I Bellotto furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case fatte per soldo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Pare che questa casa avesse origini lombarde, e che provenisse da un villaggio del bresciano[1], se non dalla stessa Brescia[2].
Il capostipite sarebbe da individuare in un certo Ludovico, il quale giunse a Venezia in qualità di garzone al servizio del mercante Bartolomeo Bellotto, forse suo padre[1]. Questo Ludovico fu poi designato tutore di un ricco giovanotto il quale, rimasto orfano di padre, dilapidò il proprio patrimonio prima a Venezia da laico, poi a Roma da religioso. A Ludovico toccò recuperare le ricchezze perdute, e pare vi riuscì tanto bene «che presto poté ammassare qualche ragguardevole pecculio»[1].
Ciò gli permise di offrire alla Repubblica, nelle urgenze della guerra di Morea, i centomila ducati previsti per l'aggregazione al corpo patrizio lagunare: l'ammissione al ceto dirigente della città fu ratificata, per lui e per i suoi fratelli, il 4 ottobre[1] 1685[2][3], a seguito delle due votazioni svoltesi in Senato (163 sì, 23 no, 9 astenuti) e in Maggior Consiglio (657 sì, 147 no, 18 astenuti)[1].
La famiglia si estinse nel 1759[3], forse con la morte di Ludovico di Costantino Bellotto[2]. Gli sopravvisse la N.D. Maria, sua sorella ed erede, andata in sposa nel 1721 a Leonardo di Bartolomeo Grimani[2].
Luoghi e architetture
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e John Temple-Leader, Libro dei nobili veneti ora per la prima volta messo in luce, Firenze, Tipografia delle Murate, 1866, p. 17.
- ^ a b c d Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie, Giuseppe Bettinelli, 1780, p. 30.
- ^ a b (PDF) Dorit Raines, Cooptazione, aggregazione e presenza al Maggior Consiglio: le case del patriziato veneziano, 1297-1797 (PDF), in Storia di Venezia, I, 2003, p. 62. URL consultato il 26 giugno 2011.
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