Medaglia ai benemeriti delle arti | |
---|---|
Regno d'Italia | |
Tipo | medaglia di benemerenza |
Status | cessato |
Istituzione | San Rossore, 22 giugno 1939 |
Cessazione | 16 novembre 1950 |
Concessa a | persone ed enti |
Diametro | 3,2 cm. |
Gradi | oro, argento e bronzo |
Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani | |
Nastro della medaglia | |
La medaglia ai benemeriti delle arti è stata istituita dal Governo italiano con la legge n. 975 del 1939[1], modificata con la legge n. 844 del 1940[2], ed era destinata «alle persone e agli enti che, con opere di riconosciuto valore, con segnalati servigi e con cospicue elargizioni, abbiano acquistato titoli di particolare benemerenza...nella diffusione ed elevazione della cultura e dell'educazione nazionale;».
Il riconoscimento consisteva in un diploma di benemerenza di prima, seconda o terza classe che autorizzava il premiato a fregiarsi, rispettivamente della medaglia d'oro, argento o bronzo.
Con la stessa legge furono istituite anche la benemerenza della pubblica istruzione e la stella al merito della scuola.
Con la legge n. 1093 del 1950[3] il riconoscimento è stato abolito e sostituito dalla medaglia ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte.
Conferimento
[modifica | modifica wikitesto]Il conferimento avveniva con regio decreto, su proposta del ministro per l'educazione nazionale.
L'esame dei titoli delle persone proposte per il conferimento e la scelta di quelle ritenute meritevoli era effettuata da una commissione, nominata e presieduta dal ministro per l'educazione nazionale e così costituita:
- il sottosegretario di Stato per l'educazione nazionale, che la presiede in caso di assenza o di impedimento del Ministro[2];
- i direttori generali del Ministero;
- un rappresentante del Partito Nazionale Fascista;
- un rappresentante della Reale Accademia d'Italia;
- il vicepresidente del Consiglio nazionale dell'educazione, delle scienze e delle arti;
- i fiduciari nazionali delle sezioni dell'Associazione fascista della scuola;
- un rappresentante dell'Ente nazionale per l'insegnamento medio;
- un rappresentante del Sindacato nazionale fascista insegnanti privati;
- due membri scelti tra gli insigniti del diploma di benemerenza di prima classe dell'educazione nazionale e dell'istruzione popolare;
- aggiunti successivamente, due membri scelti tra gli insigniti del diploma di prima classe dei benemeriti delle arti e i decorati della stella d'oro al merito della scuola.
Il regolamento per il conferimento delle benemerenze fu approvato con regio decreto del 1940[4]
Insegne
[modifica | modifica wikitesto]Medaglia d'oro, d'argento o di bronzo, del diametro di trentadue millimetri, avente:
- sul recto
- l'effigie del re Vittorio Emanuele III;
- sul verso
- l'aquila romana ad ali aperte reggente il fascio littorio in posizione orizzontale e circondato da una corona di quercia e dalla leggenda «Ai benemeriti delle arti».
Le medaglie andavano portate dalla parte sinistra del petto, appese ad un nastro di seta dai colori nazionali della larghezza di trentadue millimetri, bordato ai lati da una banda nera larga quattro millimetri.
Con l'articolo 10 della legge istitutiva[1] l'oro della relativa medaglia è stato sostituito con altro metallo dorato.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Conferimento di diplomi di benemerenza e istituzione della stella al merito della scuola - Legge 22 giugno 1939 n. 975 pubblicata sulla G. U. n. 164 del 15 luglio 1939
- ^ a b Legge 25 giugno 1940 n. 844 - Modificazioni alla legge 22 giugno 1939, n. 975, concernente il conferimento dei diplomi di benemerenza e l'istituzione della stella al merito della scuola (G. U. 18 luglio 1940, n. 167)
- ^ Concessione di diplomi ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte - Legge n. 1093 del 16 novembre 1950, pubblicata sulla G. U. del 17 gennaio 1951, n. 13
- ^ Regio decreto n. 133 del 15 febbraio 1940 Approvazione del regolamento per il conferimento dei Diplomi di benemerenza di cui agli articoli 1 e 4 della legge 22 giugno 1939-XVII, n. 975, e della Stella al merito della scuola, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 68 del 21 marzo 1940