Arvisionadu | |
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Dettagli | |
Sinonimi | Arvesiniadu, Avresiniadu, Arvisionadu, Arvusiniadu, Arvusiniagu, Uva Oschirese |
Paese di origine | Italia |
Colore | bianca |
Italia | |
Regioni di coltivazione | Sardegna |
IGT | Isola dei Nauraghi |
Ampelografia | |
Degustazione | |
http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=015 |
Arvisionadu o Arvesiniadu è un rarissimo vitigno autoctono a bacca bianca della Sardegna. La sua diffusione in Sardegna è limitata a circa 20 ettari presenti soprattutto nella regione storica del Goceano, nei comuni di Benetutti e Bono [1].
Il progetto di ricerca "AKINAS - Vitigni unici dalla biodiversità della Sardegna" lo definisce un "Unicum", termine utilizzato per definire quei vitigni per i quali non è stata trovata nessuna corrispondenza genetica[2][3].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le prime citazioni del vitigno risalgono alla pubblicazione dello studioso sassarese Andrea Manca Dell'Arca (1780) che, descrivendo le varietà allora coltivate, lo chiama "Arvu siniagu, dai grani prolongati e rari"[4].
Il professor Sante Cettolini, direttore della Regia Scuola di Viticoltura e di Enologia di Cagliari da lui diretta dal 1899 al 1921, nel suo libro "Profili di enotecnia sarda: scritti vari" del 1886 lo cita col nome di "Arvusiniagu: Uva bianca. È ricordata anche dal Manca, quindi antica. Nel nuorese dicesi anche Arvusemidanu"[5].
Successivamente Alberto Cara, nel 1909 ne riporta la presenza nei territori di Ozieri (col nome di Alvu-signadu), Bono (Avresiniadu), e Sassari (Arvusiniagu)[6].
Nuove schede ampelografiche del vitigno sono pubblicate da Deidda (1964) e da Calò, Costacurta e Scienza (2001)[7].
Il vitigno viene poi citato nelle liste OIV (1996)[8] e da Galet (2000) ed è presente nella collezione nazionale italiana dei vitigni gestita dal CRA di Conegliano (TV)[9], in quella francese gestita dall’INRA presso Montpellier[10][11] e nelle collezioni regionali sarde gestite dall’Università di Sassari (Oristano) e dall’Agenzia Regionale AGRIS (Villasor).
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Situazione del comparto vitivinicolo della Sardegna (PDF), su sardegnaagricoltura.it, p. 7.
- ^ uno sguardo sull’indagine genetica del progetto AKINAS, su researchgate.net.
- ^ Gianni Lovicu (a cura di), Akinas. Uve di sardegna., Ilisso.
- ^ Andrea Manca Dell'Arca, Agricoltura di Sardegna (PDF), 1780, p. 96.
- ^ Sante Cettolini, Profili di enotecnia sarda : scritti vari, 1896, p. 7. URL consultato il 28 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2019).
- ^ Alberto Cara, Vocabolarietto ampelologico comprendente le varieta di vite coltivate in Sardegna, Stabilimento Tipografico G. Serreli - Cagliari, 1909.
- ^ Gianni Nieddu (a cura di), Vitigni della Sardegna (PDF), p. 53. URL consultato il 28 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2022).
- ^ Organizzazione internazionale della vigna e del vino, Lista internazionale delle varietà di vite e dei loro sinonimi, su oiv.int. URL consultato il 28 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2019).
- ^ Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, su sito.entecra.it. URL consultato il 10 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2020).
- ^ Grapevine Catalogue INRA Montpellier, p. 6.
- ^ L'Institut national de la recherche agronomique - Centre Montpellier, su montpellier.inra.fr.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Arvisionadu di Sardegna, su taccuinigastrosofici.it.
- Arvisionadu, la rinascita di un vitigno., su incoghina-sassari.blogautore.repubblica.it.
- Sardegna. L'Arvisionadu amato da Veronelli, su winestopandgo.com. URL consultato il 28 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2019).
- Arvisionadu: epica di un bianco minore, su ais-sardegna.it.
- Arvesiniadu: la biodiversità in vigna, su onavnews.it. URL consultato il 28 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2019).