della famiglia Astancolle, sorge su un piccolo colle. Secondo il Mancini il nome Monticello è dovuto alla modesta collinetta (monticulus) sulla quale sorge il castello. Nel 1426 il castello fornì rifugio ai ghibellini degli Astancolle, nel 1499 ospitò i seguaci di Altobello Chiaravalle, la fazione guelfa di Todi paventando complotti ed aggressioni, si armò e cercò di distruggere il castello, cosa che non avvenne per il fatto che i soldati degli Astancolle, saputo del pericolo, fuggirono in tempo. Subito dopo i guelfi di Todi, e più precisamente gli Atti, presero possesso del feudo. Poco rimane oggi dell'antico castello, c'è tutt'ora una torre detta dai paesani “Antana” che ricorda nel nome la nobile famiglia Astancolle.
Chiesa di San Nicolò
Della chiesa originaria, dedicata a San Nicolò, rimane soltanto qualche porzione di muratura accanto al sacro edificio più recente, che conserva lo stesso titolo.
Nella Chiesa parrocchiale di Monticello “sotto il titolo di S. Nicolò“, evidentemente presente nel precedente edificio, con decreto di “ Mons. Vescovo di Todi del 9 Marzo 1629 ” fu approvata e confermata l'erezione della Compagnia del Santissimo sacramento. La nuova Chiesa di San Nicola presenta una facciata intonacata, con coronamento orizzontale sormontato da tre timpani, il centrale leggermente più ampio.
La composizione del prospetto, più estesa in direzione orizzontale, è dotata dal portale ligneo d'ingresso, con cornice in travertino, e dalla finestra rettangolare sovrastante.
Le pareti laterali sono in pietra a vista.
Sulla destra si trova la casa parrocchiale, mentre il campanile a vela in mattoni è collocato sul retro dell'edificio.
Interno
L'interno è a navata unica, intonacata e tinteggiata, coperta con volta a botte unghiata, sviluppato su tre campate, sorrette da sottarchi poggianti su paraste tuscaniche; sui fianchi dell'aula si promuovono sei profonde nicchie, anch'esse voltate a botte, tre di esse ospitanti altari; il presbiterio, sollevato di un gradino e coperto a botte ribassata, termina in un'abside quadrata.
L'altare maggiore si presenta in marmi policromi, mentre dei laterali due sono in muratura ed il terzo con colonne in pietra su pedana lignea.
Santuario di Sant'Arnaldo Nei pressi di Monticello, sulla sinistra della strada provinciale 414 Todi-Foligno, si trova la Chiesa di Sant'Arnaldo, la cui antica costruzione si fa risalire al periodo romanico, edificato, secondo una comune opinione, sopra ad un precedente tempio pagano di epoca romana. Certo è che l'antica chiesa è documentata fin da secolo XIII. Si pensa sia stata commissionata dalla famiglia tuderte degli Atti. Della primitiva struttura, per i continui rimaneggiamenti ed ampliamenti cui la chiesa è stata sottoposta attraverso i secoli, anche per rispondere alle impellenti necessità logistiche legate alle celebrazioni religiose e fieristiche, non rimangono comunque molte tracce. Aspetto esterno Quel che resta oggi un impianto campestre, realizzato in blocchi sbozzati di pietra calcarea, le pareti esterne si presentano in blocchi sbozzati di pietra locale calcarea, bianca e rosa. In particolare, la facciata, a due spioventi, mostra chiari i segni delle trasformazioni avvenute nel tempo; la parete si presenta infatti formata da due porzioni sovrapposte, realizzate con materiali di diversa qualità: il paramento inferiore è più esterno, murato a cortina con elementi squadrati, il portale ad arco, con doppia cornice, affiancato da due finestrelle laterali, una monofora centrale e due fineroni superiori; quello sovrastante, una sopraelevazione più recente, leggermente arretrato, con conci sbozzati di minor qualità. Il campanile a vela in mattoni, un solo fornice e provvisto di campana, è collocato sul retro dell'edificio. Interno L'interno è ad aula unica, intonacata e tinteggiata, coperta a falde sorrette da capriate lignee. Il presbiterio, sollevato di un solo gradino, si conclude nell'abside semicircolare, in pietra a vista, coronata da catino, con un'apertura centrale da cui si accede alla retrostante sacrestia; l'unico altare presente, collocato su una pedana, è in pietra. Il culto di Sant'Arnaldo gode di una forte devozione popolare in queste zone, anche se non si conosce l'effettivo dato di origine del culto. Le origini di questo santo sono ignote, ignota la sua nascita, ignoto il papa che lo ha elevato all'onore dell'altare. L'agiografia non ci aiuta molto perché di certo non ha fatto epoca, né con questo nome annovera alcun santo mentre ci sono vari Arnaldo beati vissuti in epoche diverse ma nessuno di questi corrisponde al nostro. L'iconografia ce lo presenta con vesti da pastore e con un grosso bastone mentre a terra si scorge un cinto, il Santo è infatti invocato in quanto sembra possedere forti poteri taumaturgici invocati in particolare per la guarigione dell'ernia. Oggetto di culto originario all'interno del santuario era una statua in seguito trafugata. Oggi è sostituita da un quadro con Sant'Arnaldo nelle vesti di pastore in ginocchio davanti alla Vergine. L'opera è stata trasportata di recente in un luogo più sicuro per il timore di nuovi furti.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Popolazione: (1808): 168; (1951): 278; (2024): 26.
La collettività monticelliana si vanta di un sentimento di comunità che si esprime negli eventi organizzati dalla stessa per autofinanziare il mantenimento del paese, un esempio è il torneo semestrale di briscola che attira partecipanti da tutta l'Umbria.
Inoltre l'impegno dei monticellesi - in gruppo e in singolo - per il borgo è stato spesso premiato dal comune, come nel caso della fonte di Mira Valle, salvata nel 2020 dallo stato di degrado volontariamente da un anziano del luogo e premiato dal sindaco in carica Antonino Ruggiano in persona e da "Il TamTam" (giornale mensile di Todi e dintorni). Così come l'iniziativa di gruppo nel 2024 di pulire il paese è stata celebrata dai canali social ufficiali del comune di Todi. [²]
Note
[modifica | modifica wikitesto][¹] Tratto da “L’acqua dei castelli” di Massimo Rocchi Bilancini