Andrea di Tartaglia | |
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Nascita | Norcia |
Morte | Marino, giugno 1484? |
Cause della morte | caduto in battaglia (?) |
Etnia | Italiana |
Religione | Cattolica |
Dati militari | |
Paese servito | Stato Pontificio |
Forza armata | Guardia pontificia |
Anni di servizio | 1471-1484 |
Grado | Capitano |
Battaglie | Marino (1484) |
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Andrea di Tartaglia (Norcia, ... – Marino, giugno 1484?) è stato un capo militare italiano vissuto nel XV secolo, al servizio del comune di Norcia e poi del Papa Sisto IV al cui servizio rimase fino alla sua morte.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Andrea era con molta probabilità figlio di Giovanni di Abbondanzio[1] di Lallo noto come Tartaglia di Amatrice, stabilitosi a Norcia probabilmente nella prima metà del secolo XV a seguito di liti e dissidi con famiglie di Amatrice e Accumoli[2]. Giovanni insieme a Cola di Nuccio di Vecchio, suo zio consobrino anch'egli di Amatrice e trasferitosi a Norcia, dal quale venne nominato esecutore testamentario nel 1451[3], erano ricchi commercianti di bestiame[4] che acquistarono abitazioni in Norcia nella parrocchia di S. Giovanni presso Porta Palatina nel rione Capo la Terra[5].
Nel 1471 Andrea fuoruscito guelfo[6], e già al servizio con la qualifica di conestabile sotto Paolo II, compare per la prima volta in un accordo di ferma militare tra Sisto IV Della Rovere, da poco eletto al pontificato, e rappresentato dal camerlengo Latino Orsini che sottoscriveva materialmente l'accordo[7], mediante il quale veniva nominato[8] capitano o conestabile della guardia personale del pontefice e custode del palazzo apostolico[9], alla cui guarnigione, composta da circa un centinaio di fanti e 200 lance, spettava anche l’eventuale partecipazione ad azioni di guerra ritenute opportune dal Pontefice[10].
Era probabilmente la stessa persona l'Andrea di Norcia che insieme a Pietro Massimo, qualificati come Spectabiles viris, furono destinatari nel luglio 1474 di una corrispondenza dal Magistrato aquilano per la soluzione di una controversia sullo sfruttamento dei pascoli di Cittareale, per i quali il Massimo pretendeva la restituzione di quanto già versato per l'affitto a causa delle molestie degli amatriciani sul suo bestiame.[11]
Nel 1475 in un atto notarile rogato a Roma compare nel mantenimento del ruolo di capitano alla custodia del Pontefice[12], e nell'agosto del 1476, avrebbe accompagnato il Pontefice ad Assisi per assistere all'apertura del sarcofago contenente il corpo di San Francesco, al cui culto Andrea si manterrà particolarmente devoto[13]. Nel maggio 1478 era a Perugia a capo di un contingente di fanti[14], mentre all'inizio dell'aprile precedente l'incarico di capitano della guardia del palazzo apostolico veniva affidata per tre mesi a Giovan Battista da Montesecco[15].
Tale incarico sarà tenuto non continuativamente fino al giugno 1484, quando appare ancora in vita durante l'assedio di Marino, per espugnare i ghibellini Prospero e Fabrizio Colonna e i Savelli che vi si erano asserragliati, rei di ribellione contro il papa[16].
Con l'elezione del successore di Sisto IV, Innocenzo VIII, la carica venne ricoperta da Domenico Doria parente del pontefice. Prima di Andrea, durante il pontificato di Paolo II, avevano ricoperto saltuariamente un simile incarico, Giorgio di Massa[17], Mariano Savelli signore di Palombara e un Giovanni Pazaglia da Cortona[18].
