Antiòchide (fl. II secolo a.C.) fu concubina del re Antioco IV Epifane, nel periodo del suo regno, dal 175 a.C. al 164 a.C.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di lei null'altro si sa, se non che il re seléucida le donò le città di Tarso e Mallo (quest'ultima sul fiume Piramo vicino al Golfo di Isso) che insorsero per questa decisione:
«Et cum haec agerentur, contigit: Tharsenses, et Mallotas seditionem movere, eo quòd Antiochidi regis concubinae dono dati essent.»
«Mentre così stavano le cose, le città di Tarso e Mallo si ribellarono, perché erano state date in dono ad Antiòchide, concubina del re.»
Tale era l'usanza dei re dell'Asia. Assegnavano alle loro mogli delle città, ad esempio una per le scarpe, una per gli ornamenti del collo, un'altra per il velo, ecc.[1] 'Le città Greche non volevano essere soggette alle donne dei re',[2] i cittadini delle due città cilice protestarono contro il trasferimento delle loro entrate a Antiòchide, concubina del re.
Questa notizia è molto importante per gli storici poiché permette di escludere la dedicazione della città di Antiochia sul Cidno a Antioco IV Epifane.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cfr. Cicerone, Verrem V: "Uxoribus attribuunt civitates hoc modo: hoec eivitas mulieri in redimiculum prœbeat; hoec in collum; hoec in crines. Ita populos habent universos non solum conscios libidinis suoe, sed etiam administros."
- ^ Antonio Martini, Vecchio e Nuovo Testamento secondo la Volgata trad. in lingua italiana, Prato, Fratelli Giacchetti, Tomo IX, pag. 226, cit. in nota 30 a piè di pagina.