Il barīd (in arabo ﺑﺮﻳﺪ?, dal latino veredus), era l'istituzione califfale, e poi dei regni dinastici nati dal progressivo sgretolamento del centralismo califfale, delegata all'inoltro della corrispondenza e di oggetti più ingombranti, ma anche a raccogliere le informazioni a fini di controspionaggio, a causa dell'accentuata delocalizzazione del servizio.
Esso -(che per lo più avveniva grazie a un gran numero di stazioni di posta (da 12 km[1] nelle regioni centrali del Califfato a 24 km in quelle più periferiche), in grado di provvedere convenientemente al ricambio di uomini e cavalli, alla loro cura e al loro rifocillamento - costituiva un servizio di grande rilevanza, tanto che a coordinarlo veniva scelto dal califfo, o dai vizir suoi delegati, una persona dotata di grandi capacità e acume, nonché di provata fedeltà all'Amir al-Mu'minin, chiamato Sāhib dīwān al-barīd (Capo dell'amministrazione del barīd).
Assieme al vizir (in età omayyade il hajib), al Sāhib al-shurta (il capo della polizia), al comandante delle truppe califfali e della guardia personale del Califfo, il Sāhib al-barīd costituiva il nucleo di principali collaboratori dell'Amir al-Mu'minin, che ad essi doveva la sua personale sicurezza e quella dei suoi domini.
Il termine barīd serve in arabo moderno a identificare il servizio postale garantito dallo Stato, anche se nell'Impero ottomano (e dunque in alcuni paesi arabi, tra cui l'Egitto) il sostantivo fu sostituito dalla parola bōsta, derivante dall'italiano Posta.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ossia 2 farsakh.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Qudāma ibn Jaʿfar, Kitāb al-kharāj, ed. Michael Jan de Goeje, Leiden, E. J. Brill, 1889, p. 184.
- Encyclopaedia of Islam, s. v. «Barīd» (Dominique Sourdel).