Gli Agri Decumates o Decumates Agri furono una regione della provincia romana della Germania superiore, comprendente l'area della Foresta Nera tra il fiume Meno, le sorgenti del Danubio e il corso del Reno superiore fra il lago di Costanza e la sua confluenza col Meno, e corrispondente all'odierna Germania sud-occidentale (Baden-Württemberg).[1] A sud-est i Decumates confinavano con la Rezia, provincia importante dal punto di vista militare. L'unica testimonianza antica del nome Agri Decumates proviene dal De origine et situ Germanorum di Tacito.[2][1]
Nome
[modifica | modifica wikitesto]Il significato della parola "decumates" è andato perduto ed è oggetto di contesa. Secondo lo storico britannico Michael Grant si riferiva probabilmente all'antico termine celtico indicante la suddivisione politica dell'area in "dieci cantoni".[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo Tacito la regione era originariamente abitata dalla tribù celtica degli Elvezi ma ben presto, probabilmente sotto Ariovisto, vi si stabilirono i germanici Suebi (o Svevi),[4] prima di emigrare, attorno al 9 a.C., nella moderna Boemia. Dopo la partenza degli Suebi l'area venne di nuovo abitata dai Galli. Più tardi la regione divenne parte dell'Impero romano.[5]
L'area venne colonizzata sotto la dinastia flavia (69-96); la costruzione durante questo periodo di una rete di strade facilitò la comunicazione tra le legioni e migliorò la protezione contro le tribù di invasori. Lungo il percorso passante per Rheinbrohl—Arnsburg—Inheiden—Schierenhof—Gunzenhausen—Pförring furono costruite delle fortificazioni di frontiera (limes).
Nei due secoli successivi la regione fiorì, nonostante alcuni periodi di caos come quello intorno al 185/186, quando ci fu una rivolta diretta principalmente contro la presenza di militari Romani ad Argentoratum (la moderna Strasburgo).
I Romani controllarono la regione fino alla seconda parte del III secolo, quando venne evacuata nel 259 dall'imperatore Gallieno a fronte dell'invasione degli Alemanni e della secessione di gran parte delle province occidentali dell'impero sotto Postumo.[6]
L'area potrebbe essere stata riconquistata per breve tempo dall'imperatore Aureliano. Dopo la morte dell'imperatore Probo (282) l'area fu abbandonata e lasciata agli Alemanni[7] per poi tornare sotto il controllo dei Romani durante le guerre Guerre Germanico-Sarmatiche di Costantino. Gli insediamenti romani non furono abbandonati immediatamente: esistono prove del proseguimento di uno stile di vita "romano" fino al V secolo, così come accadde nella confinante Gallia fino a molto tempo dopo il collasso dell'Impero romano d'Occidente.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio decumato occupava almeno il sud-ovest dell'attuale stato del Baden-Württemberg. Non è chiaro se anche le zone di Roma sulla riva destra del Reno a nord del Neckar e le parti della Rezia a nord del Danubio facessero parte degli Agri Decumates; la breve nota di Tacito sembra parlare in senso contrario, ma riflette solo le condizioni della fine del I secolo. L'unico insediamento romano - a quanto si sa - nel Paese decumano i cui abitanti avevano già la cittadinanza romana prima del 212 era il municipio Arae Flaviae (Rottweil), fondato dall'imperatore Vespasiano. Altri insediamenti degni di nota furono Civitas Aurelia Aquensis (Baden-Baden), Lopodunum (Ladenburg) e Sumelocenna (Rottenburg am Neckar).
Nell'area degli Agri Decumates sono stati finora accertati circa 60 insediamenti di villaggio (vici) e oltre 1300 villae rusticae. Queste tenute romane ospitavano in media circa 50 persone; tuttavia, si stima che al massimo un quarto delle antiche fattorie sia ancora conosciuto. Poiché bisogna aggiungere anche gli abitanti dei vici e delle civitates, le ricerche moderne stimano una popolazione di almeno 250.000 persone. Poiché vi erano inclusi anche i soldati romani di stanza qui, gli Agri Decumates possono essere considerati un'area agricola insolitamente densamente popolata e intensamente utilizzata.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Grant, p. 17.
- ^ Publio Cornelio Tacito, Tacito, 29.«decumates agros»
- ^ Hind, p. 188, dove il termine viene collegato all'antico irlandese dechmad.
- ^ Che avrebbero dato il nome all'odierna regione della Svevia, corrispondente approssimativamente alla stessa area degli Agri Decumates.
- ^ Tacito.
- ^ De Blois, p. 5, 250.
- ^ Geuenich, p. 23.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Lukas de Blois, The Policy of the Emperor Gallienus, Leiden, E. J. Brill, 1976, ISBN 90-04-04508-2.
- (DE) Dieter Geuenich, Geschichte der Alemannen, Stuttgart, Kohlhammer, 1997, ISBN 3-17-012095-6.
- (EN) Michael Grant, A Guide to the Ancient World: A Dictionary of Classical Place Names, New York, H. W. Wilson, 1986, ISBN 0-7607-4134-4. Ospitato su Internet Archive.
- (EN) J. G. F. Hind, Whatever Happened to the 'Agri Decumates'?, in Britannia, vol. 5, 1984, pp. 187–192.
- (EN) Joseph R. Strayer, Dictionary of the Middle Ages, vol. 1, New York, Scribner, 1982, ISBN 0-684-18276-9.
- (DE) Herbert Jankuhn e Heinrich Beck, Reallexikon der Germanischen Altertumskunde, vol. 5, Berlin, de Gruyter, 1984, ISBN 3-11-009635-8.
- (EN) Ronald Syme (a cura di), Tacitus, vol. 1, Oxford, Clarendon Press, 1958. Ospitato su Internet Archive.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Agri decumates, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Agri Decumates, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.