Labrys Bipennis | |
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Labrys ornamentale minoica | |
Tipo | Scure |
Origine | Creta |
Impiego | |
Utilizzatori | Minoici |
Produzione | |
Entrata in servizio | Età del Bronzo Medio |
Descrizione | |
Tipo di lama | di scure in bronzo, doppia, speculare rispetto all'impugnatura. |
Tipo di manico | in legno, se votive anche in metallo. |
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La lábrys (λάβρυς, lidio; in greco antico πέλεκυς pélekys; in latino bipennis; in italiano anche ascia bipenne o bipenne) era una scure a due lame, simbolo del potere minoico.
Utilizzo arcaico
[modifica | modifica wikitesto]Il simbolismo della labrys si riscontra fin dalla media età del bronzo nell'arte e nella mitologia cretese, tracia, nuragica, greca e bizantina. La labrys compare anche nel simbolismo religioso e mitologico africano.
Al contrario di quello che si possa credere, le raffigurazioni nella moderna arte "vichinga" di asce bipenni sono puramente frutto di fantasia, i guerrieri norreni e gli abitanti della Scandinavia non usarono mai tali armi.
Visto il suo significato religioso si è teso a considerare le labrys trovate in contesti archeologici dell'età del bronzo (soprattutto nell'Egeo) come armi sacrificali o cerimoniali. Va però rimarcato come fossero affilatissime, tra le armi meglio affilate dell'età del bronzo, e molto pesanti, adatte al combattimento contro uomini dotati di armatura, quindi è oggi ipotizzabile siano state effettivamente impiegate in combattimento e non solo in cerimonie e parate, anche se l'estrema affilatura ed il peso sono compatibili con l'uso sacrificale ed in particolar modo con la necessità di decapitare sacrifici di grosse dimensioni (tori, equini) con un unico colpo.
Simbolismo
[modifica | modifica wikitesto]La bipenne è ritenuta un simbolo sacro legato alle divinità femminili minoiche,[1] in particolare della Grande Madre.[2] Diverse labrys sono state rinvenute negli scavi del palazzo di Cnosso e la leggenda del Labirinto di Cnosso potrebbe condurre al relativo palazzo; è stato ipotizzato che il sostantivo labirinto derivi proprio da labrys, e che quindi il palazzo di Cnosso fosse definito il "palazzo delle labrys".[1] Questo strumento era anche legato a riti e sacrifici.[3]
Negli anni 1970 il labrys è stato ripreso dal movimento lesbico come simbolo dell'indipendenza ed autosufficienza della donna.[4]
In Italia è stato utilizzato come simbolo dall'organizzazione terroristica neofascista Ordine Nuovo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Minoan Cult Furniture, su dartmouth.edu. URL consultato il 18 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ J. Walter Graham e Fritz Schachermeyr, Die minoische Kultur des alten Kreta, in The American Journal of Philology, vol. 87, n. 3, 1966-07, p. 362, DOI:10.2307/292860. URL consultato il 18 novembre 2020.
- ^ Gianni Gentile, Luigi Ronga, Anna Rossi, historiae, La Scuola, 2011.
- ^ JoAnne Myers, Labrys, in The A to Z of the Lesbian Liberation Movement: Still the Rage, collana The A to Z Guide Series, No. 73, Lanham (Maryland), Stati Uniti, The Scarecrow Press, p. 156, ISBN 978-0-8108-6811-3.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su labrys