Aleksej Ivanovič Grachev | |
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Nascita | Jagodnoe, 23 aprile 1914 |
Morte | Libau, 8 maggio 1945 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Unione Sovietica |
Forza armata | Voenno-morskoj flot |
Arma | Aviacija voenno-morskogo flota |
Anni di servizio | 1935 - 1945 |
Grado | Capitano |
Guerre | Guerra d'Inverno Seconda guerra mondiale |
Campagne | Operazione Barbarossa |
Battaglie | Assedio di Leningrado Offensiva del Baltico |
Decorazioni | vedi qui |
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Aleksej Ivanovič Gračëv (in russo Алексей Иванович Грачёв?; Jagodnoe, 23 aprile 1914 – Libau, 8 maggio 1945) è stato un militare e aviatore sovietico, che nel corso della seconda guerra mondiale fu insignito delle onorificenze di Eroe dell'Unione Sovietica, dell'Ordine di Lenin, dell'Ordine della Bandiera rossa (3 volte), e dell'Ordine della Guerra Patriottica di I Classe.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque nel villaggio di Jagodnoe, nel governatorato di Samara, il 23 aprile 1914, in una famiglia contadina.[1] Suo padre morì durante la prima guerra mondiale, e sua madre di tifo, e per questo venne allevato in un orfanotrofio.[2] Nel 1935 si arruolò nella Voenno-morskoj flot, frequentando poi la Scuola di pilotaggio per aviatori di marina di Ejsk.[1] Nel 1937 fu assegnato come capo equipaggio al 71º Gruppo aereo autonomo della Flotta del Baltico. Tra il novembre 1939 e il marzo 1940 prese parte alla guerra d'Inverno contro la Finlandia, effettuando 34 missioni.[2] Con l'inizio della Operazione Barbarossa, cioè l'ingresso nella seconda guerra mondiale dell'Unione Sovietica, iniziò subito le operazioni al fronte.[1] Tra il settembre 1941 e il maggio 1942 fu in servizio nel 73º Reggimento bombardieri della Flotta del Baltico, volando sui Tupolev SB e gli Arkhangelsky Ar-2, e sovraintendendo all'immissione in servizio del nuovo Petlyakov Pe-2.[2] Dall'ottobre 1942 fu trasferito al comando del 44º Gruppo del 15 ° Reggimento autonomo aerei da ricognizione della Flotta del Baltico.[1] Tale reparto, a partire dal 1943, ricevette i Douglas A-20 Havoc e i Petlyakov Pe-2.[2] Entro il settembre 1944 aveva eseguito 215 missioni belliche,[N 1] partecipato a 7 combattimenti aerei, distrutto 4 batterie d'artiglieria, un treno, affondato motozattere da trasporto, e danneggiato due navi da trasporto, una nave scorta e un sottomarino.[1] Due volte riportò l'aereo in fiamme dal territorio nemico, e dovette effettuare un ammaraggio di fortuna nel golfo di Finlandia salvando così la vita dell'equipaggio.[2] In quello stesso anno divenne membro del PCUS, e con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell'Unione Sovietica del 5 novembre fu insignito del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica, e dell'Ordine di Lenin.[2]
Morì l'8 maggio 1945 durante una missione di combattimento nell'area della città lettone di Liepāja.[3] Quel giorno tutti i circa 50 Focke-Wulf Fw 190 dello Jagdgeschwader 54 decollarono dalla sacca di Curlandia per trasferirsi a Flensburg, in zona controllata dagli inglesi, o per farsi internare in Svezia, mentre alcuni piloti raggiunsero le loro città di residenza.[4] L'aereo dell'asso Gerhard Thyben, che aveva a bordo il suo meccanico A. Mayers, stipato nel compartimento radio, decollò insieme a quello del suo gregario, l'oberfeldwebel Fritz Hagenbrauk, e si allontanò da Libau oramai in fiamme per dirigersi verso il mare aperto.[4] Mentre stava volando alle 07:54 avvistò un ricognitore Petlyakov Pe 2 che volava a bassa quota in una missione di ricognizione marittima, alla ricerca delle navi cha stavano lasciando la sacca di Curlandia cariche di soldati e civili, per sfuggire alla cattura da parte dei sovietici.[5] L'equipaggio Pe-2 era composto dallo starshiy leytenant Grigorij Ivanovič Davidenko, dal kapitan Alekseij Ivanovič Grachev, entrambi insigniti dell'onorificenza di Eroi dell'Unione Sovietica e dallo staršiná Mikhail Murashko.[5] Dopo un breve combattimento sul mare il Pe-2 fu abbattuto, e precipitò tra le onde con la morte di tutti e tre i membri dell'equipaggio.[5]
Un busto in sua memoria venne collocato nel villaggio di Chkalovsk, ora parte della città di Kaliningrad.[1] Il suo nome è inciso in una lastra di marmo del monumento ai caduti dell'aviazione del Baltico presente nel cimitero centrale di Liepaja, in Lettonia.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Dimitry Khazanov e Aleksander Medved, Pe-2 Guards Units of World War II, Oxford, Osprey Publishing, 2013.
- (EN) Peter C. Smith, Petlyakov Pe-2 'Peshka', Ramsbury, Crowood Aviation Series, 2003.
- (EN) John Weal, Jagdgeschwader 54 'Grünherz', Oxford, Osprey Publishing, 2001, ISBN 978-1-84176-286-9.
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Marco Mattioli, Gli ultimi combattimenti aerei della seconda guerra mondiale, in Aerei nella Storia, n. 110, Parma, West-Ward Edizioni, ottobre-novembre 2016, pp. 4-13.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (RU) Грачёв, Алексей Иванович, su Nashapobeda, https://www.nashapobeda.lv. URL consultato il 10 maggio 2020.
- (RU) Грачёв, Алексей Иванович, su Warheroes, http://www.warheroes.ru. URL consultato il 10 maggio 2020.