Antonio Andrea Cucca (Ossi, 30 novembre 1870 – Ossi, 16 febbraio 1945) è stato un poeta italiano che compose in lingua sarda.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]«Con perenne vena e successo si esibisce sui palchi per circa quaranta anni, riuscendo a confrontarsi anche con i grandi improvvisatori della generazione dei vari Remundu Piras, Barore Sassu e Barore Budrone. Di Cucca, cui si ha scarsa documentazione biografica, si ricorda l’arguzia e la ricercatezza nel “trovare la rima meno scontata e più ad effetto”.»
Antonio Andrea Cucca, noto anche come Anton'Andria Cucca, Antoni Andria Cucca o semplicemente Cucca (talvolta erroneamente Cuca), nato nel 1870 e vissuto nel comune di Ossi[1], è riconosciuto come uno tra i migliori poeti improvvisatori di tutta la Sardegna. Nel corso della sua attività ha vinto numerose gare di poesia estemporanea sarda, genere poetico molto diffuso nell'isola sia in logudorese (cantare a bolu, "al volo") che in campidanese[2]. Le opere più importanti del poeta sono dei frammenti delle gare di poesia estemporanea cui ha partecipato. Antonio Andrea Cucca è deceduto analfabeta a Ossi il 16 febbraio 1945. L'analfabetismo di Cucca è degno di nota perché per poter comporre le poesie il poeta doveva imparare a memoria ogni strofa per poi chiedere a qualcuno di trascrive su carta i versi. Intrecciò la sua attività poetica con quella di altri importanti artisti quali, solo per citarne alcuni, Gavino Contini e Pittanu Moretti, e fu inoltre il maestro di Raimondo Piras. A Cucca è stata dedicata una piazza nel comune di Ossi.
William Simula, ricercatore impegnato nello studio della biografia di Antonio Andrea Cucca e delle sue opere, ha pubblicato numerosi interventi dedicati al poeta sardo, tra cui un documentario pubblicato su YouTube[3].
«Ha lasciato per queste sue qualità straordinarie a Ossi e in tutta la Sardegna un segno indelebile.»
Premio di Poesia Sarda Antoni Andria Cucca
[modifica | modifica wikitesto]Il Premio di Poesia Sarda Antoni Andria Cucca[4] è stato fortemente voluto da Giacomo Muresu e Vittorio Cau nel 1984 con lo scopo di promuovere la lingua sarda e favorirne il suo utilizzo. Il premio è aperto a tutti i sardi nel mondo e prevede la realizzazione di un'opera inedita in una qualsiasi delle varianti della lingua sarda. Ai vincitori viene riconosciuto un rimborso spese per poter essere presenti all'evento di premiazione più altri eventuali premi decisi dalla commissione. Ogni anno il Comune di Ossi pubblica sul proprio sito il bando relativo al concorso.
La trentesima edizione del Premio è stata vinta da Pier Giuseppe Branca con la poesia in rima “Istrinas” e da Gian Gavino Vasco con la poesia senza rima “Su mudine 'e sa paghe”. La premiazione si è svolta sabato 22 aprile 2017 nella sala della ex San Giovanni Battista in via Gavino a Ossi, come scrive Luigi Serra su La Nuova Sardegna[5].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]A causa dell'analfabetismo del poeta, molte delle opere di Cucca sono state perse poiché trascritte da amici e parenti su fogli volanti. Le opere arrivate fino ai nostri giorni sono per lo più delle trascrizioni delle gare di poesia estemporanea sarda[6] cui Antonio Andrea ha partecipato durante la sua vita conservate grazie alle commissioni che ne hanno riportato i versi su carta.
«Duncas si deo amo a tie
Cun d'unu amore sinzeru,
De matessi amore veru
Tue puru istima a mie,
Pro chi benzat unu die
De lenire su dolore
E cun dignu veru amore
S'unan sos coros a pare.»
«Dunque se io ti amo
Con un amore sincero,
Dello stesso amore vero
Tu pure mi stimi
Affinché venga un giorno
Di lenire il dolore
E con degno vero amore
S'uniscano i cuori insieme.»
