Il eseguito con intento religioso, che potremmo definire jazz sacro,o jazz religioso è il jazz composto ed[1][2][3] incorporando aspetti della musica sacra afroamericana, compresi gli spiritual, gli inni e i gospel di cui i musicisti jazz eseguivano spesso delle interpretazioni come parte del loro repertorio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Prima della Seconda guerra mondiale, le chiese americane, bianche e nere, consideravano il jazz e il blues con sospetto o con vera e propria ostilità, in quanto “musica del diavolo”.[senza fonte] Solo dopo la seconda guerra mondiale alcuni musicisti jazz hanno iniziato a comporre ed eseguire opere estese destinate a contesti o espressioni religiose. Dagli anni '50 la musica sacra e liturgica è stata eseguita e registrata da molti compositori e musicisti jazz,[4][5] combinando la musica gospel nera e il jazz per produrre il jazz sacro, simile allo spiritual nell'intento religioso, ma differente da quest'ultimo per la mancanza di passaggi strumentali estesi, l'improvvisazione strumentale, la struttura più simile a un inno e più vicino al gospel per l'interesse e le questioni sociali e politiche. Mahalia Jackson e Rosetta Tharpe hanno contribuito al gospel e al jazz sacro, insieme alla pianista e compositrice Mary Lou Williams, nota per le sue Messe Jazz negli anni '50, e a Duke Ellington. Ellington incluse Come Sunday e Twenty-third Psalm in Black, Brown and Beige, che registrò nel 1958 con Mahalia Jackson.
I cambiamenti sociali degli anni '60 comprendevano cambiamenti nell'atteggiamento verso le arti, sia nella Chiesa cattolica romana che in quella protestante, che lentamente si aprirono all'uso liturgico del jazz.[5] Mary Lou Williams continuò a comporre jazz sacro, tra cui il suo Black Christ of the Andes (1964) in onore di Martin De Porres, appena canonizzato, e Duke Ellington scrisse tre Concerti Sacri: 1965 - A Concert of Sacred Music; 1968 - Second Sacred Concert; 1973 - Third Sacred Concert. Altri artisti, tra cui John Coltrane, Dave Brubeck, Lalo Schifrin e Vince Guaraldi, hanno eseguito e registrato importanti opere di jazz sacro. La maggior parte delle opere erano di tradizione cristiana, ma alcune erano ispirate alle tradizioni religiose asiatiche e africane, come A Love Supreme di John Coltrane, Universal Consciousness di Alice Coltrane e Karma di Pharoah Sanders.
Una delle figure più popolari nella forma moderna del genere è il sassofonista afroamericano Kirk Whalum, la cui fusione di jazz e musica Black Gospel ha ottenuto una serie di nomination ai Grammy Award e una serie di album bestseller.[6][7][8][9]
Messa jazz
[modifica | modifica wikitesto]La forma più comune di sacred jazz è la messa jazz.[senza fonte] Anche se la maggior parte delle volte viene eseguita in un concerto piuttosto che durante la liturgia vera e propria, ci sono diversi esempi di composizione di messe jazz. Tra i compositori più importanti di messe jazz c'è Mary Lou Williams, che, disillusa dalla sua vita di artista secolare, si convertì al cattolicesimo nel 1957[10] e compose tre messe nell' espressione jazz.[11] Una fu composta nel 1968 per commemorare il recente (aprile 1968) assassinio di Martin Luther King e la terza fu commissionata da un'autorità pontificia. Fu eseguita una volta nel 1975 nella Cattedrale di San Patrizio a New York. Williams componeva musica di ispirazione sacra e sosteneva la causa del sacred jazz come parte della propria vocazione spirituale.