Del tutto incerte sono la data e le circostanze della morte di Andrea, come lo definisce Stefano Infessura conestabile del Conte (Girolamo Riario) e della Ecclesia, che secondo quanto egli riferisce il 18 giugno[19], durante un attacco perdeva la vita colpito a morte probabilmente per mano di Antonello Savelli presso Marino, o nella presa della stessa località[20]; mentre secondo Gaspare Pontani il 26 giugno riusciva a prendere Marino per conto della Chiesa[21]; ad avvalorare la prima ipotesi vi è l'ultimo mandato a suo favore versato pochi giorni prima del 18 giugno e l'affidamento del medesimo incarico nel luglio successivo ad altra persona. Solo pochi giorni dopo, il 30 giugno in Castel Sant'Angelo veniva giustiziato il protonotario Lorenzo Oddone Colonna, fratello di Fabrizio, alla cui cattura, avvenuta nel maggio precedente, non pare avervi preso parte.[22]
Durante questi anni al servizio del pontefice e della sua famiglia, più volte Sisto IV sin dal 1472 e fino ai capitoli di pace del gennaio 1484[23], aveva intimato alle autorità comunali di Norcia di accordare le richieste di Andrea per la restituzione dei beni ereditari, quali quelli dello zio Antonio di Mancino, e di riaccoglierlo dall'esilio cui probabilmente era stato condannato prima del 1471, oltre alla cancellazione di qualsiasi procedimento civile o penale a suo carico[24].
In ogni caso è molto probabile che con la morte di Sisto IV dovette abbandonare Roma insieme ai famigliari del papa, contro i quali i Colonna e i Savelli avevano fatto richiamare soprattutto da Norcia, Cascia e L'Aquila circa 1600 uomini armati per prendere il controllo della città.[25] Nel 1498 una sua figlia ed erede andò in sposa a Costantino figlio del mercante aquilano Pasquale di Santuccio[26]. Null'altro è noto circa il luogo della sepoltura e sull'avvenuta restituzione dei beni contesi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Famiglia presente a Roma sin dal secolo XIV nel rione Ponte con Pietro de Abundantia proprietario di terreni tra Castel S. Angelo e l’ospedale di Santo Spirito (v. A. Esposito, Un inventario di beni in Roma dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia (1322), in Archivio Società Romana Storia Patria, 99 (1976), pp. 71-115 [89-90]), alcuni della famiglia ebbero sepoltura in S. Lorenzo in Damaso (D. Jacovacci, Repertori di famiglie in BAV, Cod. Ott Lat. 2548/I, vol. I). Diramatasi nel centro Italia per motivi politici ed economici (in particolare ad Amatrice e nella limitrofa montagna teramana), ancora ne sopravvivono alcuni rami in Italia e all'estero tra i quali quello di Trapani unitosi con i D'Alì-Monroy e quello di Toronto fondatori della manifattura tessile Royal Shirt/Shirtfit.
- ^ Andrea Di Nicola, Le vie dei commerci sulla montagna d'Abruzzo nel basso medioevo: Norcia, Amatrice, L'Aquila, Rieti, 2012, p.45
- ^ Cola lasciava numerosi lasciti alle chiese della cittadina sua patria, v. A. Di Nicola, Le vie dei commerci... cit.
- ^ Andrea di Nicola, La grascia di Amatrice del 1452-53: fisionomia economica di una città di montagna in Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, a. XCVI, 2006, (CXVIII dell'intera collezione), p. 198.
- ^ A. Di Nicola, Le vie dei commerci cit.
- ^ Non è certo l'anno del suo esilio che pare risalga ai primi anni della sua presenza a Roma come si descrive nella vicenda accaduta alla propria moglie nella basilica di S. Pietro, dopo che anche il suo figlio infante era stato premeditatamente ucciso dalla parte avversa, come narrato da Giacomo Gherardi detto il Volterrano nel suo diario in Rerum italicarum scriptores, Milano 1733 - Tomo XXIII - Parte III, col. 141, D-E: 1481 - ... Ad penultimum Julii qui evenit die Lunae [...]. Novitate rei et indignitate, etiam notandum hoc censui. Per hos dies Nursina mulier, uxor Andreae Nursini, viri strenui et ex primatibus Populi sui, qui primis annis Xysti pontificis, custodiae palatinae praefuerat, audiri quaerebat a pontifice, ut illi pro mariti salute supplicaret, secumque conquereretur de infantis filii nece, qui paulo ante, studio adverse factionis, crudeliter interemptus fuerat et maritus in exilium actus. Obviam huic datur Pelleus quidam Corinthius, Juppi Nepotis Pontificis familiaris; orabat illa hominem, ut Juppi auctoritate a pontifice posset audiri. Pelleus ad feminam animum adiecit: iubet bono animo esse, se curaturum cum domino suo Juppo, ut procul dubio audiatur; veniat ad cubiculum secum, ubi de iis commodius loqui possint. Quum negasset illa verecunde admodum, in Divi Petri basilicam simul intrant loquentes; divertunt in cellam sanctissimi Sudarii Salvatoris nostri, quam Veronicam dicimus, Pelleus libidine caecus, oblitus sui ipsius, maiestatem sacratissimi loci non veritus, in mulierem manus iniecit; vocem tollere illa incoepit, comites, qui secum erant, accurrunt, hominem illico verberant, et locum effuso parum sanguinis contaminant. Vespertina oratio propterea eo die in Basilica dici non potuit. Die sequenti iussu Pontificis purgata Aedes est; illico tamen Pelleus, accersitis satellitibus, raptus ad carcerem est, et ad Nonae Turrim custodiae traditus; benigne admodum secum est actum, domini sui auctoritate.
