Le basiliche dell'antica Roma erano basiliche civili che sorsero per lo più nelle piazze forensi.
- Basilica Porcia
- Edificata nel 184 a.C. da Catone il censore durante la sua censura, è stata identificata con i resti visti sull'angolo nord del Foro Romano, tra la Curia e l'Atrium Libertatis sede dei censori[1]. I resti presentano un rifacimento in epoca sillana. La Basilica divenne centro di intensa attività economica e richiamava nella forma architettonica la sala ipostila egiziana.
- Basilica Sempronia
- Sorse sul lato nord-orientale della piazza del Foro Romano, alle spalle delle tabernae veteres,[2] ad opera del censore Tiberio Sempronio Gracco, nel 170 a.C.
- Basilica Opimia
- Fondata nel 121 a.C. all'angolo nord della piazza del Foro Romano[3] dal console Lucio Opimio insieme al rifacimento del contiguo tempio della Concordia. Probabilmente scomparve in occasione della ricostruzione tiberiana del tempio.
- Basilica Fulvia
- Conosciuta anche come Fulvia-Aemilia, fu costruita sul lato nordorientale della piazza del Foro Romano, alle spalle delle tabernae novae argentariae, dai censori dell'anno 179 a.C., in sostituzione probabilmente di una precedente basilica citata da Plauto e fu rimpiazzata alla metà del I secolo a.C. dalla Basilica Emilia.
- Basilica Emilia
- Sorse con il nome di Basilica Aemilia o Basilica Paulli sul lato nordorientale della piazza del Foro Romano,[4] in sostituzione della basilica Fulvia o Fulvia-Aemilia, dietro le tabernae novae argentariae tra il 55 e il 34 a.C. ed ebbe vari restauri fino al V secolo.
- Basilica Giulia
- Con il nome di basilica Iulia sorse sul lato sud-occidentale della piazza del Foro Romano[5] a partire dal 55 a.C., al posto della basilica Sempronia e delle antistanti tabernae veteres. Venne inaugurata nel 46 a.C., ma danneggiata da un incendio nel 12 a.C. venne restaurata e dedicata ai nipoti di Augusto, Caio e Lucio Cesari nel 12 (basilica Gai et Luci). Distrutta nuovamente dall'incendio del 283 venne restaurata sotto Diocleziano.
- Da identificare con l'aula in laterizio i cui resti si conservano alle spalle del Pantheon adrianeo[6] e ad esso contemporaneo. L'aula, collegata alle terme di Agrippa, aveva copertura con volte a crociera e le pareti articolate da colonne con un fregio a delfini e riccamente rivestite di marmi. Doveva essere utilizzata per la trattazione di affari.
- Basilica Argentaria
- Menzionata in fonti tarde, è stata identificata con il portico a due navate su pilastri, situato sul lato sinistro del Tempio di Venere Genitrice nel Foro di Cesare[7] e pertinente al rifacimento traianeo del complesso.
- Basilica Ulpia
- La basilica chiudeva sul lato nord-occidentale la piazza del Foro di Traiano.[8]
- Basilica di Massenzio
- Nota anche come Basilica Constantini o Basilica Nova, fu iniziata da Massenzio intorno al 305 sulle pendici della Velia verso il Foro Romano[9] e completata sotto Costantino. Probabilmente nel IV secolo ebbe aggiunti un ingresso porticato verso la via Sacra e un'abside nel nicchione centrale della parete opposta.
Basiliche private
[modifica | modifica wikitesto]- Basilica di Giunio Basso (basilica Iunii Bassi)
- Edificata dal console del 331, Giunio Annio Basso, è situata sull'Esquilino[10] e consiste in una sala riccamente decorata in opus sectile. Fu trasformata in chiesa all'epoca di papa Simplicio (468-483).
- Basilica Hilariana
- Si tratta di una piccola basilica eretta sul Celio[11] e posta sotto il moderno Ospedale militare. Fu costruita alla metà del II secolo, per volere del margaritarius (commerciante di perle) Manio Publicio Ilario[12] e destinata al collegio dei dendrofori, un collegio religioso collegato al culto della Magna Mater e di Attis[13], di cui Ilario era quinquennalis perpetuus[14]. Il complesso, rimaneggiato nel III secolo, fu abbandonato nel VII, forse in seguito al terremoto del 618. Era parzialmente interrata: dodici gradini profilati in marmo portavano ad un vestibolo con mosaici in bianco e nero, raffiguranti un occhio colpito da una lancia e un anello di uccelli e animali intorno; una soglia raffigurante l'impronta di due piedi, uno entrante e l'altro uscente, portava ad una stanza con un bacino e la base di una statua dedicata ad Ilario[15].
Basiliche note solo dalle fonti
[modifica | modifica wikitesto]- Basilica Antonarum Duarum
- Ricordata in un'iscrizione sepolcrale, si trattava probabilmente di un edificio dedicato da Antonia maggiore e Antonia minore, le due figlie di Ottavia, sorella di Augusto, e di Marco Antonio. Se ne è proposta una possibile collocazione nel Foro di Augusto.
- Basilica Iulia Aquiliana
- Ricordata da Vitruvio come un edificio lungo e stretto, con vestiboli (chalcidica) sui due lati corti, di ignota collocazione (forse il nome della fase cesariana della Basilica Giulia).
- Basilica Marciana e Basilica Matidiae
- Probabilmente da identificare con i portici che fiancheggiavano il tempio dedicato a Matidia nel Campo Marzio[16].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 41°53′35.95″N 12°29′05.35″E
- ^ 41°53′30.99″N 12°29′05.02″E
- ^ 41°53′34.95″N 12°29′03.51″E
- ^ 41°53′33.19″N 12°29′10.43″E
- ^ 41°53′31.12″N 12°29′05.58″E
- ^ 41°53′53.51″N 12°28′36.71″E
- ^ 41°53′38.74″N 12°29′03.88″E
- ^ 41°53′44″N 12°29′04.46″E
- ^ 41°53′30.39″N 12°29′18.41″E
- ^ 41°53′51.73″N 12°30′00.5″E
- ^ 41°53′08.92″N 12°29′48.89″E
- ^ CIL VI, 641; CIL VI, 30973.
- ^ Samuel Ball Platner, A Topographical Dictionary of Ancient Rome. Oxford: 1929, p. 80.
- ^ Filippo Coarelli, «I monumenti dei culti orientali in Roma», in La soteriologia dei culti orientali nell'Impero romano, Brill Archive, 1982, ISBN 9789004065017, p. 34.
- ^ «Basilica Hilariana», in Lawrence Richardson, Jr., A New Topographical Dictionary of Ancient Rome, JHU Press, 1992, ISBN 9780801843006, p. 52.
- ^ Sulla recente (ri)scoperta del tempio di Matidia si veda qui, e - per il suo significato - in Alberto Giudice, Roma in età adrianea: l'immagine dell'ideologia politica nella ricostruzione architettonica pag. 228-229 e passim.
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