Nel 1966 Joe Masters registrò Jazz Mass per la Columbia Records. Un complesso jazz era affiancato da solisti e coro, utilizzando il testo inglese della Messa cattolica romana.[12] Altri esempi sono Jazz Mass in Concert di Lalo Schifrin (1998) e Jazz Mass di Vince Guaraldi (1965). In Inghilterra il compositore classico Will Todd ha registrato la sua Jazz Missa Brevis con un ensemble jazz, solisti e le St Martin's Voices in una pubblicazione Signum Records del 2018, Passion Music/Jazz Missa Brevis, pubblicata anche come Mass in Blue, e l'organista jazz[13] James Taylor compose The Rochester Mass (Cherry Red Records, 2015).[14] Nel 2013 Versace ha proposto il bassista Ike Sturm e la compositrice newyorkese Deanna Witkowski come esempi contemporanei di jazz sacro e liturgico.[1]
Altro jazz sacro
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene intitolata messa, l'Abyssinian Mass di Wynton Marsalis non è una versione della Messa cattolica, ma una fusione delle tradizioni di New Orleans e il jazz delle big band con la liturgia cattolica afroamericana, della quale include le scritture, la preghiera, il sermone, la processione ed l'inno di chiusura.[15]
Il pianista Cyrus Chestnut è cresciuto eseguendo gospel e ascoltando jazz a Baltimora prima di ottenere un master al Berklee College of Music. Ha costantemente registrato e suonato jazz sacro nel corso della sua carriera di successo.[16] Versace[17] ha offerto profili dettagliati di Witkowski e Sturm e brevi profili di molti altri contributori al movimento del jazz sacro.[1] Dopo il 1990 Charles Gayle compose, eseguì e registrò frequentemente jazz sacro nel linguaggio del free jazz suonando numerosi strumenti con vari musicisti jazz.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Angelo Versace, The Evolution of Sacred Jazz as Reflected in the Music of Mary Lou Williams, Duke Ellington, John Coltrane and Recognized Contemporary Sacred Jazz Artists, su Open Access Dissertations, University of Miami, 30 aprile 2013. URL consultato il 28 marzo 2020.
- ^ (EN) Eric Reed, Eric Reed: Sacred Jazz article @ All About Jazz, su All About Jazz, All About Jazz. URL consultato il 31 marzo 2020.
- ^ (EN) 'Sacred Jazz' inspired by Duke Ellington, Detroit Metro Times, 25 febbraio 2020. URL consultato il 31 marzo 2020.
- ^ Jazz in the chapel, in Music Journal, vol. 24, n. 9, January 11, 1966.
- ^ a b (EN) The Evolution of Sacred Jazz as Reflected in the Music of Mary Lou Williams, Duke Ellington, John Coltrane and Recognized Contemporary Sacred Jazz Artists, su scholarlyrepository.miami.edu, University of Miami, April 30, 2013. URL consultato il March 28, 2020.
- ^ William Edgar, A supreme love : the music of jazz and the hope of the gospel, Carl Ellis, Karen Ellis, Downers Grove, Illinois, 2022, ISBN 978-1-5140-0066-3.
- ^ (EN) David Whiteis, Kirk Whalum: The Gospel According to Jazz, Chapter IV, su jazztimes.com.
- ^ (EN) Pop On Top: A Conversation About the Jazz-Pop Continuum with Ramsey Lewis and Kirk Whalum, su downbeat.com, 13 settembre 2022.
- ^ Kirk Whalum, su grammy.com.
- ^ (EN) Grace Aquilina, Mary Lou Williams, pioneer of sacred jazz | Angelus News, su Angelus, Angelus, 7 novembre 2019. URL consultato il 31 marzo 2020.
- ^ (EN) Ian M. Corbin, A jazz mass? The vexing legacy of Mary Lou Williams, in Commonweal, vol. 139, n. 12, 12 luglio 2012, pp. 13–15.
- ^ (EN) Norman O'Connor, The Jazz Mass by Joe Masters, in Choral Journal, vol. 10, n. 5, 1º febbraio 1970, p. 19.
- ^ Jimmy Smith e l'organo nel jazz, su IlFaroOnline. URL consultato il 20 dicembre 2024.
- ^ (EN) Adrian Peel, 'The Rochester Mass,' a new concept from organist James Taylor, Digital Journal, 2 dicembre 2015. URL consultato il 27 marzo 2020.
- ^ (EN) Howard Reich, Wynton Marsalis' expression of faith: 'The Abyssinian Mass', in chicagotribune.com, Chicago Tribune, 14 marzo 2016. URL consultato il 5 aprile 2020.
- ^ (EN) Jacob Heilbrunn, Cyrus the Great, in Spectator USA, Spectator USA, 22 febbraio 2020. URL consultato il 1º aprile 2020.
- ^ (EN) Versace, Gary, su Eastman School of Music, 23 dicembre 2024. URL consultato il 29 dicembre 2024.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Evolution of Sacred Jazz, su scholarship.miami.edu. URL consultato il 6 febbraio 2024.
- (EN) Giorgio Gaslini, Sacred Concert / Jazz Te Deum, su camjazz.com, 26 e 27 giugno 2000. URL consultato il 6 febbraio 2024.
- (EN) Sacred Jazz, su Deanna Witkowski. URL consultato il 6 febbraio 2024.
- Thee Sacred Souls, su JAZZMI. URL consultato il 6 febbraio 2024.