Armando Merlo
[modifica | modifica wikitesto]Armando Merlo è un pittore acquarellista nato a Genova nel 1924. Ha studiato al Liceo Artistico di Genova e si è diplomato al Liceo di Venezia nel 1943. Ha iniziato l’attività pittorica nel primo dopoguerra, manifestando quasi subito una predilezione per l’acquerello. Agli inizi degli anni ‘50 abbandona la pittura per dedicarsi alla pubblicità, specializzandosi in seguito nella realizzazione di espositori pubblicitari. Fino al 1974 tale attività lo coinvolge totalmente. È verso la fine di quell’anno che sente la necessità di riprendere il discorso pittorico, riproponendosi ben presto all’attenzione del pubblico e della critica. L’acquerello torna ad essere il mezzo preferito ed in tale direzione si propone di approfondire sia la tecnica sia le possibilità espressive. Ormai alla pittura dedica la piena totalità del suo tempo. In questi ultimi 20 anni di attività pittorica ha esposto in parecchie mostre personali e collettive, in Italia ed all’Estero. Un suo quadro è esposto al Museo dell’Acquerello di Fabriano.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Arte Italiana per il Mondo VI vol. Annuario Bolaffi n. 15 Annuario Comanducci n. 7, 17 e 19 “Elite” Selezione d’Arte Italiana 1982 Vadecum dell’Arte 1979 Presenze in Liguria II vol. Arte Italiana contemporanea X vol. Dizionario degli Artisti Liguri Ed. 1991 Catalogo Nazionale Acquerellisti AIA (Associazione Italiana Acquerellisti) Catalogo Convegno Internazionale Acquerellisti 1992.
Riviste e Giornali
[modifica | modifica wikitesto]- CONTROCAMPO (Torino);
- Eco d’Arte Moderna (Firenze);
- Equilibrio; Pan Arte (Firenze);
- Arterama (Milano); Scena Illustrata (Roma);
- Italia Artistica; La Nazione;
- Il Secolo XIX;
- il Corriere Mercantile;
- il Giorno;
- Avvenire;
- La Gazzetta del Lunedì;
- il Giornale;
- Arte Flasch;
- Bremer Nachrichten (Brema; il Cittadino di Monza; l’Eco di Monza e Brianza;
- il Popolo;
- Panorama di Tortona;
- la Presse Francaise (Parigi);
- Sette giorni;
- il Lavoro;
- L’Unità, ed altri.
Merlo fa parte dell’Associazione Italiana Acquerellisti - AIA con sede a Milano. Nel 1992 partecipa al Convegno Internazionale dell’Acquerello svoltosi a Teglio (Valtellina). 
Cenni Critici
[modifica | modifica wikitesto]1985 da "Il Lavoro"
....Sono gli aspetti pacati e profondi, luminosamente opalescenti e malinconiosi, a integrare la visione che ne sorge come emozione, come tenero struggimento aperto dalla contempia-zione alla ispirazione E tanto che la naturalità dell'accolto, il riflesso sognante e metaforico di certe immagini di luce e di momenti (non solo atmosferici), sposta il traguardare alle zone di sentimento a prospettive interiori. Per le quali, in sorta di lirico raccontare per variazioni, traspare 'emergente invisibile che è nel visibile: ovvero quella dimensione visionaria che punta alla manifestazione dell'apparizione. Acque, barche, edifici vengono così all'espressione come assa-poramento di clima, come svaporati fiati di luce tratte dai recessi della memoria. Merlo insomma, quando la rappresentazione è suscitata dall'abbandono al fluire del linguaggio pittorico senza preoccupazioni di resa strettamente vedutistica, si serve del paesaggio, dei suoi cieli e mari, in modo sensitivo e intellettualmente sensibile per dire se stesso, il proprio stato d'animo, il rapporto col paesaggio che và oltre l'accoglimento mimetico immediato......
2003 gli acquarelli di Armando Merlo...
