M2.50 | |
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Automotrice | |
Anni di costruzione | 1936-1937 |
Anni di esercizio | 1937-anni Settanta |
Quantità prodotta | 10 unità |
Costruttore | Piaggio/OM/TIBB |
Lunghezza | 15.600 mm (cassa) |
Larghezza | 2.450 mm |
Altezza | 3.200 mm |
Capacità | 8 posti a sedere di prima classe, 38 posti a sedere di terza classe, 10 strapuntini |
Scartamento | 950 mm |
Interperno | 10.080 mm |
Passo dei carrelli | 2.150 mm |
Massa in servizio | 42,8 t |
Rodiggio | (1A)(A1) |
Diametro ruote motrici | 725 mm |
Tipo di trasmissione | elettrica |
Potenza oraria | 2 x 73,5 kW |
Velocità massima omologata | 70 km/h |
Alimentazione | Diesel |
Tipo di motore | 2 Diesel OM BUD (su licenza Saurer) |
Dati tratti da:
Marra, op. cit, p. 202 |
L'automotrice M2 serie 50 è un rotabile automotore a carrelli, con motorizzazione diesel a trasmissione elettrica, delle Ferrovie Calabro Lucane costruito dalle officine Piaggio con cassa di acciaio inossidabile[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le automotrici M2 serie 50 vennero commissionate alla Piaggio a metà anni Trenta[2] dalla società Mediterranea Calabro Lucane (successivamente Ferrovie Calabro Lucane), che in quegli anni acquistò dalla stessa società costruttrice le monodirezionali M1c INOX[3], allo scopo di sopperire alla carenza di materiale rotabile automotore leggero sulle proprie linee ferroviarie del cosentino. Vennero costruite in numero di 10 unità con la caratteristica cassa nervata e saldata in acciaio inossidabile; a quel tempo la Piaggio aveva acquisito la licenza esclusiva del brevetto della Budd di Philadelphia e costruiva rotabili ferroviari e tranviari con cassa in acciaio inox saldato. Tale caratteristica permetteva di evitare la periodica riverniciatura con risparmi nella manutenzione della cassa; furono immatricolate come M2.51-60 e consegnate alle Ferrovie Calabro Lucane dove furono assegnate alla direzione di Catanzaro (unità 51-52 e 59-60) e di Bari (unità 53..58).
La prima unità del gruppo entrò in servizio il 21 aprile 1937[2]. Le unità vennero accantonate a partire dalla fine degli anni settanta in conseguenza dell'arrivo di rotabili più moderni. La M2.54 riacquisita dalla stessa ditta costruttrice Piaggio è stata restaurata ed esposta nel piazzale antistante il Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli di Pontedera[4]. L'allestimento scenico dell'esposizione mostra l'automotrice mentre sfonda la vetrata di ingresso[5].
Stato attuale
[modifica | modifica wikitesto]- M2.51 (radiata)
- M2.52 (radiata)
- M2.53 demolita nel 1973
- M2.54 restaurata ed esposta a Pontedera
- M2.55 in stato di abbandono alla Selva di Paliano
- M2.56 demolita nel 1973
- M2.57 in stato di abbandono alla Selva di Paliano
- M2.58 distrutta da un incendio a Matera nel 1943
- M2.59 demolita nel 1999
- M2.60 (radiata)
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Le automotrici erano a carrelli con 2 motori diesel OM tipo BUD (costruiti su licenza Saurer) da 73,5 kW a 2300 giri/min[6] che azionavano generatori a corrente continua e motori elettrici di trazione sulle ruote; avevano anche la possibilità di frenatura elettrica a recupero di energia nelle discese.
A partire dal 1950 i motori OM vennero sostituiti con i più potenti (88 kW a 1900 giri/min) Breda AEC D.24 a sei cilindri[6]. Nello stesso periodo sulle unità assegnate a Catanzaro la trasmissione venne modificata con giunto idraulico e cambio epicicloidale Wilson a 4 marce, come sulle ALn 668 Breda serie 2400 e sulle ALn 668 Fiat serie 1500.
Negli anni sessanta vennero operate anche delle trasformazioni dell'ambiente interno, che offriva maggior spazio ai passeggeri.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Antonio Federici, "Le Ferrovie Calabro-Lucane", in TuttoTreno, Tema 14, pp. 68-73.
- ^ a b Marra, p. 201.
- ^ Marra, p. 197.
- ^ MUSEO PIAGGIO - Informazioni, su museopiaggio.it. URL consultato il 21-02-2013 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2009).
- ^ L'automotrice ferroviaria MC2 del 1936 "sfonda" la vetrata d'ingresso al Museo Piaggio [collegamento interrotto], su albegor.smugmug.com. URL consultato il 21-02-2013.
- ^ a b Marra, p. 203.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pietro Marra, Calabro Lucane. Piccole ferrovie tra Puglia, Basilicata e Calabria, Bagnacavallo, PGM, 2016, ISBN 978-88-909824-1-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle automotrici FCL M2 serie 50
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Le Emmine Inox Piaggio, su scalaenne.wordpress.com.
- PHOTORAIL - Le Automotrici Diesel-Elettriche delle FCL, su photorail.com. URL consultato il 21 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2014).