Sa Terra (La Terra)
[modifica | modifica wikitesto]Composta probabilmente nel 1912 durante la gara poetica tenuta a Porto Torres tra Antonio Andrea Cucca, Gavino Contini, Sebastiano Moretti e Salvatore Testoni, "Sa Terra" è una delle poesie più importanti del poeta. Sa Terra è stata pubblicata nel Calendariu Ossesu[7] del 2004 (Calendario del Comune di Ossi, edizione del 2004) a pagina 2, immediatamente dopo la copertina. Successivamente, nell'edizione del 2011 è stata pubblicata, sempre a pagina 2, una poesia dedicata al poeta sardo che termina con "Naschidu in Ossi, mortu e sutterradu", (Nato in Ossi, morto e sotterrato), evidente testimonianza che il poeta potrebbe essere nato a Ossi e non a Sassari come si legge in alcuni documenti (vedi Biografia).
La poesia
[modifica | modifica wikitesto]Como chi fia in su mezus andare M’est mancadu s’ispassu ei su giogu Ringrazio su ‘entu ei su fogu Chi cherian sa terra arruinare. Forsi in favore tenia su mare Chi no at fattu tantu disaògu Mezus bramare sa paghe e non sa gherra Evviva sempre custa santa “Terra”.
Traduzione
[modifica | modifica wikitesto]Ora che ero al meglio andare Mi è mancato lo spasso e il gioco Ringrazio il vento e il fuoco Che volevano la Terra rovinare. Forse a favore teneva il mare Che non ha fatto tanto sollievo Meglio bramare la pace e non la guerra Evviva sempre questa santa "Terra".
Parafrasi
[modifica | modifica wikitesto]Ora che mi ritrovavo nel momento migliore della mia vita (al meglio andare). Mi sono venuti a mancare i divertimenti e i giochi (probabilmente dell'infanzia). Ringrazio il vento e il fuoco (della Sardegna). Che volevano rovinare la Terra (probabilmente riferendosi agli incendi dolosi alimentati dal vento). Forse il vento teneva il mare a favore (probabilmente attribuendo sincere intenzioni al vento). Che non ha dato molto sollievo (benché aiutato dal vento, il mare non è riuscito a placare il fuoco). Meglio desiderare la pace e non la guerra (meglio essere dalla parte dei buoni come ha deciso di fare il vento o non dalla parte del fuoco). Evviva sempre questa santa "Terra".
Il ruolo del vento, del mare e del fuoco
[modifica | modifica wikitesto]Il fuoco rappresenta la parte negativa della società in cui viviamo composta da tutte le persone che preferiscono ricercare il male. Il vento rappresenta tutte le persone che ipocritamente dicono di fare qualcosa di buono, come aiutare il mare a spegnere il fuoco, ma in realtà contribuiscono solo a peggiorare le cose alimentando le fiamme e rendendo più difficile il loro spegnimento. Il mare rappresenta la parte buona della società che vorrebbe fare qualcosa per salvare la Terra ma i suoi sforzi purtroppo sono spesso vani. Resta a ognuno di noi la scelta di ricercare la pace oppure la guerra. Cucca conclude la poesia con un augurio positivo di speranza. Le parole del poeta ben esprimono la situazione della nostra società.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La cultura sarda piange la scomparsa di Salvatore Budroni (PDF) [collegamento interrotto], su regione.sardegna.it. URL consultato il 9 settembre 2020.
- ^ Antonio Andrea Cucca, su poesias.it, Ichnussa - Progetto di pubblicazione e divulgazione libera della grande poesia in lingua sarda. URL consultato il 7 gennaio 2015.
- ^ William Simula racconta Antonio Andrea Cucca, su youtube.com.
- ^ XXVIII Premio di Poesia Sarda Antoni Andria Cucca, in Ossi Notizie, 31 ottobre 2014. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2017).
- ^ A Branca e Vasco il premio “Antoni Andria Cucca” - Cronaca - la Nuova Sardegna, in la Nuova Sardegna, 22 aprile 2017. URL consultato il 30 agosto 2017.
- ^ Un paese che trova sempre il verso giusto - Regione - la Nuova Sardegna, in la Nuova Sardegna, 25 giugno 2012. URL consultato il 30 agosto 2017.
- ^ Calendario di Ossi del 2004 (PDF), su introsaidda.it (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2017).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Floris (a cura di), Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&Compton editore, 2007.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonio Andrea Cucca