Negli acquarelli di Armando Merlo si percepisce, immediato, un diretto collegamento con La tradizione pittorica contemporanea, perseguita nella complessione delle sue esperienze figurali e in quelle che incrociano, sensibilissime, tra i risentimenti dell'Impressionismo e le percezioni dell'Informale. Di fatto, per essi, l'osservatore attento si addentra laddove il paesaggio appare, più che immagine di un veduto che sia in qualche modo misura di verità, luogo e pretesto per percepire, frammezzo alle tante presenze note, disegni e linee di contorno doviziosi di rapporti di luce e di colore. Le delicate risonanza acquoree lievitano città e, soprattutto, marine e case e monti in una sorta di inclinazione romantica, assecondando del paesaggio aspetti e momenti intensamente evocati attraverso quella che dobbiamo riconoscere essere la personalissima declinazione emotiva e sensibile. C'è, infatti, in Merlo la capacità di decantare il veduto "oltre quella prima scorza del visibile" che è, come diceva Klee, accoglimento intimo della natura preferita. Che sia la nostra città il fine principale della sua osservazione è un dato di fatto che fissa le relazioni fra artista e pacsaggio, tuttavia, al di là del riferimento immediato, a me pare che i suoi dipinti siano soprattutto un pretesto per fare dell'acquarello, ovvero per chiedere alla pittura di farsi luogo e strumento dell'espressione.
1985 "Presentazione mostra"
....Un incontro difficile quello con l'Arte di Armando Merlo, 'Acquerello: il colorare col niente, il dipingere più antico, per-chè pretende che l'animo sia sgombro dalle classificazioni accademiche o di moda o di gusto.....
Torino 1976 da “Controcampo”
Gli eventi naturali nei quali Armando Merlo si imbatte, si trasformano immediatamente in quella che potremmo chiamare simbiosi con il mondo circostante. Difatti i suoi lavori ci si presentano come dei “chariers de promenades” in quegli angoli di Liguria che egli sente particolarmente vicini alla sua indole tendenzialmente lirica …. Schietto per temperamento, Merlo trasfonde nei suoi lavori questa sua qualità……
Giuseppe Nasillo
Torino 1976 da “Equilibrio”
Armando Merlo realizza con l’acquerello inquadrature paesaggistiche che colgono il respiro atmosferico di vari momenti stagionali e di scorci caratteristici, in uno studio meditato di forme e di cromie…. Inseguendo questa sua tecnica assai più difficoltosa ed in certo senso più apprezzabile dell’olio, in quanto esige una disciplinata attenzione compositiva e soprattutto un ben organizzato accordo tonale, questo pittore configura le sue strutture con una spontanea ed immediata libertà, tanto da riuscire a creare impressioni dense di tocchi informali……
I.M. Balestreri
(Antologica alla galleria A.P.) 1976 da “Il Giornale”
……Perchè un’antologia? Per dimostrare che il silenzio artistico in cui il pittore s’è chiuso per circa vent’anni non ha significato che l’affermarsi progressivo, il maturarsi e l’evolversi di una struttura stilistica inconfondibile e costante. Dalle opere del 1946 a quelle di oggi, il discorso di Merlo si approfondisce senza che il nodo attorno a cui si sviluppa muti direzione. Partito da una figurazione notevolmente sciolta e libera da accademismi, il pittore approda oggi ad uno svincolamento da schematismi formali, tale da produrre negli ultimi acquerelli anche una scomposizione cromatica ai limiti dell’informale……
Franca Bissoni
1978 dalla “Gazzetta del Lunedì”
Armando Merlo è l’acquerellista irruento che sappiamo, abile a tradurre la pittura ad acqua in un giocoso fertile di luci e di trasalimenti. È evidente che l’artista nutre una segreta vocazione per un’informale ricco di lieviti e che il suo operare nell’area di un figurativismo risoluto ed incisivo con qua e là più di un coraggioso stravolgimento cromatico, è a mio parere una riprova di quel suo (direi) “mordere il freno”; senonchè a ben vedere è proprio una situazione intima così rumorosamente dialettica ad offrire a Merlo gli spunti strutturali per le sue pagine frizzanti……
Felice Ballero
1978 da “Scena Illustrata”
La tecnica dell’acquerello riserva anche al critico assiduo le sorprese più belle. Genova conta acquerellisti di valore. Il gusto del colore ligure non si spegne, anzi si rianima al tocco del sole, la acqua ed Armando Merlo gode, assapora tale familiarità nelle sue composizioni. Le visioni di Genova e dintorni si fanno paesaggi, marine, fiori a chiazze isolate: sembrano cellule di colore con aloni sbiaditi, che via via assumono la forma di un oggetto, casa, campanile, albero al tuo allontanarti dal quadro……
Gino Sordin
1978 da “Eco d’Arte Moderna”
……L’acquerellista genovese ha forse proposto per la prima volta l’intera gamma espressiva della sua produzione, le pieghe molteplici del suo operare, i risvolti più inusitati del suo procedere. L’immagine che scaturisce da questa mostra è quella di un’artista inquieto, mai pago, in continua ricerca e quindi, vitalissimo, duttile, aperto a esiti talora lontani, ma sempre coerente nella gradualità dell’incedere, perchè anche le soluzioni più audaci son sempre attuate a piccoli passi……
Enrico Senla
1979 da "Avvenire"
......Armando Merlo fa più delicato e raffinato l'esercizio costante dell'acquerello. Con una raccolta egregia di cinquanta "pezzi" dilata le spaziature, accentua e gradua e sceglie le vibrazioni, addensa le ombre rareta la luce. La qualita primaria di questi suoi "acquerelli" è nella vibrazione, è nella musicalità del dise-gno-sopirata, traspirata con una lieve e persistente ansia,-è nella delicatezza delle ombre. Il risultato è di un'immobilità subito ottenuta e poi altrettanto prestamente scomparsa: come deve essere questa tecnica di ardua invenzione e di dificilissi- ma, perchè molto labile, esecuzione.
