Battaglia di al-Anbar parte della conquista islamica della Persia, delle conquiste islamiche (632-750) e delle campagne di Khalid ibn al-Walid | |||
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Data | maggio 633 | ||
Luogo | Mesopotamia | ||
Esito | Vittoria arabo-musulmana[1] | ||
Modifiche territoriali | La Umma arabo-musulmana annette quello che era stato l'antico regno di al-Ḥīra, tornato sotto il diretto controllo dell'Impero sasanide che governava tramite un suo governatore (marzubān) e annette i territori ex-lakhmidi mesopotamici | ||
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La battaglia di al-Anbar (in arabo معركة الأنبار?, Maʿrakat al-Anbār) fu un fatto d'arme che vide contrapposti l'esercito califfale arabo-musulmano, al comando di Khalid ibn al-Walid a quello sasanide sotto al-Anbār, approssimativamente sita a 130-140 km dall'antica città di Babilonia.
Khalid assediò i Persiani sasanidi nella città, che era fortificata da imponenti mura di difesa. Furono utilizzati arcieri da parte islamica e il governatore sasanide, Shirzad, infine s'arrese e gli fu consentito di ritirarsi indisturbato da al-Anbār.[2]
La battaglia è sovente ricordata come "Quella dell'occhio"[2] (in arabo ذات العيون?, Dhāt al-ʿuyūn) dal momento che gli arcieri musulmani impiegati nell'assedio avevano come obiettivo di mirare agli "occhi" costituiti dalle guarnigioni persiane collocate sulle mura per controllare l'attività del nemico.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A.I. Akram, The Sword of Allah: Khalid bin al-Waleed, His Life and Campaigns, Rawalpindi, National Publishing House, 1970- ISBN 978-0-7101-0104-4.