Algisio da Rosciate, O.P vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | |
Nato | a Bergamo |
Ordinato presbitero | 1230 |
Nominato vescovo | 1250 da papa Innocenzo IV |
Consacrato vescovo | 1251 |
Deceduto | 14 dicembre 1267 a Longuelo |
Algisio da Rosciate, o Algivisius seu Algisius seu Aloysius de Rosate o Algisius Rosatta o Fra Algisio di Rosate (Bergamo, ... – Longuelo, 14 dicembre 1267), è stato un vescovo cattolico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Suo padre era Recupero, della famiglia nobile dei Rosciati o da Rosciate[1] console di giustizia in Bergamo nel 1191. Algisio si dedicò agli studi ecclesiastici diventando canonico di Bergamo, come indicato in un capitolo dei frati minori della chiesa di Santa Maria della Carità del 12 settembre 1230[2].
Entrò poi nell'ordine dei frati predicatori del convento di Santo Stefano diventandone priore, con nomina anche per altri conventi. Si presume che sia il medesimo Algisio, priore dei domenicani di Genova, che ricevette da papa Gregorio IX l'incarico nel 1237 di riformare il monastero dei benedettini di Sant'Andrea a Genova.
Nel 1240 in una lettera al papa Algisio lo rassicura del buon esito delle trattative con la Repubblica di Genova per la protezione dei vescovi e prelati spagnoli, francesi e inglesi durante il viaggio a Roma, dove si doveva tenere un concilio nella Basilica di San Giovanni in Laterano contro Federico II: questo indica la fiducia che il papa aveva nelle qualità diplomatiche del frate.
Venne nominato vescovo di Rimini nel 1250, incarico al quale rinunciò l'11 febbraio 1251, quando venne nominato vescovo di Bergamo da papa Innocenzo IV[3][4], come testimoniano le bolle piene di elogi che il papa mandò da Lione sia alla diocesi bergamasca che all'Algisio: "Cum civitas Pergamensis eum de honesta stirpe protulerit ac nos per conversationem diutinam, qua familiariter nobis ipsius merita claruerunt, cum simus experti fide sincerum, Vita praeclarum, scientia praeditum, et tam in spiritualibus quam in temporalibus circumspectum "[5]. Algisio venne nominato anche per riportare la città che dal 1229 avevano ricevuto l'interdizione papale per scomunica, avendo dato ospitalità ad una importante assemblea dei Valdesi nel 1221 e avendo dato accoglienza ad erediti in esilio. Il vescovo intensificò l'attività antieretica fondando nel 1253 la “Societas militiae sancta e Crucis”, che era di supporto all'inquisizione[6].
Tanta era la considerazione del papa verso il neoeletto vescovo da invitarlo a Genova, con i procuratori di Bergamo, nel marzo del 1251, al suo rientro in Italia per la festa dell'ascensione; restarono buoni i rapporti anche con papa Alessandro IV.
Durante il suo episcopato cercò di aiutare i vari monasteri, condonando debiti che erano stati contratti e che i monaci non riuscivano a soddisfare, contribuendo anche con l'apporto dei suoi beni personali, come quelli di Cene, Albino e Comenduno, dei cluniacensi di San Paolo d'Argon, del Santo Sepolcro d'Astino, e il Monastero Matris Domini di Bergamo[7].
Non vi sono più documenti che riportino il suo nome successivi il 1259, data in cui il vescovo si ritirò nel monastero di Astino[8], nelle medesime stanze della torre che ospitarono il vescovo Guala durante il suo esilio. Qui il vescovo morì nel mese di gennaio del 1267[9]. Gli storici sono discordi circa la data di morte tra il 17, il 26 e il 27[5]. Venne sepolto nella chiesa del monastero di fronte all'altare di San Martino dove è presente l'epigrafe Greg. Ber. / et Algisi / Arimin. et / Ber. Epi..
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Agostino Salvioni, Intorno ad Alberico da Rosciate ed alle sue opere, con alcune notizie, tipografia Crescini 1842. URL consultato il 23 ottobre 2016.
- ^ La Chiesa della carità risulta presenta già dal XIII secolo in via Borgo Canale: Bernardino Pasinelli, Nota dei libri che sono presso delle reverende madri di Santa Chiara (PDF), su archiviobergamasco.it. URL consultato il 2 aprile 2018.
- ^ Giuseppe Ronchetti, Memorie istoriche della città e Chiesa di Bergamo raccolte dal codice diplomatico del signor canonico Mario Lupi, da' suoi manoscritti e da' monumenti autentici, dal principio del 5. secolo di nostra salute sino all'anno 1428 ... da Giuseppe Ronchetti ... Tomo 1. [-6.], Tomo III, Bergamo, Tipografia Alessandro Natali, 1805-1819, pp. 91-92, SBN IT\ICCU\LO1E\024563. URL consultato il 2 settembre 2024.
- ^ Ritratto del vescovo Algisio da Rosciate, su beweb.chiesacattolica.it, beweb.chiesacattolica.
- ^ a b Amelia Caldara, Algisio da Rosciate, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Bergamo scomparsa:l'arrivo dell'inquisizione, su bergamosera.com, Bergamo news. URL consultato il 14 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2018).
- ^ Convento di Santa Maria Mater Domini, domenicane, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia beni culturali. URL consultato il 23 ottobre 2016.
- ^ I PRIMI QUATTRO SECOLI DI VITA DEL MONASTERO, su monasteroastino.smilevisit.it, Monastero Astino. URL consultato il 23 ottobre 2016.
- ^ IL VESCOVO ALGISIO DA ROSCIATE (PDF), su moltefedi.it, L'officina dello storico. URL consultato il 23 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Potthast, Regesta pontificum Romanorum, Berolini, 1875.
- Lorenzo Dentella, I vescovi di Bergamo. Notizie storiche, Bergamo, 1939.
- Bruno Caccia, L'antica Cattedrale di San Vincenzo martire in Bergamo, Bergamo, Bolis Edizioni, 2015.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Algisio da Rosciate
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Amelia Caldara, ALGISIO da Rosciate, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.