- ^ Altri dello stesso tenore ne verranno sottoscritti dal medesimo prelato negli anni successivi per conto del Pontefice presso la sua residenza di Monte Giordano, Fausto M. De Reguardati, La difesa dei Sacri Palazzi affidata da Sisto IV ad Andrea da Norcia. Un precedente sconosciuto dell'istituzione della Guardia Svizzera; (1986) - in: Archivio della Società Romana di storia patria vol. 109 (1986) p. 49-56.
- ^ La decisione di istituire un corpo di guardia speciale per la difesa del pontefice e dei palazzi apostolici fu presa dallo stesso papa dopo che nel giorno della cavalcata di possesso il corteo papale fu aggredito con pietre da alcuni presenti presso S. Giovanni in Laterano, v. F. M. De Reguardati, La difesa dei Sacri Palazzi cit.; Giuseppe Lombardi, Sisto IV, Enciclopedia dei papi, 2000.
- ^ O Capitaneus Portae Palacii Apostolici come appare ancora nei mandati del 1475.
- ^ Con la qualifica di conestabile, lo strenuo viro Andrea de Nursia compariva nell'agosto 1471 nel primo mandato di pagamento della condotta su ordine di Latino Orsini a Giuliano e Lorenzo de Medici depositari della Camera Apostolica, Arch. Stato Roma, Camerale I, Mandati, reg.845
- ^ Andrea Di Nicola, Un'opera sconosciuta di Antonio da Settignano: la rocca di Cittareale, p.50, Cittareale 2013
- ^ Ivan Parisi, Il regesto dei protocolli del notaio Camillo Beneimbene. I volumi nn. 175 e 176 del fondo del Collegio dei Notai Capitolini nell'Archivio di Stato di Roma, p.151
- ^ Sulla discussa visita v. Marcos de Lisboa, Orazio Diola, Delle croniche de frati minori del serafico p. S. Francesco; parte terza, lib. V, p.182; Giuseppe Piatti, Storia Critico-Cronologica de' Romani Pontefici e de'Generali... 1767, Vol 9, p.158; Petrus van den Haute, Breviarium historicum Ordinis Minorum, sive brevis historia pro..., p.73. È probabilmente da escludere che si tratti della stessa persona il F. Andrea da Norcia a cui vennero consegnate le chiavi per la conservazione del sepolcro del santo di Assisi nel 1505: Nicola Papini, Notizie sicure della morte sepoltura canonizzazione e traslazione di S. Francesco..., 1822, p.212.
- ^ Cronaca perugina inedita di Pietro Angelo di Giovanni, a cura di O. Scalvanti, Bollett. R. Deput. di Storia patria per l'Umbria, 1903, p. 145
- ^ Georges Holmes, The Pazzi cospiracy seen from the Apostolic Chamber, in Mosaic of Friendship: Studies in art and history for Eve Borsook, 2001, p.172, nota 5.
- ^ Fernando Gregorovius, Storia della città di Roma nel medioevo, vol. III, lib. XIII, p.857.
