Angelo Edoardo Siffredi | |
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Nascita | Imperia, 6 maggio 1896 |
Morte | Boscomalo del Carso, 23 maggio 1917 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Reparto | 89º Reggimento fanteria "Salerno" |
Anni di servizio | 1913-1917 |
Grado | Sottotenente |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Decima battaglia dell'Isonzo |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Angelo Edoardo Siffredi (Imperia, 6 maggio 1896 – Boscomalo del Carso, 23 maggio 1917) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Imperia il 6 maggio 1896, figlio di Giuseppe e Francesca Ascheri.[1] Mentre frequentava come studente l'Istituto tecnico "Ruffini" di Porto Maurizio fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito nel novembre 1915, in piena prima guerra mondiale.[1] Dopo un breve periodo di addestramento nel maggio 1916 raggiunse il 161º Reggimento fanteria della Brigata Ivrea operante in Val d'Assa.[1] Partecipò alle operazioni di contenimento della Strafexpedition e al successivo contrattacco. Promosso caporale nel mese di luglio e passato, con il suo reggimento, ad operare nel settore del basso Isonzo, a sud-est di Doberdò, si distinse in combattimento a Nova Vas il 14 settembre, venendo decorato di medaglia di bronzo al valor militare per aver ricacciato alcuni nuclei nemici infiltratisi in una trincea insieme ad pochi compagni.[1] Frequentato il corso per allievi ufficiali, nel febbraio 1917 fu nominato aspirante, e nel mese di marzo sottotenente in forza all'89º Reggimento fanteria della Brigata Salerno assumendo il comando dello speciale reparto bombardieri.[1] Il 23 marzo 1917, nel corso della decima battaglia dell'Isonzo, partecipò con i fanti del suo reggimento all'attacco, preceduto da una poderosa preparazione di artiglieria, contro lo Hudi Log (Boscomalo).[3] Desideroso di partecipare all'assalto chiese, ed ottenne, di comandare un plotone della prima ondata d'attacco.[3] Ferito due volte, una alla mano destra e una al braccio sinistro, rifiutò di lasciare i suoi uomini e di farsi ricoverare presso un posto di medicazione raggiungendo per primo quota 102.[4] Cadde colpito da una terza pallottola mentre incitava i suoi soldati a proseguire nell'azione.[4]
Con Decreto Luogotenenziale del 16 agosto 1918 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Portano il suo nome una via di Imperia e la strada di Genova che collega i quartieri di Sestri Ponente e Cornigliano.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale 16 agosto 1918.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
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Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
- ^ Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 52.
- ^ a b Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 70.
- ^ a b c Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 71.
- ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 52.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Siffredi, Angelo, su Combattenti Liberazione.
- Siffredi, Angelo, su I caduti del Carso.