Giuseppe Marasco
Milano 1980 da "Arterama"
.... Armando Merlo è un acquerellista al quale risponde la forma lieve del dipingere, sì che le immagini paiono "stocate" come si sfuoca nel cervello il sogno alteratore della realtà.... Ne nasce un rappresentazione figlia della interpretazione che l'artista compie nell'atto fulminiamente creativo nella stessa entità del fenomeno impressionistico a cui è da ascrivere il genere trattato dal Nostro.....
Mario Portalupi
Monza 1980 da "Il Cittadino"
Un acquerellista genovese alla Galleria "Cavallotti": Armando Merlo. Nel quale la frequenza della notizia colorata è cosa sin-golare. La tendenza dell'artista sembra volta a dilatare la visio-ne, a moltiplicare la sillaba colorata, a colmare la pagina. Cosa che a Merlo avviene naturalmente, in quanto che il suo dettato pittorico è silenzioso e lieve: anche da una carta colma a lui nasce un semplice sussurro e un tempo musicale in pianissi-mo...... Egli tende a tradurre le cose, spiagge, alberi, case di tante forme d'aria e di luce...... Cosi in questa "liquida" spiritualità di Liguria, si risolve l'acquerello di Merlo. Il quale ha mano e coloriture lievi e compone costantemente in pianissimo. E se dilaga colorando a tutta pagina, il peso delle cose neppure si avverte: esse sono liquide come l'acqua, rarefatte al pari dell'aria e recano un luminoso sussurro di cielo......
Carlo Fumagalli
Monza 1980 - da "L'Eco di Monza e Brianza"
....Ma vi è anche qualcosa di nuovo nella produzione del ligure; nel suo acquerello ci sono note insolite: ad esempio quella gamma di grigi che ci dicono che l'artista abbia guardato a suo tempo pittori nel premio e del secolo Ottocento, e non italiano. Viene fatto di coglire sul verso il De Nitis, viene fatto di ricordare per un momento Turner, Dyce... ....Il pittore cerca, senza formule, di essere "puro" si accorge che bisogna aggiungere nella realtà intima della natura quel "quid" personale, che gli stà nell'animo e nel pensiero prima che negli occhi. Così vi sono astratte possibilità che vagano accanto a reali e rezionali effetti: del tutto nuovo anche il microcosmo concluso che è nelle illusioni otticamente addatte, ottenute dalla solida tecnica acquerellistica....
Renato Tomasina
1980 - da "Presenze in Liguria" Un contributo allo sviluppo qualitativo e alla continuità tecnica dell'acquerello lo dà indubbiamente l'operato di Armando Merlo; animatore nella disanima del tocco diluito e della propagazione delle velature di sapore atmosferico.... Il suo modo brillante di procedere visivamente ed idealmente non reca però lacune di distrazione, di momenti informali incon-sci, anzi, la ricerca tattile e oculare del suo lavoro si immedesima scoprendo ed agendo verso una equidistante liricità cromatica e naturalistica....
Francesco Gallotti
1983 - da "Il Secolo XIX"
Tra i raffinati dell'acquerello quelli educati all'alta lezione di Turner, è giusto comprende il genovese Armando Merlo, ora in mostra alla Galleria "Guidi". E un'artista che lavora volentieri "en plen air", con una capacità di interpretare la realtà del pae-saggio, con un acume che sembra trarre la sua sostanza, in molti casi, appunto dal "nebbioso" Turner....
Mauro Bocci
Milano 1991 da "Artecultura"
l rapporto tra essere ed apparire dell'immagine come ricerca di visibilità interiore, oltre l'illusione od il puro inganno dei sensi, si intensifica armoniosamente nel limpido acquerello di Merlo Armando.....
Teodosio Martucci