- ^ Già castellano di Orvieto nel 1452 ca.; A. Santilli, I castellani pontifici a Orvieto da Niccolò V a Paolo II (1450-1471), in «Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria», CXIII (2016), 1, pp. 91-112
- ^ Costui era al soldo dei Veneziani nel 1451, v. C. Paganini, Il Quinto registro delle missive Sforzesche
- ^ In verità il solo Infessura narra della morte in questa data di Andrea da Norcia, al contrario di tutti gli altri diaristi e oratori sincroni che concordano nella morte, nelle medesime circostanze, di Leone da Montesecco (che prese anche parte alla cattura del protonotario Colonna) poi sepolto nella chiesa di Santa Maria della Febbre, fratello di Giovan Battista.
- ^ Stephani Infessurae Senatus populique romani scribae, Diarium Urbis Romae in Corpus historicum medii ævi, sive scriptores res in orbe universo precipue in Germania, vol. II, Lipsia 1723, XVII, coll.1924; Diario della città di Roma di Stefano Infessura scribasenato. Nuova edizione a cura di Oreste Tommasini, Istituto Storico Italiano - Fonti per la storia d'Italia pubblicate dall'Istituto Storico Italiano. Scrittori secolo XV. Roma nella sede dell'Istituto Palazzo dei Lincei, già Corsini, alla Lungara 1890, p.130; Ferdinando Gregorovius, Storia della città di Roma nel medioevo, Roma Soc. Editrice nazionale 1901, vol. III, pp. 855-856
- ^ v. Diario di Gaspare Pontani, in Rerum Italicarum Sciptrores, Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento ordinata da L A. Muratori, Tomo III - Parte II; A. Nibby, Analisi storico topografico-antiquaria della carta dei dintorni di Roma, vol. II, v. Marino, p.316.
- ^ Diario della città di Roma di Stefano Infessura cit.; p.130
- ^ Secondo questi capitoli che prevedevano la cancellazione di ogni condanna, avrebbe dovuto comunque scontare due anni di esilio fuori dai confini di Norcia, v. F. M. De Reguardati, La difesa dei Sacri Palazzi cit..
- ^ Federico Lattanzio, Le relazioni politiche tra Norcia e il governo pontificio nel Quattrocento, 2019, p. 359.
- ^ Christine Shaw, Barons and Castellans: The Military Nobility of Renaissance Italy, p. 87.
- ^ A. Di Nicola, Le vie dei commerci cit., p.121.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fausto M. De Reguardati, La difesa dei Sacri Palazzi affidata da Sisto IV ad Andrea da Norcia. Un precedente sconosciuto dell'istituzione della Guardia Svizzera; (1986) - In: Archivio della Società Romana di storia patria vol. 109 (1986) p. 49-56.
- Andrea Di Nicola, Le vie dei commerci sulla montagna d'Abruzzo nel basso medioevo: Norcia, Amatrice, L'Aquila, Rieti, 2012.
- Giuseppe Lombardi, Sisto IV, Enciclopedia dei papi, 2000.
- Federico Lattanzio, Il comune di Norcia e i suoi rapporti con il governo pontificio nel secolo XV; Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Firenze, 2011/2013.
- Andrea di Nicola, La grascia di Amatrice del 1452-53: fisionomia economica di una città di montagna in Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, a. XCVI, 2006, (CXVIII dell'intera collezione), pp.187-258.
- Ferdinando Gregorovius, Storia della città di Roma nel medioevo, Roma Soc. Editrice nazionale 1901, vol. III, p. 855.
- Diario di Gaspare Pontani, in Rerum Italicarum Sciptores, Raccolta degli storici italiani dal Cinquecento al Millecinquecento ordinata da L A. Muratori, Tomo III - Parte II.
- Diario della città di Roma di Stefano Infessura scribasenato. Nuova edizione a cura di Oreste Tommasini, Istituto Storico Italiano - Fonti per la storia d'Italia pubblicate dall'Istituto Storico Italiano. Scrittori secolo XV. Roma nella sede dell'Istituto Palazzo dei Lincei, già Corsini, alla Lux Gara 1890.
- Stephani Infessurae Senatus populique romani scribae, Diarium Urbis Romae in Corpus historicum medii ævi, sive scriptores res in orbe universo precipue in Germania, vol. II, Lipsia 1723, XVII, coll.1924-1928.
- Giampiero Brunelli, SAVELLI, Antonello, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 90, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017.
- Anna Esposito, DORIA, Gian Domenico, detto Domenicaccio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 41, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1992.