Almone | |
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Turno col cadavere di Almone, incisione di Bartolomeo Pinelli | |
Saga | Eneide |
Nome orig. | Almo |
1ª app. in | Eneide di Virgilio, I secolo a.C. circa |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | maschio |
Luogo di nascita | Laurento |
Professione | allevatore, valletto, stalliere |
Affiliazione | corte di re Latino |
Almone (lat. Almo) è un personaggio dell'Eneide di Virgilio, menzionato nel settimo libro del poema. La sua uccisione è all'origine della guerra fra troiani e italici, narrata nei libri successivi.
Il mito
[modifica | modifica wikitesto]Le origini
[modifica | modifica wikitesto]Virgilio fa di Almone un giovane valletto alla corte del re Latino: è il maggiore dei numerosi figli di Tirro, il pastore a capo delle stalle reali.
La morte
[modifica | modifica wikitesto]Sempre secondo l'Eneide, Almone aveva addomesticato insieme alla sorella Silvia un cervo. In seguito all'uccisione dell'animale, avvenuta ad opera di Ascanio durante una battuta di caccia, Almone guida i pastori italici in armi contro i troiani; nella rissa che ne nasce, il grintoso giovane viene colpito alla gola da una freccia, stramazzando quindi al suolo. A provocare questi tragici incidenti è la furia Aletto, che agisce per conto di Giunone, dea ostile ai Troiani.
" Hic iuuenis primam ante aciem stridente sagitta,
natorum Tyrrhi fuerat qui maximus, Almo,
sternitur; haesit enim sub gutture uolnus et udae
uocis iter tenuemque inclusit sanguine uitam. "
(Publio Virgilio Marone, Eneide, libro VII, vv.531-34).
" Allora davanti alla schiera, per stridente saetta,
cadde il giovane Almone, dei figli di Tirro il maggiore;
s'infisse sotto la gola la punta e dell'umida voce
chiuse col sangue la via, e la vita sottile. "
(traduzione di Rosa Calzecchi Onesti)
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Il cadavere di Almone viene portato nel palazzo reale. Parenti e amici della vittima fanno pressione su Latino perché dichiari guerra ai troiani, ma il re si ritira nelle sue stanze, volendo evitare il conflitto tra i due popoli. Interviene allora Giunone stessa che scardina le porte del tempio di Giano: così si soleva fare presso i Latini quando si trattava di dichiarare guerra a qualcuno.
Nel libro nono, a guerra ormai iniziata, Virgilio pone i fratelli di Almone alla retroguardia dell'esercito italico guidato da Turno.
Interpretazione e realtà storica
[modifica | modifica wikitesto]Secondo alcuni studiosi Almone portava questo nome essendo stato partorito sul torrente omonimo, e in questo potrebbe dunque ricordare l'aitante guerriero troiano dell'Iliade Simoesio, che nacque sulle rive del fiume Simoenta; per altri invece è proprio la figura mitica a dare il nome al fiume, risultato della metamorfosi del corpo di Almone, con relativa divinizzazione. Questa seconda ipotesi è invero la più probabile, perché sembra suggerita dal testo virgiliano stesso (" umida voce "): una trasformazione che ancora non si vede pienamente ma verrebbe appunto annunciata.[1][2]
Nell'arte
[modifica | modifica wikitesto]- Ascanio uccide la cerva di Almone, dipinto di Corrado Giaquinto
- Turno col cadavere di Almone, incisione di Bartolomeo Pinelli
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- Publio Virgilio Marone, Eneide, VII, vv. 475-575.
Traduzione delle fonti
[modifica | modifica wikitesto]- Eneide, traduzione a cura di Rosa Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi 1989.