Battelli del Reno è un'espressione idiomatica usata nell'ambito del pensiero economico per esprimere la teoria istituzionalistica in contrapposizione con la teoria contrattualistica.
Significato
[modifica | modifica wikitesto]Si usa nel dibattito sulle finalità dell'impresa per indicare la concezione dove l'interesse dell'impresa in sé è qualche cosa di distinto, e qualche volta contrapposto, all'interesse degli azionisti.
Si adopera anche l'espressione oggettivizzazione della impresa.
Fonte
[modifica | modifica wikitesto]La frase è attribuita a Walther Rathenau che avrebbe risposto agli azionisti della Norddeutscher Lloyd, i quali avanzavano lamentele sul fatto di non aver conseguito gli utili sperati dal loro investimento azionario:
«la società non esiste per distribuire dividendi a lorsignori, ma per far andare i battelli sul Reno»
In Italia l'espressione è stata ripresa da un celebre articolo dell'Asquini che così esplicita il pensiero:[1]
«L’impresa è un esempio tipico di istituzione, infatti ricorrono tutti i suoi elementi caratteristici: il fine comune, cioè il conseguimento di un risultato produttivo socialmente utile, che supera i fini individuali dell’imprenditore (intermediazione, profitto) e dei prestatori di lavoro subordinati; il rapporto di coordinazione tra di essi; la conseguente formazione di un ordinamento all’interno dell’impresa, che conferisce al rapporto di lavoro, oltre l’aspetto contrattuale e patrimoniale, un particolare aspetto istituzionale.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Alberto Asquini, I battelli del Reno, p. 221
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alberto Asquini, Battelli del Reno, 221 e ss. in Scritti, III, Padova, 1961.
- Walter Rathenau, La realtà delle società per azioni, Rivista delle Società, 1960