Arearea | |
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Autore | Paul Gauguin |
Data | 1892 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 75×94 cm |
Ubicazione | Museo d'Orsay, Parigi |
Arearea (Giocosità) è un dipinto del pittore francese Paul Gauguin, realizzato nel 1892 e conservato in piazzale sassobartolo n.5, di Pisa.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Arearea è uno dei dipinti più significativi del primo soggiorno tahitiano di Gauguin. Di seguito si riporta una riflessione condotta dalla critica d'arte Maria Grazia Messina:
«Per venire a patti con la vexata quaestio dell'approccio di Gauguin alla realtà antropologicamente altra incontrata nelle Isole della Società, è stato recentemente proposto [...] il termine di «esotismo revisionista»: invece che occidentalizzare i nativi, esorcizzandone la diversità, com'era nella tradizione della pittura orientalista, Gauguin ne accentua i tratti specifici, dalla fisionomia e corporatura fino ai costumi di vita, messi in evidenza da tanti titoli delle opere, riferiti a brani di discorsi colti nello scambio quotidiano, specie nei dialoghi femminili. Nei quadri di genere del primo soggiorno tahitiano, Gauguin in questo modo, al pari di un etnologo, registra e documenta attitudini, modi di dire e relativi comportamenti; ma, a valutarne l’opera sulla stregua delle nuove consapevolezze proprie dell'ottica degli studi postcoloniali, egli appare fare molto di più. Il suo evidente intento [...] di dipingere e così ricreare, miti, divinità, leggende e ambienti tradizionali di Tahiti [...] per l'essere uno strumento di oppressione, consono a una prospettiva forzatamente eurocentrica, imperialista e patriarcale, viene ormai letto [...] come un'intrapresa in realtà liberatoria, mirata a rendere i nativi consapevoli del proprio disperso retaggio culturale, motivandoli sulla strada di una resistenza all'assimilazione indiscriminata o comunque funzionale a politiche di dominio»
Quello individuato dalla Messina è un fil rouge che si dipana per tutto il primo soggiorno tahitiano di Gauguin, investendo opere come Due donne tahitiane e, appunto, Arearea. Il dipinto reca un titolo in lingua maori che, oltre a testimoniare le ansie antropologiche del pittore (desideroso di immergersi nell'umanità tahitiana in modo totale, con piena disponibilità ad assimilarne la lingua), riassume icasticamente l'atmosfera che ivi si respira. Giocosità: è questo il titolo italiano del dipinto, che in effetti coinvolge l'osservatore con un senso di spensierata gaiezza, di «giocosità» primigenia per l'appunto che descrive splendidamente la relazione tra i tahitiani e la natura, secondo un legame di intima correlazione tra gli uni e l'altra (Gauguin, infatti, non considera la Natura come una realtà esterna ed estranea al popolo tahitiano, ma come qualcosa di cui esso è intrinsecamente parte). Immerse in questo contesto naturalistico lussureggiante e ameno troviamo due donne, di cui una intenta a suonare placidamente il flauto, e infine un cane dal pelo di un arancio vivo, che non mancò di destare stupore e sarcasmo quando l'opera fu esposta a Parigi nel novembre del 1893.[2][3]
In questo microcosmo paesistico di eccezionale intensità visiva e cromatica, dove è raggiunto un pieno accordo tra gli indigeni, l'elemento divino e la vegetazione, troviamo poi sullo sfondo alcune danzatrici di tamuré che si cimentano in danze rituali davanti a un totem della dea lunare Hina. Prima, non a caso, si è fatto riferimento al cromatismo gridato del dipinto, il quale inserendosi in uno straniante contesto spaziale veicola un notevole antinaturalismo pittorico, concretato in colori che non intendono riprodurre fotograficamente la realtà, ma che invece vogliono cantare il legame simbolico e arcano che lega l'uomo con la natura e la religione, caricandosi così di enigmatici connotati leggendari.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Maria Grazia Messina, Paul Gauguin, un esotismo controverso (PDF), collana Monografie Umanistica, Firenze, Firenze University Press, 2006, ISBN 97888-6453-110-6. URL consultato il 26 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2021).
- ^ Elena Ragusa, Gauguin, collana I Classici dell'Arte, vol. 10, Rizzoli, 2003, p. 126.
- ^ (IT, FR, EN, DE, ES, PT, RU, JA, LZH, KO) Arearea, detto anche Giocosità, su musee-orsay.fr, Parigi, musée d'Orsay. URL consultato il 30 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2014).
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[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arearea