Battaglia del passo Shanhai parte della conquista del potere da parte della dinastia Qing | |||
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Un'antica stampa cinese che illustra la disposizione delle truppe. | |||
Data | 27 maggio 1644 | ||
Luogo | Shanhaiguan, Cina | ||
Esito | decisiva vittoria Qing[1] | ||
Schieramenti | |||
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La battaglia del passo Shanhai (anche conosciuta come battaglia di Shanhai), venne combattuta il 27 maggio 1644 al passo Shanhai, (in cinese 山海關, Shanhaiguan) ad est della Grande muraglia, e fu decisiva per la presa di potere della dinastia Qing in Cina.
Dorgon, principe reggente dei Qing (di stirpe Manchu), alleato con l'ex-generale dei Ming Wu Sangui, sconfisse il leader ribelle Li Zicheng della dinastia Shun; la vittoria permise a Dorgon di conquistare rapidamente Pechino ed ai Qing di prendere il posto della dinastia Ming.
Battaglia
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 maggio 1644, Li Zicheng dispose i suoi uomini lungo il fiume Sha (沙河), pochi chilometri ad ovest delle fortificazioni di Shanhaiguan.[5] Egli poteva osservare il campo di battaglia da una collinetta, accompagnato da due giovani principi Ming che aveva preso in ostaggio.[5] Anche Wu Sangui, che si era appena arreso ai Qing ed aveva accettato di aiutarli nel conflitto, dopo aver lasciato poche truppe in difesa di Shanhaiguan, schierò il grosso delle sue forze lungo lo Sha, a fronteggiare Li Zicheng.[5]
All'alba del 27, alle forze di Wu Sangui fu ordinato di attaccare l'esercito di Li Zicheng. Benché quest'attacco portasse disordine tra le linee degli Shun esse non cedettero, anzi causarono grosse perdite alle forze di Wu.[6] Lo storico Frederic Wakeman sostiene che nel tardo pomeriggio, l'esercito di Wu Sangui era sull'orlo della sconfitta quando una "violenta tempesta di sabbia" si abbatté sul campo di battaglia.[6]
Dorgon scelse questo momento per intervenire: passando al galoppo intorno al fianco destro di Wu, la cavalleria Qing attaccò l'ala sinistra avversaria.[6] Vedendo questi guerrieri a cavallo, con la testa rasata, sbucare fuori dalla tempesta e correre verso loro, le truppe Shun ruppero le loro linee e fuggirono in disordine.[6] Con la loro ala sinistra in frantumi, l'esercito Shun cedette; migliaia di soldati vennero massacrati durante la ritirata caotica verso Yongping.[7]
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]La sera del 27 maggio, Li ed il grosso del suo esercito erano a Yongping (永平) sulla strada per Pechino, mentre molti dei suoi ufficiali e soldati fuggivano verso la capitale.[8] Il giorno successivo, anch'egli si ritirò su Pechino, che raggiunse il 31 maggio.[9] Il 3 giugno, come "gesto di sfida finale", dopo la sua sconfitta, Li ufficialmente si incoronò Imperatore del Grande Shun nel Palazzo Wuying (武英殿).[10] Dopo 42 giorni a Pechino, Li Zicheng fece incendiare il complesso del palazzo imperiale ed abbandonò la capitale, fuggendo verso ovest.[10] La popolazione di Pechino massacrò quasi duemila ribelli che non erano riusciti a fuggire.[11]
Il 19 ottobre Dorgon ricevette il giovane imperatore Shunzhi, a Pechino,[12] dove venne ufficialmente incoronato l'8 novembre 1644, che in seguito divenne il primo imperatore della dinastia Qing a regnare su tutta la Cina.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Periochae, 22.10.
- ^ C. Cao, 1644: Showdown At Shanhaiguan Archiviato il 16 maggio 2008 in Internet Archive., 10. url= Copia archiviata, su china-defense.com. URL consultato il 30 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).
- ^ Frederic Wakeman afferma che l'esercito di Wu contava circa 50.000 uomini, e che aveva anche radunato circa 50.000 soldati della milizia (Wakeman 1985, p. 296, nota 213). Frederick Mote afferma invece che il presidio di Wu ammontasse ad 80.000 uomini, cui si aggiunsero da 20.000 a 30.000 locali (Mote, 1999, pp. 808 [Ningyuan troops] e 817 [militia]).
- ^ 60,000: Wakeman 1985, p. 296. 100,000: Mote, 1999, p. 816.
- ^ a b c Wakeman, 1985.
- ^ a b c d Wakeman, 1985.
- ^ Wakeman, 1985.
- ^ Wakeman, 1985.
- ^ Wakeman, 1985, pp. 312 (lasciò Yongping il 28 maggio), 313 (arriva a Beijing il 31 maggio).
- ^ a b Wakeman, 1985; Gong, 2010, p. 74 (Wuying Palace).
- ^ Wakeman, 1985.
- ^ Wakeman, 1985, p. 857.
- ^ Wakeman, 1985, p. 858.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- William Atwell, The T'ai-ch'ang, T'ien-ch'i, and Ch'ung-chen reigns, 1620–1644, in Frederick W. Mote and Denis Twitchett (eds.) (a cura di), The Cambridge History of China, Volume 7: The Ming Dynasty, 1368–1644, Part I, Cambridge, Cambridge University Press, 1988, pp. 585–640, ISBN 0-521-24332-7.
- Paul K. Davis, 100 Decisive Battles: from Ancient Times to the Present, Oxford and New York, Oxford University Press, 1999.
- Jerry Dennerline, The Shun-chih Reign, in Willard J. Peterson (a cura di), Cambridge History of China, Vol. 9, Part 1: The Ch'ing Dynasty to 1800, Cambridge, Cambridge University Press, 2002, pp. 73–119, ISBN 0-521-24334-3.
- Baoli 宫宝利 (ed.) Gong, Shunzhi shidian 顺治事典 ["Events of the Shunzhi reign"], Beijing, Zijincheng chubanshe 紫禁城出版社 ["Forbidden City Press"], 2010, ISBN 978-7-5134-0018-3.
- Angela Hsi, Wu San-kuei in 1644: A Reappraisal, in Journal of Asian Studies, vol. 34, n. 2, 1975, pp. 443–453, DOI:10.2307/2052758.
- Frederick W. Mote, Imperial China, 900-1800, Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1999, ISBN 0-674-44515-5.
- Robert B. Oxnam, Ruling from Horseback: Manchu Politics in the Oboi Regency, 1661-1669, Chicago and London, University of Chicago Press, 1975.
- Gertraude Roth Li, State Building Before 1644, in Willard J. (ed.) Peterson (a cura di), Cambridge History of China, Vol. 9, Part 1:The Ch'ing Dynasty to 1800, Cambridge, Cambridge University Press, 2002, pp. 9–72, ISBN 0-521-24334-3.
- Lynn Struve, The Southern Ming, in Frederic W. Mote, Denis Twitchett, and John King Fairbank (eds.) (a cura di), Cambridge History of China, Volume 7, The Ming Dynasty, 1368–1644, Cambridge, Cambridge University Press, 1988, pp. 641–725, ISBN 0-521-24332-7.
- Frederic Wakeman, The Great Enterprise: The Manchu Reconstruction of Imperial Order in Seventeenth-Century China, Berkeley, Los Angeles, and London, University of California Press, 1985, ISBN 0-520-04804-0. In due volumei.